L'arte di Nicoletta Saracco e il messaggio della prevenzione
Il potere del colore e la forza del sorriso raccontati da Nicoletta in una mini intervista
01 Luglio 2020
Sentiamo spesso dire che l'arte può cambiare il mondo, ed esprimere ciò che spesso è difficile dire a parole. Quello che è certo, è che l'arte ha il potere di cambiare la vita delle persone, di stravolgerla, e di trasmettere messaggi importanti. Questo è il caso di Nicoletta Saracco, founder di @niartgallery, che attraverso i suoi dipinti racconta la sua storia, ma soprattutto, dà voce ad un tema fondamentale, quello della prevenzione del tumore al seno.
"Dietro ogni quadro c'è la mia storia. Non c'è cosa più bella di vivere a colori. Ed è proprio attraverso il potere del colore che voglio trasmettere questo messaggio.
La storia di Nicoletta è quella di una donna forte, coraggiosa e sensibile, che combatte contro il tumore al seno senza smettere di lottare, di sorridere e di amare la vita. Le sue opere non sono solo un modo per rilassarsi e liberare la mente, ma sono parte di un grande progetto, quello di diffondere fra i giovani il tema della prevenzione e di raccogliere fondi per l'Istituto Europeo di Oncologia (IEO).
Proprio per questo nss G-Club ha chiesto a Nicoletta di raccontarsi e di raccontare il suo progetto, in una mini intervista.
Raccontaci qualcosa di te.
Ho trent'anni, sono Marchigiana, nata a Recanati, e vivo a Milano da undici anni. Mi sono trasferita qui a 19 anni per frequentare il corso triennale di Fashion Design all'Istituto Marangoni e, dopo un master alla Creative Academy in Design and Applied Arts, ho iniziato il mio percorso lavorativo all'interno del settore moda come shoes designer. Il primo brand che mi ha permesso di entrare in questo mondo è stato Chloè, dove sono rimasta per quattro anni e mezzo.
Un anno fa, la diagnosi. Come hai vissuto il cambiamento nella tua vita? E come è nata l’idea di Ni.art.gallery?
Il 10 Giugno 2019 è il giorno in cui mi viene comunicata la diagnosi di tumore al seno: uno shock, quel giorno rimarrà indelebile per il resto della mia vita. Il pensiero costante era la paura, con cui ho dovuto imparare a convivere quando all'improvviso mi sono ritrovata catapultata in un mondo completamente nuovo, dalla moda agli ospedali; è iniziato il mio percorso allo IEO, dove sono attualmente in cura, supportata da un team di oncologhe donne che mi danno la forza di andare avanti. La prima cosa che ho fatto è stata quella di tagliare i capelli: i capelli rappresentavano un altro problema, in quanto simbolo di femminilità.
Ad un anno dalla diagnosi, nel pieno delle cure, mi sono ritrovata a dipingere. Per puro caso, durante la quarantena, ho deciso di comprare un cavalletto, tele ed acrilici per tenere la mente impegnata. Da un quadro, ne è arrivato un secondo, poi un terzo, e così via.. fino a che ho deciso di parlarne allo IEO e grazie alla loro disponibilità ha iniziato la vendita e raccolta fondi per la ricerca. Infatti, parte del ricavato dei quadri è devoluto alla Fondazione IEO-CCM (Istituto Europeo di Oncologia e Centro Cardiologico Monzino).
Avevi già dipinto prima? A cosa ti ispiri per le tue opere e quali tecniche usi?
La vera passione per la pittura l'ho scoperta ora! Ho sempre disegnato - anche per lavoro - e da piccola dipingevo, ma era da tanti anni che non mi dedicavo alla pittura. Uso la tecnica dell'acrilico su tela; dipingere è un modo per rilassarmi, mi fa perdere la percezione del tempo e della realtà.
Uno degli obiettivi della tua arte è la sensibilizzazione e l’attenzione al tema della prevenzione. Quali sono ad oggi i mezzi principali per informarsi?
Il mio scopo, e sogno, è quello di far arrivare attraverso i miei quadri un messaggio di energia, positività e sensibilizzazione al tema della prevenzione. Il messaggio che cerco di far emergere dai dipinti è la gioia di vivere a colori. Penso che ad oggi noi giovani siamo poco informati riguardo il tumore al seno. È un tema importantissimo, visto che purtroppo può colpire qualsiasi donna, a qualsiasi età. Oramai tutto ruota attorno ai social, che sono il mezzo più diretto, potente ed accessibile nella società odierna, ma spesso trattano questo tema ancora come un tabù. Io, a 29 anni, non avevo mai fatto un ecografia al seno, non sapevo in cosa consistesse una ago-biopsia o una Pet. Il mio intento è raccontare la mia esperienza di vita per far sì che i giovani come me possano percepire l'importanza del prevenire piuttosto che curare.