Perché scottarsi non è cool
Un piccolo vademecum per abbronzarsi in sicurezza
11 Agosto 2022
Ora che (finalmente) è arrivato l’appuntamento con l’estate e le tanto attese vacanze di agosto, evitare le scottature solari è essenziale per salvaguardare la salute della nostra pelle. Ma facciamo un attimo chiarezza. I raggi ultravioletti si dividono in UVA, UVB e UVC: questi ultimi vengono bloccati dall’ozonosfera, gli UVB sono parzialmente filtrati dall’atmosfera e dalle nuvole, mentre gli UVA possono oltrepassare anche i vetri. Gli UVA sono presenti tutto l’anno e purtroppo possono agire anche in caso di cielo nuvoloso perché raggiungono la nostra pelle anche attraverso un vetro. Raggiungendo anche il derma, sono una delle cause principali di produzione di radicali liberi, responsabili del foto-invecchiamento precoce, di fenomeni di reattività della pelle e di disturbi della pigmentazione. Gli UVB sono molto più forti e possono causare scottature, ma a ridurne l’intensità può essere sia una giornata nuvolosa che un vetro - sono in pratica quelli che determinano la reazione della nostra pelle con la comparsa dell’abbronzatura ma sono anche responsabili di rossori e reazioni allergiche. Eppure, raggi solari non hanno soltanto effetti negativi, ad esempio sono molto importanti per la sintesi di vitamina D; basta un’esposizione corretta per ottenere gli effetti benefici e - più importante - proteggersi.
Ma come funzionano nello specifico le creme solari?
Le creme e gli oli solari contengono due diversi tipi di filtri: fisici e chimici. I filtri fisici agiscono in modo meccanico. In pratica riflettono e disperdono i raggi solari perché contengono sostanze opache (biossido di titanio, ossido di zinco) che funzionano da “specchio”, respingendo, senza distinzione, tutte le radiazioni. I filtri chimici, invece, contengono molecole organiche complesse (oxibenzone, fenilbenzilimidazolo, acido sulfonico, butil metoxidibenzoilmetano, etilexil metoxicinnamato), che assorbono l’energia della radiazione solare e la restituiscono in parte, sotto forma di calore. Ognuna di esse assorbe una specifica lunghezza d’onda (UvA e UvB). Diversamente agiscono invece le sostanze fotoprotettive che si assumono per bocca, per esempio i carotenoidi, derivati dalla carota. Si depositano nelle ghiandole sebacee e nel derma e inibiscono le reazioni di ossidazione, neutralizzando i radicali liberi che si generano durante l’esposizione ai raggi Uv. Non sostituiscono comunque l’azione dei filtri.
E cosa indica l’SPF?
SPF è l’acronimo “Sun Protection Factor” ovvero fattore di protezione solare. Maggiore è il numero indicato sulla confezione, maggiore sarà il grado di protezione solare. Una protezione “alta” è data, per esempio, da una crema con SPF 30, mentre un prodotto con SPF 50+ è considerato a protezione solare “molto alta”. Questo numero indica la capacità del prodotto solare di proteggere dall’aggressione dei raggi UVB, anche se un ottimo prodotto dovrebbe offrire una protezione anche nei confronti dei raggi UVA. L’ SPF, quindi, è un indice della capacità della crema di proteggere la nostra pelle dai raggi UVB, mentre la sigla PPD indica la protezione nei confronti dei raggi UVA. Un buon prodotto dovrebbe perciò contenere una protezione sia dai raggi UVB che da raggi UVA per poter offrire una protezione ottimale nei confronti dei raggi UV.
Quale crema scegliere e ogni quanto spalmarla?
Imparare a leggere le confezioni è molto importante: una volta capito che cos’è il SPF, abbiamo visto che è bene scegliere una protezione solare che difenda anche dai raggi UVA. Una tipologia cutanea chiara, dovrà scegliere sicuramente una protezione molto alta e dovrà applicarla frequentemente. La quantità media per proteggere tutto il corpo dipende dal peso e dall’altezza della persona e la crema va applicata almeno mezz’ora prima di esporsi al sole. Il consiglio poi, è di rinnovare l’applicazione frequentemente e abbondantemente per mantenere la protezione solare, specialmente dopo aver sudato o dopo essersi bagnati o asciugati. L’altra parola d’ordine è diversificare: il viso ha bisogno di una protezione diversa rispetto a quella del resto del corpo, così come si avrà bisogno di un SPF più alto se si fa attività fisica sotto il sole per diverse ore. Last but not least, ci si deve inoltre esporre al sole con calma, aumentando il tempo passato sotto i raggi UV lentamente: 40 minuti il primo giorno, un’ora tra il secondo e il terzo, fino ad arrivare a 3-4 ore dopo 4-5 giorni. E anche avere cura di non stare al sole nelle ore più calde.
nss G-Club ha selezionato per voi le 10 creme solari perfette per abbronzarsi in sicurezza: