Perché il web è contro il make-up di Ursula nel nuovo film "La Sirenetta"?
C’entrano il risultato di scarsa qualità e il mancato omaggio a Divine
22 Maggio 2023
Ormai ci siamo quasi. Il 24 maggio arriverà al cinema La Sirenetta, la versione live-action dell’iconico cartoon del 1989 che vedrà Halle Bailey, parte con la sorella del duo musicale Chloe x Halle, nei panni di Ariel. L’hype attorno al progetto è alto, per via del cast inclusivo, ma, soprattutto per il lato beauty. Gli appassionati del settore, infatti, non vedono l’ora di scoprire come l'estetica mermaidcore così popolare negli ultimi mesi verrà rappresentata sullo schermo. A volte, però, le aspettative vengono deluse ed è quello che purtroppo è successo qualche giorno fa quando la Disney ha pubblicato un video time-lapse che mostra la trasformazione beauty di Melissa McCarthy in Ursula. Il video ha scatenato una serie di commenti social negativi e opinioni sfavorevoli riguardo al risultato del make-up, provenienti soprattutto da parte della comunità LGBTQIA+. In molti speravano che il ruolo della strega del mare venisse assegnato a Lizzo o una persona POC queer e, quando questo non è accaduto, avevano creduto che almeno a livello estetico sarebbe stato fatto un lavoro spettacolare in grado di omaggiare al meglio l’ispirazione originale dell’antieroina, cioè Divine, icona delle drag radicali e provocatorie, conosciuta ai più come musa di John Waters e come protagonista di Pink Flamingos.
Ursula Sirenetta: il riferimento è chiaro
Come si sono incontrati due mondi apparentemente lontani come quello di Divine e quello di Disney? Il collegamento è un uomo di nome Howard Ashman. La fiaba originale di Andersen non dava molti dettagli sull’aspetto della strega del mare, così, all'inizio, i registi e gli animatori che lavoravano al cartone animato avevano creato diverse versioni di Ursula, compresa una ispirata a Joan Collins. La svolta decisiva arrivò con uno schizzo dell’animatore Rob Minkoff che rappresentava una vampira in sovrappeso, con una coda di squalo e un Mohawk rosa, che tutti concordavano somigliasse molto a Divine. È a questo punto che il contributo di Ashman diventa decisivo. Il drammaturgo, che in The Little Mermaid era sia produttore sia autore di musiche e dialoghi insieme a Alan Menken, era gay e, come Divine, veniva da Baltimora. I due frequentavano gli stessi ambienti e Ashman apprezzava il senso dell’umorismo e l’esagerata rappresentazione della bellezza femminile di Divine, così, quando vide gli schizzi di Ursula suggerì di accentuare la somiglianza con la drag queen, non solo per i lineamenti e l’aspetto fisico, ma per il trucco e le movenze. Il risultato fu la Ursula che tutti conosciamo e amiamo: una strana creatura col corpo da polpo inguainato in un vestito nero lucido, i tentacoli viola, il rossetto rosso vivo dello stesso colore dello smalto, l’ombretto vistoso che le enfatizza lo sguardo e capelli cotonati, di una tonalità platino, quasi bianca.
Ma i risultati hanno deluso
Le aspettative erano, quindi, di vedere nel film, un omaggio ancora più esplicito a Divine, alla comunità LGBTQIA+ e alle drag queen con un make-up spettacolare come quello a cui ci ha abituato lo show RuPaul's Drag Race. Insomma, qualcosa che lasciasse il segno come si potrebbe immaginare da una produzione con un budget di circa 200 milioni di dollari. Invece, secondo molti per quanto riguarda la strega del mare del live-action a mancare sono sia una rappresentazione adeguata delle ispirazioni iniziali di Ursula sia la qualità del trucco. Il video del making of ha messo in luce una grande mancanza di creatività. Molti hanno paragonato il make-up sul viso di McCarthy, caratterizzato da sopracciglia asimmetriche, ombretto monodimensionale e contouring terribile, alla pittura per il viso amatoriale che si potrebbe trovare ad una festa in casa di Halloween.
Critiche e polemiche
La mancata qualità del look di Ursula ha confermato le preoccupazioni di molti riguardo alla scelta di un’attrice etero e plus size per il ruolo di Ursula. Alcuni speravano, assegnata la parte a McCarthy, almeno il make-up artist appartenesse alla comunità queer. In ogni caso, non si tratta di un giudizio contro la famosa attrice, la Suki di Gilmore Girls, che è stata la prima a riconoscere l'importanza del ruolo in una recente intervista a Deadline e che negli anni ’90 si esibiva come drag character: "Spero solo di rendere ogni incredibile drag queen orgogliosa con La Sirenetta. Solo per dare lo stesso atteggiamento – per dire a qualcuno "Dai il massimo, buttalo là fuori, senza scuse, fallo a modo tuo". Volevo per dare a Divine tutto ciò che era dovuto".