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Cosa significa essere un brand beauty indipendente in Italia?

Intervista a Chiara Cubicciotto, fondatrice di Nina Smith

Cosa significa essere un brand beauty indipendente in Italia? Intervista a Chiara Cubicciotto, fondatrice di Nina Smith

Il mondo è dei giganti, e su questo non ci piove. Si parla della forza delle grandi aziende e dei grandi marchi in diversi settori, e quello del beauty e della cosmesi non fa eccezione. Piano piano, però, emergono anche brand piccoli, indipendenti, Made in Italy, che con costanza e tenacia si fanno spazio in un mondo in forte crescita, ma anche soggetto a grandi cambiamenti. Per capirne di più abbiamo scambiato due chiacchiere con Chiara Cubicciotto, fondatrice del brand beauty Nina Smith, che ci ha raccontato la sua esperienza. 

Nina Smith, un brand che parte da un sogno

Quando hai capito che avresti voluto creare qualcosa? Perché sei partita proprio dal mascara?

Creare fa parte di me e delle mie radici familiari, a prescindere da cosa io stia progettando. Perché il mascara? Perché non ne ho mai trovato uno di cui veramente mi sia innamorata. Essendo gli occhi una parte della donna che amo, il mio intento è di valorizzarli sempre. Puoi anche uscire senza trucco... ma non senza mascara!

Cosa significa essere un piccolo brand beauty indipendente, in Italia?

Partiamo dal presupposto che in Italia niente è facile, che tu sia piccolo medio o grande. Affermarsi in questo paese mette a dura prova i giovani come me. Quindi essere un brand beauty indipendente in Italia significa nuotare controcorrente, ma piano piano con perseveranza si può arrivare dove si desidera.

Quali sono le sfide più dure e le soddisfazioni più grandi?

La sfida più dura è arrivare al consumatore facendo capire che sono un prodotto Made in Italy. La soddisfazione più grande è quando mi ritrovo ragazze che sono al quinto o sesto ordine e che sono fedeli a Nina Smith.

L'industria del beauty accoglie i piccoli brand o tende a respingerli, nella tua esperienza?

L'industria accoglie un po' tutti. I piccoli brand di beauty fanno più fatica naturalmente, soprattutto quando l'idea nasce da un sogno. Poi ci si  interfaccia con la realtà, ed è lì che devi essere concreta. Bisogna saper resistere. Nella mia esperienza non posso ancora dire di essere realizzata perché voglio sempre di più.

Si parla di esperienze offline, di perdita di forza dello shopping online. Pensi che il futuro del beauty sia nelle esperienze di persona e nella community? 

Penso che essendo una generazione che attualmente si affida allo shopping online sia sempre più complicato agire diversamente. Ordiniamo tutto online, anche il cibo. Anche se io mi affido sempre all’esperienza dell'amica o della mamma che mi racconta di un prodotto che ha testato e che le piace, che è fidelizzata.

E la presenza sui social e i rapporti con i content creator quanto contano, per un brand come il tuo?

Oggi i social sono le vetrine di tanti anni fa e sicuramente hanno un peso importante. I content creator contano meno oggi di quando c'è stato il boom. Oggi devi essere credibile, avere tanti follower non significa per forza convertire. Mi piace più seguire la ragazza da 10k che quella da 1 milione che viene pagata per dire ciò che nemmeno pensa. Posso amare Jennifer Lopez che mi propone un prodotto, magari lo comprerò anche. Ma se poi non mi trovo realmente bene cambierò velocemente così come cambia il mercato intorno a noi. Ripeto mi fido più della mia vicina di casa che incontro con un bel rossetto o un buon profumo.

Che tipo di persona hai in mente quando crei i prodotti Nina Smith? Quanto è importante per te il rapporto con il cliente?

La persona che ho in mente quando penso a Nina non ha un età specifica... è semplicemente una donna, una ragazza che si affaccia al mondo della bellezza, che ama prendersi cura di sé e del suo sguardo e che nel suo quotidiano si prende un momento per pensare a se stessa, non trascurandosi mai. Il rapporto con il cliente credo sia la base per una buona riuscita, adoro prendermene cura, rispondere alle mail e ai messaggi. Sono sincera, spesso quando gli ordini sono da Napoli faccio io le consegne.

Cosa consiglieresti a una persona che vuole intraprendere questa strada? Cosa c'è nel futuro di Nina Smith?

Consiglio a tutti di intraprendere il percorso in cui credono e avere tenacia, perché per ottenere un buon risultato ci vuole tempo, ed il tempo piano piano restituisce tutto. C'è sempre qualcosa nel futuro di Nina Smith: uscirà altro nel beauty ma non mi limiterò a questo. Non mi stupirei se in futuro mettessi in vendita una linea di confetture.

Che futuro c'è per i brand indipendenti in Italia?

Insomma, nelle parole di Chiara Cubicciotto lo spazio per i brand indipendenti c'è e va sfruttato con tenacia e determinazione. I dati le danno ragione. Secondo le ricerche l'indie beauty è sempre più forte e anzi traina una parte del settore, spingendola a rinnovarsi e creando una dialettica costruttiva per tutti, tra le nuove sfide del beauty tech e della personalizzazione trainata dall'Intelligenza Artificiale.