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E se l'ossessione per la pelle perfetta diventasse una malattia?

Sta già succedendo, e si chiama dermorexia

E se l'ossessione per la pelle perfetta diventasse una malattia? Sta già succedendo, e si chiama dermorexia

Abbiamo veramente bisogno di uno scaffale intero pieno di creme, sieri, scrub, detergenti e dispositivi per la nostra beauty routine? Assolutamente no. Eppure non sappiamo resistere all'eco dei nuovi prodotti che arrivano continuamente sul mercato, con le loro confezioni instagrammabili e le promesse di risultati miracolosi, né alla pletora di video di TikTok, nei quali creator e sedicenti esperti ci decantano le doti dell'ultimo siero all'acido ialuronico. Così compriamo e aggiungiamo l'ennesimo prodotto inutile ad una routine da decine di passaggi. Perché lo facciamo? Ad essere sinceri, la cosa ha ben poco a che fare con la salute della pelle e molto più con l'apparire perfette, per cercare di adeguarci a standard che sono spesso irrealistici e inarrivabili, tossici e escludenti. L'idea che quella ruga sulla fronte sia solo il primo segno di una decadenza fisica, lo spuntare di un brufolo, bene visibile sulla punta del naso, o i pori che si allargano invadendo il viso come alieni sul suolo lunare non sono solo piccoli difetti da minimizzare col make-up, sono nemici che ci negano il privilegio della bellezza e, per questo, sono da abbattere a colpi di principi attivi. Se l'acido ferulico non funziona, passiamo alla trenitoina. Se anche quella non dà i risultati sperati proviamo con l'acido cogico, poi ci imbottiamo di collagene e così via fino a stratificare formulazione che, invece, di aiutarci peggiorano la situazione. Dovremmo fermarci. Limitarci a detergere, idratare e proteggere dal sole. Alcuni di noi, però, non ci riescono. Quando la skincare diventa ossessione, un comportamento compulsivo, si parla di dermorexia.

@olafflee it’s an addiction using; @LA MER the cleanser @Fresh Beauty sugar face polish @Dr.Jart+ UK vital Hydra solution mask @Dior eye patches @currentbody LED mask (ib: @Jasmin original sound - Meme page

Che cos'è la dermorexia?

Mutuando il termine ortoressia, cioè una preoccupazione patologica verso il cibo sano, il benessere e l'esercizio fisico, Jessica DeFino è stata la prima a parlare di dermorexia. L'editorialista del Guardian, specializzata nel settore della bellezza, ha coniato il neologismo per indicare "una serie di comportamenti ossessivi verso la skincare, abilitati e incoraggiati dall'industria della cura della pelle: adolescenti che escogitano routine anti-età in più fasi per paura di future rughe, adulti che si indebitano per sottoporsi a trattamenti iniettivi, uniti dalla preoccupazione frenetica e intergenerazionale per i retinoidi, gli acidi esfolianti e la ricerca di una luminosità irraggiungibile". All'interno della sua newsletter, The Review of Beauty, DeFino cita a supporto anche uno studio apparso sulla National Library of Medicine nel quale si vuole dimostrare come stia aumentando l'uso eccessivo, ripetuto e persistente di prodotti diversi per la cura del viso e del corpo, ormai pratiche e comportamenti di vera e propria dipendenza nell'uso delle procedure cosmetiche.

@leanne_page POV: you’re skincare obsessed #skincare #skincareroutine #skincareasmr #selfcare #selfcareasmr IT GIRL (Sped up Version) - Aliyah's Interlude

Il confine sottile tra routine e dipendenza

Prendersi cura di sé e voler apparire al meglio sono desideri legittimi. Talvolta, però, il confine tra beauty routine e dipendenza si fa labile, quasi impercettibile. La skincare si trasforma in disturbo di percezione di sé, in dismorfofobia, intaccando la nostra salute fisica e mentale. Le cause? Sono molte e a volte soggettive. Certamente la pressione a cui siamo sottoposti tutti e soprattutto i più giovani è enorme. L'imperativo che arriva da ogni parte è avere una pelle flawless, luminosa, bella e senza età. Acne e rughe non sono un'opzione. Così, adulti e ragazzini, siamo costantemente preoccupati per imperfezioni cutanee, che spesso sono inesistenti o minime, dedicando tempo e risorse per trattamenti e prodotti che probabilmente nemmeno ci servono. Dalla cura siamo passati alla patologizzazione della pelle, ma senza un dermatologo che ci indichi una cura. Spesso anche senza un reale problema da trattare. Un po' come i Sephora kids, i pre-adolescenti che fanno incetta di prodotti skincare, affogano la pelle con strati su strati di idratanti, anti-età, ingredienti attivi e qualsiasi altro elisir miracoloso di cui non hanno bisogno e che sono inadatte alle esigenze della loro età.

@ellanicolebedingfield She wouldn’t threaten you in the isles though i swear #sephorakids #drunkelephant #drunkelephantkids #sephorakids?? #sephorakid #byoma #kidsoftiktok Put That Down frfr - Carefree shoutout Fefe

Less is more anche nella skincare

L'inseguimento della perfezione estetica coincide con una beauty routine dai mille passaggi, in cui si stratificano creme su creme, sieri su sieri e prodotti diversi fra loro che, invece, di portare giovamento, tendono a sensibilizzare la pelle, fino a renderla più soggetta a varie problematiche. Il mix incontrollato di principi attivi mette a rischio la capacità intrinseca di protezione della pelle, sconvolgendo il suo microbioma e danneggiando la barriera cutanea, causando infiammazione, irritazione e sensibilità. Questo comportamento non compromette solo il nostro fisico, ma anche la salute mentale. Come sottolinea DeFino, anche se ci viene detto che la cura della pelle è cura di sé e contribuisce al nostro benessere, i dati mostrano esattamente l'opposto: "Stiamo assistendo a un aumento dei casi di ansia, depressione, dismorfismo facciale, dismorfismo corporeo, pensieri ossessivi, comportamenti ossessivi, autolesionismo e persino suicidio correlati all'aspetto. Tutte queste cose sono associate alla pressione di soddisfare uno standard di bellezza irrealistico e disumano". Esiste una soluzione? Forse ascoltare i bisogni reali del nostro corpo, chiedere una consulenza ad un medico e non seguire i suggerimenti di un influencer che, in molti casi, è pagato per sponsorizzare un determinato prodotto. Ma non basta. Il problema è più ampio e sfumato. Andrebbe ripensato tutto il concetto di bellezza e debellato quello di perfezione. La paura è che questo non avvenga mai, che gli standard tossici siano talmente radicati in noi da essere invincibili. Speriamo di avere torto e vedere un reale cambiamento.