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Siamo state a Seul con Yepoda

Alla scoperta della skincare coreana e del suo impatto culturale

Siamo state a Seul con Yepoda Alla scoperta della skincare coreana e del suo impatto culturale

Per il nostro stile di vita occidentale, fatto di vite frenetiche, di colazioni in macchina mentre si corre in ufficio o a scuola, di risoluzione dei problemi spiccia e veloce, la beauty routine coreana è stata una vera e propria scoperta. Una scoperta interessante ma forse troppo poco realistica, almeno nel quotidiano. Siamo abituati al tutto e subito, alla mancanza di costanza, al finish matte, a correggere tutto con il make-up, che tanto poi si vedrà. Abbiamo bisogno di trovare del tempo, di prenderci cura di noi, di andare a fondo. Questo spiega forse il grande successo di Yepoda, realtà europea che a partire dal 2020 porta da noi l'essenza della Corea, e il suo approccio skin first alla bellezza, rendendola accessibile anche a noi

Le parole dei founder Veronika e Sander

A Seul abbiamo iniziato il nostro viaggio in questo mondo affascinante e rarefatto - alla ricerca della perfezione perpetua - che è la skincare coreana. In primis abbiamo scambiato due chiacchiere con Veronika Strotmann e Sander Joonyoung van Bladel, fondatori di Yepoda. "Io per metà coreano e per metà olandese" esordisce Sander quando gli chiediamo da dove nasce questa passione. "Ogni volta che visitavo la Corea, miei amici mi chiedevano sempre di portargli dei prodotti di k-beauty. Mi sentivo orgoglioso. Sono cresciuto in una famiglia per metà coreana, e le persone sono sempre state interessate alla mia cultura. Quindi era emozionante condividerla con loro". Gli fa eco l'esperienza di Veronika: "Sono venuta in Corea per la prima volta nel 2017 e ho immediatamente pensato che la scena beauty qui fosse davvero nuova ed emozionante. C’erano tantissimi negozi e prodotti unici, gadget interessanti. Mi sembrava che il beauty fosse più importante". E allora perché non iniziare a crearli e produrli in prima persona, questi prodotti dall'anima coreana per gli amici europei? Lo hanno fatto, con diversi centri produttivi, anche nei dintorni di Seul. Uno di questi lo abbiamo visitato in prima persona, e abbiamo osservato la produzione di The Midnight Magic, maschera notte alla lavanda con acido ialuronico e centella asiatica.

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La differenza tra skincare occidentale e coreana

La seconda domanda verte sulle differenze tra Corea ed Europa nell'approccio al beauty. "In Europa si tende a lavarsi la faccia, a mettersi della crema idratante e poi a concentrarsi sul make-up" dice Sander. "Di contro, la skincare coreana tradizionale tende alla costruzione di un'intera routine, che si concentra sulla prevenzione dei problemi della pelle. In Europa le persone tendono a trattare i problemi a mano a mano che si presentano, spesso con prodotti poco delicati. I coreani vedono la skincare come un vero e proprio investimento, trattano la loro pelle come un abito che indosseranno per tutta la vita". Naturalmente, entra in gioco anche la cultura. "Mia madre ha notato la differenza quando è arrivata in Europa 35 anni fa. Ai tempi c'era molta meno attenzione sulla skincare e sui prodotti beauty in Olanda, mentre in Corea stava già succedendo".

Una questione culturale, parola di Mr. Ham

A proposito di cultura, durante la nostra avventura abbiamo avuto l'enorme piacere e privilegio di incontrare Mr. Ham, make-up artist dei k-pop idol e da ormai più di 20 anni esperto di bellezza coreana. Lui ci ha spiegato nel dettaglio la crescita del k-beauty, i suoi numeri e le sue prospettive, le sue parole chiave, la sua presa su una popolazione che, alla giovinezza e alla bellezza, tiene moltissimo e che per questo ha ideato questa routine, la cui applicazione è quasi un rito. Poi ci ha mostrato quelli che secondo lui sono i passaggi chiave per ottenere la glass skin, croce e delizia del k-beauty, una pelle talmente sana e glowy da sembrare di vetro, ma senza artifici di make-up. Siete curiosi? Si tratta di tre semplici step: double cleansing, idratazione e protezione solare. Dopo un makeover da vera ragazza coreana, dove abbiamo imparato ad applicare il blush sotto gli occhi, un'altra bella immersione culturale. Al centro estetico Comme Aesthetic, infatti, ci siamo sottoposte a un'analisi della pelle e a un trattamento fatto con dei macchinari all'avanguardia, che giocano con la temperatura per aprire i pori e permettere ai prodotti (che naturalmente sono Yepoda) di penetrare in profondità. Qui abbiamo scoperto che gli standard coreani per una pelle idratata sono altissimi, e abbiamo sconvolto il fondatore del centro, Wonju Lee, con la secchezza della nostra pelle.

Un'esperienza arricchente

Nonostante la secchezza del nostro viso, l'esperienza a Seul si è rivelata positiva a tutto tondo. Abbiamo scoperto una città viva, tentacolare, piena. Abbiamo mangiato dell'ottimo cibo e abbiamo riflettuto a fondo su come l'industria del beauty racconti tanto di un popolo, di una nazione, di una città, delle persone che la vivono. Molto più di quanto potrebbe sembrare se ci si ferma a un livello superficiale. Racconta del suo approccio alla bellezza e all'esistenza, alla risoluzione dei problemi, racconta dei suoi ideali, del suo passato e del suo futuro. E quando questi approcci e queste idee, tutte diverse, si incontrano, nascono delle sinergie uniche, che avvicinano e arricchiscono.