Cosa ci riserva il futuro del wellness?
L’approccio al benessere polarizzato verso opposti, come softcare e hardcare, detta le tendenze del 2025
25 Dicembre 2024
Avvicinandoci alla fine del 2024, è naturale fare un bilancio di quello che è successo nel corso dell’anno ed iniziare a guardare avanti, a cosa potrebbero portare i prossimi 12 mesi. Ci domandiamo quale sarà il futuro di moda e bellezza, ma, in particolare, del benessere, un mercato globale che si prevede crescerà da 5,6 trilioni di dollari di oggi a 8,5 trilioni di dollari entro il 2027. Per le persone, il wellness non è mai stato una priorità così importante come ora e l’andamento del settore - caratterizzato da tendenze che si evolvono rapidamente - plasma sempre di più il nostro approccio alla salute e alla cura di sé. Con innovazioni tecnologiche all’avanguardia e indossabili che forniscono coaching in tempo reale e la ricerca di uno stile di vita che dia priorità alla salute a lungo termine, il benessere sta entrando in una nuova era in cui i confini tra salute olistica e tecnologia all’avanguardia si stanno confondendo come mai prima. Attenzione: questo non significa che ci sia una narrazione del benessere o una tendenza unificante. Anzi. Stanno emergendo due approcci opposti, ma entrambi rilevanti, che il Global Wellness Summit definisce “softcare” ed “hardcare”.
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Cos’è il softcare wellness?
Molti di noi sono cresciuti seguendo un’etica del lavoro stacanovista o, se preferite, hustle culture, secondo la quale è indispensabile lavorare di più e più duramente ambendo alla perfezione che ci restituisca - oltre ad un tornaconto economico - una sorta di validazione sociale. Le nuove generazione hanno capito che questa devozione totale al lavoro porta solo al burn out e che, invece, se vogliamo salvaguardare il nostro benessere fisico e mentale è necessario un equilibrio tra lavoro e vita privata. È lo stesso concetto promosso dal soft living, trend che colleziona milioni di views su TikTok e incoraggia a prendersi del tempo per prendersi cura di sé, per rilassarsi, con regolari routine e attività che portano gioia e relax, senza la pressione costante di mettersi in mostra o raggiungere risultati. Il softcare è proprio questo: dare priorità al benessere emotivo e sociale. Si tratta di un approccio low-fi, gentile e introspettivo, che predilige pratiche soft come lo yoga a lume di candela, gli esercizi di meditazione, il Lazy Girl Workout, il journaling, il silent walking. Persino il Bed Rotting, cioè il trascorrere intere giornate a poltrire a letto, rientra nel softcare wellness, se interpretato come un’occasione per rallentare, per riappropriarsi del proprio tempo.
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Cosa si intende per hardcare wellness?
Se da un lato c’è il softcare wellness, per cui contano elaborare pensieri e sentimenti spesso ignorati e inespressi e coltivare connessioni con se stessi e con gli altri, dall’altro lato c'è l’hardcare wellness, un approccio fortemente influenzato dalla tecnologia e focalizzato sui risultati. È l’antitesi dell’entrare in sintonia con i propri sentimenti e bisogni emotivi. L’importante è ottimizzare ogni allenamento, trattamento, dieta o farmaco affinché performi al massimo e porti al raggiungimento dell’obiettivo, che sia il dimagrimento o la longevità. Chi abbraccia questa tendenza adora l’high-tech, il biohacking e la tecnologia sanitaria indossabile, dai tracker che allineano i piani di fitness e nutrizione al DNA, allo stile di vita e agli obiettivi di salute di chi li indossa al fitness coaching basato sull’intelligenza artificiale, dalla meditazione in realtà virtuale ai dispositivi di biofeedback, dalle cuffie di neurostimolazione ai booster NAD+. Questo bisogno di essere sempre aggiornati sui propri valori - che molti imputano ad una sorta di sfiducia verso il sistema sanitario nazionale nata durante il COVID - alimenta il mercato di gadget e le app dedicati al wellness e a tutta la sfera della salute fisica.
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Quale sarà il futuro del benessere?
Nonostante siano contrapposti, il fine ultimo di questi approcci al benessere è lo stesso: la longevità. Non importa se si preferisca softcare o hardcare, si potrebbe anche prendere il meglio tra i due, quello che conta è vivere bene e più a lungo possibile. I consumatori sono sempre più consapevoli e informati. Prediligono approcci proattivi e cercano attività e trattamenti dall’efficacia supportata dai dati, vogliono controllare le formulazioni dei prodotti e come ogni step del loro “percorso di wellness”, arrivando, in casi estremi, persino a sostituirsi al medico, con tutti i rischi che questo comporta. Come anticipato dal rapporto Top Global Consumer Trends 2025 di Euromonitor International, è in corso un profondo cambiamento nella percezione di cosa significhi benessere che, inevitabilmente, plasma il settore. Wellness non è più sinonimo di giornate alla spa, scrub costosi o di corpi scolpiti dal fitness ossessivo. O, almeno, non solo. Ha raggiunto in significato più sfumato e personale, che unisce sia chi cerca un’evoluzione interiore ed esteriore sia chi, con la scusa di agire per “stare meglio”, trasforma il pilates o l’hot girl walk in una performance acchiappa like.