La pseudoscienza estetica è il beauty trend che vogliamo lasciare nel 2024
No, fisiognomica e frenologia non sono un modo simpatico e utile per applicare meglio il make-up
03 Gennaio 2025
Con i suoi 40 muscoli, il volto è la parte più espressiva del nostro corpo e dice molto di più di quanto immaginiamo. Rivela indizi sulla nostra salute e la nostra emotività. Ad esempio un certo pallore o le occhiaie possono indicare una carenza di ferro e le sopracciglia aggrottate possono indicare preoccupazione. C’è anche un gruppo sempre maggiore di persone convinta che il viso non sia solo una manifestazione esterna di ciò che sta accadendo internamente, ma che il colore, la forma, le dimensioni e la prominenza delle sue caratteristiche rispecchino la moralità e l’intelligenza di una persona. Per citare Roald Dahl, “una persona che ha buoni pensieri non può mai essere brutta.” Sembra essere questa la grande massima alla base di molti degli ultimi beauty trend di TikTok, che, con la scusa della scelta del make-up giusto, ci costringono ad analizzare l’altezza della fronte, la simmetria delle sopracciglia, la distanza tra gli occhi, la prominenza degli zigomi, la dimensione del naso o la carnosità delle labbra, giocando con pseudoscienze da tempo screditate come fisiognomica e persino frenologia.
Le derive problematiche dei trend beauty su TikTok
Quante volte scrollando su TikTok ci siamo imbattuti in suggerimenti su come truccarci e apparire più belli in base a misurazioni e tipologie di naso, bocca, occhi e altri connotati distintivi del volto? Non stiamo parlando della solita Golden Ratio of Beauty Phi, secondo cui la bellezza di un individuo è determinata dalla simmetria del suo viso, citata ogni volta che vengono eletti le donne e gli uomini più belli del mondo. Si sprecano i contenuti che ci spingono ad osservare, sezionare e analizzare in modo quasi spietato ogni centimetro fino a chiederci “ho un high visual weight o un low visual weight?” o a tracciare l’inclinazione del Canthal Tilt, ovvero l’angolazione degli occhi rispetto al viso. Si traccia una linea che collega l’angolo esterno di ciascun occhio. Se la nostra inclinazione è negativa veniamo ritenuti poco attraenti, mentre se è positiva possiamo vantarci di essere attraenti.
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Queste tendenze fanno leva ed esacerbano le nostre insicurezze, contribuiscono a farci iper-fissare sui nostri difetti percepiti e spingono le donne verso un tipo di bellezza convenzionalmente hot, preferibilmente cis, bianca e magra, con una perfetta Instagram Face, in linea con l’algoritmo e radicata nel patriarcato, nella quale le uniche differenze concesse sono il colore dei capelli e dell’ombretto. Basta pensare ai contenuti che dividono in archetipi come sirena, fata, vampira o strega, ma, che si tratti di capire la differenza tra “occhi da cerbiatta” e “occhi da sirena”, tra “cranio dell’angelo“ o “cranio della strega”, molte di queste tendenze categorizzano spietatamente le caratteristiche delle persone. Questa continua pratica di face reading amatoriale e irrazionale ha derive molto più problematiche e sinistre, perché si ricollega e riporta alla luce pseudoscienze estetiche come la fisiognomica e la frenologia, storicamente usate come base per il razzismo scientifico e l’eugenetica, condivise dai cultori della supremazia bianca e dai contemporanei partiti di estrema destra, ma anche da figure pubbliche come Elon Musk, che recentemente ha supportato l’esistenza di una correlazione tra le dimensioni del cranio e l’intelligenza.
Il ritorno delle pseudoscienze estetiche
Su TikTok si moltiplicano tendenze e contenuti apparentemente leggeri, mascherati da consigli per il make-up, che attraverso la lettura del viso e della sua struttura scheletrica, affermano un legame tra bellezza e moralità, come se l’io esteriore in qualche modo rispecchiasse quello interiore. Purtroppo, si tratta di un concetto che ha attraversato la storia arrivando fino ad oggi, popolare non solo tra le comunità di incel e femcel o su forum di troll tra cui 4Chan, dove frasi del tipo “la fisionomia non mente mai” sono un modo altisonante di definire qualcuno brutto e mentalmente difettoso allo stesso tempo. Ad esempio, come riportato anche da Dazed Digital, uno studio del 2021, indagando lo stereotipo secondo cui “la bellezza è buona”, ha scoperto che gli individui attraenti vengono percepiti come dotati di maggiore moralità e affidabilità rispetto agli individui non attraenti. Meme, filtri facciali, contenuti divertenti e accattivanti sfruttano la glow-up culture e il looksmaxing per riaffermare pseudoscienze come fisiognomica e frenologia.
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Cosa sono fisiognomica e frenologia
L’inclinazione del canto, il cranio dell’angelo e gli occhi Sanpaku sono tutti esempi attuali di fisiognomica, termine che deriva dalle parole greche physis (natura) e gnosis (conoscenza) e indica una correlazione tra le caratteristiche fisiche di una persona, in particolare i tratti del volto, e il suo carattere, le sue qualità morali e la sua intelligenza. Diffusa già nell’antica Grecia, teorizzata da Platone ed Aristotele, supportava l’idea che la bellezza fisica coincidesse con la bontà morale. Fu lo scrittore e filosofo svizzero Johann Kaspar Lavater a rendere questa disciplina molto popolare, dandole finalità più etnologica dei suoi predecessori che trovarono risposta nelle nascenti ideologie nazionaliste di quel periodo, legittimando orrori come l’eurocentrismo, il colonialismo, la schiavitù, la superiorità razziale e il genocidio. E come non ricordare anche Cesare Lombroso che, partendo dalla fisiognomica, sosteneva che l’origine del comportamento criminale fosse insita nelle caratteristiche anatomiche dei delinquenti. Insomma, un certo tipo di naso o di mento determinava comportamenti socialmente devianti.
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A stabilirne i principi della frenologia, dal greco phren (mente) e logos (studio) è stato, invece, il medico tedesco Franz Joseph Gall sul finire del XIX secolo. Dopo aver notato, ai tempi dell’università, che gli studenti dotati di buona memoria avevano tutti occhi prominenti, concluse che la parte del cervello sede della memoria si trovasse dietro agli occhi. Da qui, formalizzò che la mente e il cervello fossero la stessa cosa e che ogni area del cervello rispondesse a funzioni differenti, a loro volta rispecchiate dalla forma della testa. Non ricorda la tendenza di TikTok “cranio dell’angelo contro cranio della strega”, secondo la quale chi appartiene alla prima tipologia si distingue per i nasi all’insù e i menti sporgenti, mentre la seconda comprende mascella e mento incassati?
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Perché queste pseudoscienze estetiche hanno così tanto fascino?
La convinzione che sia possibile leggere il carattere di un individuo dal suo aspetto fisico è un fenomeno storicamente pervasivo, comune ai trattati aristotelici ma anche all’antica Cina, dove prendeva il nome di Mian Xiang. La fisiognomica e la frenologia, al fianco di altre discipline come la craniometria e l’antropometria, hanno sempre supportato la presunta superiorità dei bianchi, l’eurocentrismo, le differenze tra le classi sociali e il patriarcato. Eppure continuiamo a fare loro riferimento. Forse perché abbiamo bisogno di trovare delle categorie, dei segni visibili che ci aiutino a capire noi stessi, gli altri e il mondo. O forse perché sono idee che, sebbene da tempo screditate, hanno invaso le nostre menti tanto da influenzarci anche inconsapevolmente. Le misurazioni del cranio e dell’altezza del naso venivano effettuate sui prigionieri ebrei nei campi di concentramento nazisti e noi le usiamo per tracciare l’eyeliner, per scegliere dove applicare il blush e adattarci a certi standard di bellezza. È legittimo volerci migliorare, esaltare i nostri tratti per sentirci bene con noi stessi, ma c’è ancora molta confusione e cadiamo nella tentazione di attribuire personalità o tratti morali agli occhi, al naso, alle sopracciglia o ad altre caratteristiche fisiche. Dimentichiamo che spesso dietro le proposte dell’algoritmo ci sono pregiudizi umani difficili da sradicare, stereotipi che rappresentano una china scivolosa verso eventi storici orribili. Non è il tempo di lasciare la frenologia e la fisiognomica nel passato? Perché confezionarle in modo esteticamente carino non le rende certo più valide o meno pericolose.