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La California potrebbe vietare i cosmetici anti-age ai minori di 18 anni

Un modo per arginare il fenomeno dei Sephora Kids e la loro ossessione per beauty e skincare

La California potrebbe vietare i cosmetici anti-age ai minori di 18 anni Un modo per arginare il fenomeno dei Sephora Kids e la loro ossessione per beauty e skincare

Giovanissimi, esigenti, esperti di skincare e make-up, sono aggiornati su tutti i trend beauty di TikTok e passano ore da Sephora ad acquistare creme, sieri, rossetti e altri prodotti dalle confezioni accattivanti che, però, non sono adatti alle esigenze della loro età, scatenando irritazioni, allergie, dermatiti o, peggio, dermorexia. Stiamo parlando dei membri della Gen Alpha, nati tra il 2010 e il 2025, pre-teen che fanno shopping compulsivo di flaconcini e sperimentano con il fai da te formule ricche di AHA, BHA, vitamina A (retinoidi) e vitamina C. L’uso indiscriminato di sostanze chimiche potenti ha allarmato genitori e dermatologi, fino a trasformarsi in un tema politico, un problema da arginare con regolamentazioni e restrizioni.

Prodotti anti-invecchiamento per bambini? La California propone un divieto

Lo scorso martedì, il membro dell'Assemblea della California Alex Lee ha presentato un disegno di legge che vieterebbe la vendita di prodotti anti-invecchiamento ai bambini di età inferiore ai 18 anni. Si tratta di un divieto simile a quello posto per la vendita di alcolici, ma dedicato a tutti quei prodotti che all’interno delle loro formule elencano ingredienti attivi utilizzati per prevenire e minimizzare rughe e altri segni d’invecchiamento. Questo significa basta alla vitamina A (cioè retinolo e retinoidi), alla vitamina C e agli alfa-idrossiacidi (AHA), non adatti a pelli troppo giovani. "I bambini non hanno bisogno di prodotti anti-invecchiamento. L’industria della bellezza lo sa e alcune aziende hanno riconosciuto il problema. Ma le loro dichiarazioni, in assenza di azioni reali e significative, sono performative e non rappresentano un comportamento responsabile. Dobbiamo impedire all’industria della bellezza di sfruttare i nostri giovani" ha dichiarato Lee in un comunicato. "È tempo di agire e il mio disegno di legge è una misura di buon senso per proteggere i bambini da prodotti anti-invecchiamento inutili e potenzialmente dannosi".

Giovani e ossessione per la skincare: come stanno reagendo politica e brand?

Questo non è il primo tentativo di gestire l’ossessione dei giovanissimi per il beauty. Lo scorso anno, Alex Lee aveva presentato una versione precedente del disegno di legge, non approvata, affinché ai bambini di età inferiore ai 13 anni venisse richiesto di presentare un documento di identità quando acquistavano prodotti per la cura della pelle. Nel novembre 2024 anche William Tong - il procuratore generale del Connecticut - si è rivolto ai genitori e a chi si occupa di bambini piccoli invitandoli a diffidare delle pubblicità sui social media di prodotti di bellezza destinati ai tween. Inoltre, ha chiesto a Sephora di specificare i prodotti adatti alla cura della pelle dei ragazzi. Anche alcuni brand, come The Ordinary, Dove e Shiseido, si sono adoperati per risolvere il problema dell’age anxiety tra gli under 18. Kiehl’s ha lanciato una campagna rivolta ai genitori informandoli che i suoi prodotti non sono adatti alla Gen Alpha e il marchio svedese Mantle richiede agli acquirenti di dichiarare la propria età prima di accedere al sito. Sempre in Svezia, lo scorso anno la catena di farmacie Apotek Hjärtat ha vietato la vendita di prodotti per la cura della pelle contenenti AHAs, BHAs, vitamina A (retinoidi) e vitamina C a chiunque abbia meno di 15 anni.

Una legge basterà a frenare il fenomeno dei Sephora kids?

Il disegno di legge di Lee deve ancora essere vagliato, ma, se approvato, diventerà legge entro ottobre e le nuove restrizioni entreranno in vigore nel 2026. C’è da chiedersi, però, se risolverà concretamente il problema. Forse funzionerà come deterrente, ma i ragazzi troveranno sicuramente un modo per aggirare il divieto, magari acquistando online. Certo bisognerebbe riflettere sia su come marchi e influencer spingano verso perfezione e eterna giovinezza, sia domandarsi come dei ragazzini possano permettersi di fare incetta di crema e sieri viso costosi. Questo significa anche che i genitori dovrebbero sentirsi responsabili del comportamento dei propri figli, tagliando loro la paghetta e mostrando un’altra concezione di bellezza e self care.