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Kilian Hennessy: "Il profumo deve essere un piacere"

Intervista al founder di Kilian Paris

Kilian Hennessy: Il profumo deve essere un piacere Intervista al founder di Kilian Paris

Il 19 febbraio scorso Kilian Paris è arrivato a Milano. La maison di profumeria - che da sempre si distingue per il suo stile sofisticato e un approccio alle fragranze raffinato - ha aperto la sua prima boutique italiana, e per farlo ha scelto Corso Matteotti 1, nel cuore pulsante del capoluogo lombardo. In contemporanea, è stata lanciata Angels' Share Paradis, la nuova fragranza. Un elisir intenso e avvolgente, dove la dolcezza del lampone incontra l’eleganza della rosa bulgara su un fondo caldo di cognac, cannella e fava tonka. Per festeggiare l'apertura ma anche il nuovo profumo, abbiamo avuto l'opportunità di intervistare Kilian Hennessy, il fondatore del brand in persona, direttamente nella sua nuova boutique.

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Kilian Paris: intervista con il fondatore Kilian Hennessy

Ti piace Milano? Se dovessi associarla con un profumo o con un odore quale sarebbe?

Milano mi piace molto, ma per me è sempre stato un posto di lavoro, di business. Per tre anni ho lavorato per Giorgio Armani, ormai tanto tempo fa. Venivo ogni mese con dei prodotti da mostrargli. Non riesco ad associarla con un odore specifico, ma per me l'Italia in generale odora di agrumi.

Com'è iniziata la tua passione per i profumi?

Ero all'università, ho scritto una tesi sulla semantica degli odori. Per capire al meglio il loro linguaggio, ho fatto una scuola per nasi, di profumeria. Ho messo il mio naso letteralmente sugli ingredienti. Il profumo ha conquistato la mia vita quel giorno stesso.

Qual è il primo profumo che associ a un ricordo?

Ho tantissimi ricordi legati ai profumi. Sono cresciuto in una famiglia in cui tutte le donne indossavano profumi alla tuberosa, di Le Galion, di Robert Piguet. Mia nonna indossava Poison di Dior. Il mio primo profumo, invece, l'ho preso in una profumeria del Cognac. È stato tanto tempo fa, non esistevano tantissimi profumi da uomo. Ho scelto Vetiver, di Guerlain. Ricordo benissimo quel giorno, l'aver odorato tutti i profumi, la mia scelta. Ricordo anche la mia prima grande cotta per una donna che indossava Classique di Jean-Paul Gaultier, uno dei miei preferiti. Avrò avuto 17 anni. 

Puoi raccontarci un po' il processo che porta alla creazione di un profumo?

La creazione di un profumo può assumere diverse forme. Può partire da un liquore, ad esempio. In quel caso il processo è più dritto, perché io scelgo un liquore - ad esempio whiskey, gin, cognac, assenzio - e inizio ad assaggiarne qualcuno, e poi scelgo quello che mi sembra più interessante perché più complesso. Come nel caso di Roses on ice, ispirato al gin Hendrick's e alla sua storia, che ha note di cetriolo, di rosa, di bacche di ginepro. Per la linea The Cellars l'ispirazione viene dai viaggi. Intoxicated è stato ispirato dal caffè turco, quindi caffè, vaniglia e cardamomo. È già l'inizio di una formula. Moonlight in Heaven è stato ispirato da un dessert che ho mangiato a Bangkok, lo sticky rice con il mango. Per Good Girl Gone Bad è partito tutta da Eva, la brava ragazza creata da Dio che ha morso la mela. Volevo creare un profumo molto femminile, quindi ho usato solo fiori, da quelli da "brava ragazza" a quelli pericolosi, narcotici. E così via.

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E il naming?

Il nome viene prima di tutto. È la mia guida, il mio copione. Dipende dalle emozioni che sto cercando di suscitare, lo scelgo come un regista sceglie un attore. Non scegli DiCaprio e Al Pacino per lo stesso ruolo. Sono diversi, la recitazione sarà diversa a seconda di chi scegli. Lo stesso vale per me con i nomi dei miei profumi.

In un mondo sempre più interessato alla profumeria, cosa rende Kilian Paris diverso da tutti gli altri?

Mi piace pensare che è la nostra stessa unicità che ci rende diversi. Che quando senti uno dei nostri profumi non è qualcosa che hai già sentito prima. Quello che provo a fare è over-dosare l'ingrediente più costoso di tutti, e in questo modo non vengo copiato. Mi proteggo così, con la qualità e la quantità degli ingredienti che uso nelle formule. Poi, aggiungerei il fatto che tutte le nostre bottiglie sono riutilizzabili. Io penso che il vero lusso non debba essere monouso, e fa anche male all'ambiente buttare tutto dopo un solo utilizzo. È difficile definire l'unicità, ma penso che si percepisca, anche a livello inconscio. 

Angels' Share Paradis è una delle fragranze più concentrate al mondo. È stato difficile realizzarla? 

Per realizzare un elisir, quindi rendere un profumo ancora più elevato, prestigioso, lussuoso, forte, ci sono diversi modi di procedere. A volte semplicemente basta aumentare la concentrazione. È quello che abbiamo fatto. Abbiamo spinto al limite gli ingredienti più potenti, per renderli ancora più presenti nell'aria. La sfida è che molti di questi ingredienti, soprattutto quando vuoi che siano così forti, esistono solo nella versione in polvere. Alla fine, un terzo delle formula è fatta da ingredienti in polvere! Quindi abbiamo dovuto svilupparla noi personalmente, nella nostra fabbrica. 

Quanti profumi indossi? Come li scegli?

Almeno 12. Mi baso sull'umore del momento, ma anche sul meteo, sul modo in cui sono vestito, sull'occasione. Se voglio andare a fare una lunga passeggiata, se voglio stare a casa con un libro o sulla terrazza, perché c'è bel tempo. Se è inverno voglio qualcosa che sia caldo e confortante, se è estate, invece, qualcosa di fresco e leggero. Non faccio mai layering, anche se ho creato un profumo che si chiama Musk butterfly che è pensato apposta per essere una base, intensifica il profumo che poi si va ad applicare sopra, è come una tela bianca, pronta.

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Cosa ne pensi dei trend TikTok che sembrano attratti dalle note apparentemente sgradevoli? Perché i piccoli brand le usano così tanto?

Non lo sapevo. Alcune di queste note, in realtà, come ad esempio quelle animaliche, sono sempre state utilizzate, nella storia dei profumi. Aiutano i profumi a permanere più a lungo sulla pelle. Adesso non sono più quelle originali, ma altre che hanno la stessa funzione. Utilizzo anche le note di benzina ma con misura. Mi piacciono molto. Le ho usate in Can't stop loving you, in Dark lord. Se il profumo di fiori è troppo delicato, troppo piacevole, le utilizzo per sporcarli un po'. Abbiamo 3000 note in profumeria, molte non sono buone da odorare. È un modo immediato di rendersi diversi, quindi di spiccare, per questo vengono utilizzate. Però mi chiedo: anche se è unico e particolare, se l'odore non è buono ti piacerà davvero indossarlo? E lì le cose cambiano.

Se una persona giovane venisse da te e ti chiedesse come fare a diventare un profumiere, cosa gli risponderesti?

Di andare a scuola. Di iniziare da lì, dagli ingredienti. È un processo molto lungo, ci vogliono 10 anni. Devi essere molto appassionato. 

E a qualcuno che vuole avvicinarsi ai profumi da utilizzatore, invece?

Il modo migliore è odorare i samples. I brand, adesso, offrono piccoli discovery set. Quindi provali tutti, vedi come ti senti. Hai commenti? Ti piace? Ti piace averli addosso? Il profumo deve essere un piacere, non deve essere troppo complicato. Goditi il viaggio.