Fabiola Bardelli: "Astronomia e profumeria cercano entrambe di dar luce al mistero" Intervista alla founder della maison di profumeria artistica "In Astra"

Fabiola Bardelli: Astronomia e profumeria cercano entrambe di dar luce al mistero Intervista alla founder della maison di profumeria artistica In Astra

Qualche tempo fa mi sono recata in Via Stampa per conoscere una maison di profumeria nuova e molto interessante. Si chiama In Astra, ed è stata fondata nel 2020 da Fabiola Bardelli insieme a sua sorella Sofia, profumiera. La particolarità sta nell'universo tematico e visivo: tutti i profumi di In Astra, infatti, si ispirano alle stelle, e la casa di profumeria artistica dichiara di voler "celebrare la bellezza poetica del cosmo". Volevamo assolutamente saperne di più.

Intervista a Fabiola Bardelli, founder della casa di profumeria di nicchia italiana In Astra

In Astra è un nome evocativo: come nasce il progetto e qual è stata la scintilla che ha dato origine alla maison?

In Astra nasce da una passione che mi accompagna fin da bambina: quella per le stelle, per l’universo e per tutto ciò che racchiude il mistero del cielo. Il nome, che in latino significa "in mezzo alle stelle", è la sintesi di un’intuizione luminosa: il desiderio di unire l’immensità del cosmo al mondo intimo e sensoriale del profumo. La scintilla è scoccata alzando lo sguardo, contemplando quel cielo eterno che da sempre ci parla senza parole. Per me, l’universo è una fonte inesauribile di ispirazione: la Natura, nella sua forma più ampia e sconfinata, è l’espressione più alta dell’arte. In Astra rappresenta l’unione tra la profumeria artistica e la scienza dell’astronomia, ma questo legame può essere letto anche al contrario. Perché il profumo è, sì, poesia, ma anche chimica e precisione e l’astronomia, pur essendo scienza, è anche uno sguardo poetico sull’infinito. Entrambe, in fondo, cercano di dar luce al mistero.

Il brand unisce il mondo celeste all’universo olfattivo: cosa ti ha ispirato a creare un ponte tra stelle e profumi?

Le stelle mi affascinano con la loro distanza e il loro silenzio luminoso, i profumi toccano nel profondo, evocando ricordi ed emozioni che spesso non sappiamo spiegare. Unirli significava per me dar voce a una nuova costellazione sensoriale, in cui ogni fragranza potesse raccontare la magia e il mistero dei corpi celesti. Ciò che li accomuna è il loro linguaggio segreto, fatto di trasformazioni. Le stelle sembrano immobili, eppure vivono in continua metamorfosi: nascono, esplodono, si dissolvono, si rigenerano dalla polvere. Così fa anche un profumo: si rivela gradualmente, attraversando note e accordi che si fondono in un’unica sinfonia. Entrambi sono un viaggio nel tempo, una danza invisibile tra scienza e poesia.

Cosa significa oggi, per te, proporre un progetto artistico femminile e indipendente nel mondo della profumeria di nicchia?

Significa riconquistare uno spazio autentico in un settore ancora attraversato da pregiudizi e stereotipi consolidati. Essere una voce femminile e indipendente vuol dire scegliere la libertà creativa, dare forma a un progetto artistico che non segua logiche imposte dal mercato, ma solo quelle dell’istinto, dell’intuizione, della verità interiore. In Astra è nata anche per questo: è un laboratorio di visione e sensibilità al femminile, uno spazio dove poter esplorare senza vincoli, fuori dalle mode, fuori dalle convenzioni.

Fabiola Bardelli: Astronomia e profumeria cercano entrambe di dar luce al mistero Intervista alla founder della maison di profumeria artistica In Astra | Image 574330
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Vanant si ispira alla stella Altair, simbolo di vittoria sulla notte. Cosa rappresenta per te questo dualismo tra luce e ombra?

La luce esiste solo se conosciamo l’ombra. Vanant è una fragranza misteriosa, la cui luminosità si svela lentamente, attraversando note smoky e oscure. Questo gioco di contrasti è l’essenza stessa di In Astra: cercare l’armonia tra opposti, dove gli estremi non si escludono, ma si completano. È proprio lì che nasce la bellezza: nel dialogo sottile tra luce e buio, come una stella che splende più intensamente proprio grazie all’oscurità che la circonda.

Com’è stato collaborare con un maestro profumiere come Bertrand Duchaufour? Come hai unito la tua visione alla sua esperienza?

Per la prima volta, ho deciso di affidare la creazione di una fragranza a un naso esterno. Non è stata una scelta facile: In Astra è un progetto intimo, radicato in un universo narrativo preciso. Ma sentivo il desiderio di esplorare una nuova sensibilità olfattiva, pur restando fedele all’anima del brand. E quando ho pensato a chi potesse incarnare questa visione, il primo nome è stato il suo: Bertrand Duchaufour. Bertrand è un maestro della profumeria artistica, con uno stile audace, evocativo, libero da ogni schema. Qualità perfette per entrare nell’universo di In Astra senza snaturarlo, ma anzi, arricchendolo. Lavorare con lui è stato un dialogo creativo fluido, profondo, quasi naturale. Vanant è nata proprio così: come un incontro tra due immaginari. Il mio, fatto di cielo, simboli e silenzi; il suo, di accordi ricercati e visioni olfattive. Il risultato è una stella nuova, misteriosa.

Il packaging è una parte fondamentale dell’identità In Astra. Come è nato il design del tappo in zama dorata e che simbolismo volevi trasmettere?

Il packaging è parte integrante del linguaggio di In Astra: è il primo contatto con il mondo che vogliamo raccontare. Ogni dettaglio è stato pensato per parlare la lingua delle stelle: dall’accostamento cromatico tra il blu profondo e l’oro, fino alla costellazione riportata sull’etichetta, che permette di identificare la stella nel cielo. Il tappo in zama dorata, bagnato in oro 24 carati, è forse l’elemento più simbolico: una scultura luminosa che evoca la superficie irregolare e incandescente di un corpo celeste. Un piccolo astro da tenere tra le mani, a ricordare che anche l’invisibile - come un profumo, come una stella - può avere una forma, una materia, una presenza viva.

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Qual è, secondo te, il ruolo della profumeria artistica oggi?

Oggi più che mai, la profumeria artistica ha il compito di resistere all’omologazione. È uno spazio di ricerca, di libertà, di verità creativa. Deve osare, superare i confini del prevedibile, raccontare storie che lasciano un segno, evocare emozioni autentiche. Il profumo è una forma d’arte: effimera, eppure potentissima. Ha il potere di risvegliare la memoria primordiale, quella che ci fa viaggiare nel tempo e nello spazio, tra ricordi lontani, luoghi simbolici, o visioni del futuro.