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L'artista che trasforma le borse Louis Vuitton in arredamento

Sarah Coleman rielabora loghi e pattern iconici su oggetti quotidiani

L'artista che trasforma le borse Louis Vuitton in arredamento Sarah Coleman rielabora loghi e pattern iconici su oggetti quotidiani

Dare a vestiti e accessori una seconda vita è una tendenza sempre più crescente nella cultura dello streetwear, soprattutto ora che la sostenibilità è diventato uno dei temi centrali del settore moda. Da Ancuta Sarca con i suoi mash-up tra sneaker e kitten heel, a Daniëlle Cathari con la sua rivisitazione delle tute da ginnastica adidas degli anni ’90, fino alle ciabatte folli di Nicole McLaughlin, sempre più giovani creative uniscono upcycling e filosofia DIY per realizzare progetti interessanti. 

L’ultima a conquistare una grande popolarità è Sarah Coleman. L’artista si è fatta conoscere per la sua abilità nel trasformare borse di Louis Vuitton e altri luxury brand in piccoli oggetti d’uso quotidiano o pezzi d’arredamento. Distruggere una Baguette di Fendi o una Keepall di LV a molti può sembrare un sacrilegio fashion, la trentenne newyorkese non ha nessuna esitazione, per lei quelli sono semplici materie prime da plasmare. 

Nata e cresciuta a Manhattan, Sarah è cresciuta con una madre e una nonna che le hanno instillato l'amore per la moda, ma ha capito solo molto dopo che quella passione avrebbe ispirato le sue opere d’arte così tanto da diventarne la materia prima. Ha iniziato da piccola tagliando e rielaborando le camicie del padre e, crescendo, ha affinato tecnica e gusto estetico lavorando per Peter Marino, l’archistar nota in tutto il mondo per aver rivoluzionato il concetto di boutique del lusso. Archiviati presto il tentativo fallito di fondare un proprio brand d’abbigliamento (Unni by Sarah) e l’avventura come art director per il Mercer Hotel, la vera svolta nella carriera di Coleman è del 2019 quando ha iniziato a concentrarsi sul design. L’idea vincente è arrivata, come spesso accade, quasi per caso, mentre passeggiava nel centro di Manhattan, dove si è imbattuta in una collezione di piccole sedie pieghevoli stipate di fronte a un salone di massaggi. Ne ha comprate alcune e, una volta tornata a casa, le ha rivestite usando una valigia Louis Vuitton appartenuta al padre.

Ho sempre smontato e rimontato le cose. Il processo è davvero importante. Lavorare con materiali di lusso e vintage, smontarli, trasformarli in oggetti o mobili, è avvenuto in modo davvero organico. Cercavo di non comprare roba e di riadattare le cose che avevo. Ho avuto l'idea di iniziare a prendere oggetti che sono molto semplici - per esempio, bottiglie per la pulizia delle bottiglie - e a coprire l'etichetta. Avevo visto persone che facevano accendini e un giorno ho pensato che una sedia pieghevole sarebbe stata carina. Rovistando nel mio armadio, ho trovato questa vecchia borsa per abiti che era di mio padre, e aveva la cerniera era rotta, così ho imbottito questa piccola sedia pieghevole. 

Perché Louis Vuitton? 

Mi piace la loro roba - ha confessato apertamente. Penso che il materiale sia di qualità davvero, davvero sorprendente e che la qualità della fabbricazione della sedia sia di quel livello; è di qualità Louis Vuitton, il cucito, l'artigianato, i dettagli. 

Il risultato, subito postato sul suo profilo Instagram, ha garantito alla giovane designer oltre 33mila followers e una grande popolarità. Le sedie e le poltrone Eames sono i suoi pezzi più apprezzati. Per tenere il passo con la sua crescente clientela, Coleman ne produce 10-15 al mese (una mini sedia pieghevole vi costerà circa 2.000 dollari, mentre quelle a grandezza standard sono più vicine ai 3.000 dollari) e trova le borse da usare come materia prima on line o setacciando negozi vintage. 

Sarah smonta le borse pezzo per pezzo e ricopre i nuovi modelli con le loro tele. Tutto di ogni borsa viene riciclato: le maniglie decorano lo schienale e il nylon va sotto i sedili per rinforzarle, ma vengono usate anche targhette, cerniere,…Quello che rimane ricopre piccoli oggetti di uso domestico.

Recentemente, infatti, l’artista ha iniziato a personalizzare con le stampe più famose di LV, Gucci, Fendi, Prada gli oggetti più disparati come come stura lavandini, scatole di fiammiferi, bottiglie, porta bicchieri da caffè, flaconi di pillole, cerotti, accendini,..così tanti da riempire ogni angolo del suo appartamento al Greenwich Village.

Particolarmente interessante è il progetto realizzato in collaborazione con Garage Magazine per il quale Coleman ha reinterpretato con il suo stile una serie di item vintage come un aspirapolvere e un frullatore. 

Qualcuno ha paragonato il lavoro di Sarah ai ready-made di Marcel Duchamp, mentre altri non hanno apprezzato il suo modo di "dissacrare" brand famosissimi, anche se lei ha sottolineato:

Non è per il brand. È divertente prendere qualcosa che riesco a trovare, qualcosa di usato, smontarlo, e creare qualcosa di bello da esso. Mi piace guardare le cose belle.

Le sue creazioni sono vere e proprie opere d’arte.

Sono ognuna diversa dall'altra; sono firmate, hanno il loro numero, sono opere d'arte… non cerco di produrre in serie la stessa sedia.