Come la minigonna ha cambiato un'epoca (e la storia della moda)
In occasione della morte di Mary Quant, ecco la storia e le curiosità sul capo più controverso e rivoluzionario degli anni ‘60
13 Aprile 2023
Pur avendo festeggiato da poco sessant’anni, la minigonna è riuscita a mantenere integra la sua immagine di intramontabile freschezza e attualità. La storia di questo capo inventato nei favolosi sixties da Mary Quant, stilista britannica deceduta il 13 aprile 2023 all'età di 93 anni, racconta il percorso di emancipazione delle donne, ma anche come sono cambiati i valori sociali e il gusto estetico nel corso della storia.
La forte voglia di cambiamento, la rivendicazione dei diritti e la necessità di un abbigliamento pratico ed economico fecero sì che questo capo diventasse il più discusso e rappresentativo del ‘900, epoca nella quale possiamo leggere in ogni modifica della minigonna un mutamento nei valori del senso estetico della società. Questo piccolo, sensuale, cortissimo, lembo di stoffa si è fatto portavoce di tutto ciò che nel vestire è simbolo di donna, portando con sé un forte connotato di cambiamento sociale.
La storia della minigonna e della sua creatrice
L’invenzione della minigonna risale al 1963 quando apparve per la primissima volta sulla vetrina dello storico negozio londinese “Bazaar” per merito di Mary Quant, stilista britannica che l'ha creata anticipando di decenni la nascita dello street-style inglese. Ribelle e anticonformista. Mary Quant assomigliava alla sua creazione più famosa: la minigonna. Nata l’11 febbraio del 1930 a Blackheath da una famiglia di professori universitari della London University, la giovane Mary si innamorò presto della moda e, dopo aver studiato illustrazione presso il Goldsmiths College, affina le sue competenze con un tirocinio presso un modista di lusso di Mayfair. A 16 anni Alexander Plunket Greene, nipote di Bertrand Russell, discendente di una famiglia nobiliare, che la aiuta ad aprire la sua boutique, Bazaar, in Kings Road, dove vendeva i suoi capi giovani e sofisticati, che mixavano stampe e colori, praticità e buongusto che si adattavano perfettamente al fermento culturale e sociale che si respirava nelle strade di Londra. Un vestito, diceva, non serve solo a tenerti al caldo, ma ad ottenere attenzione, a sembrare sexy e a farti star bene. Qualità che descrivono perfettamente la sua creazione più famosa, la minigonna. Intercettando la voglia di libertà e la scia dei cambiamenti sociali, si dice che Quant ebbe l’idea della minigonna ispirata dopo aver visto una Mini, realizzando così capo minimal e rivoluzionario che è diventata il simbolo dell'epoca femminista.
Anche se tutti ricordano Mary Quant come l'inventrice della minigonna, ci fu una disputa con il sarto André Courrèges sulla sua patria che la stilista inglese smorzava ribattendo "Non siamo stati né io né Courrèges a inventare la minigonna: sono state le ragazze della strada a farlo". Courrèges allora iniziò una vera e propria rivoluzione, creando un modo di vestire sorprendentemente innovativo. Molti sostennero che il futuro risiedeva nelle forbici di Courragès. Minigonne, linee a trapezio, body, pop art, total white, tessuti in vinile e in plastica sono i tratti più caratteristici di quelle sue innovazioni che oggi ritroviamo ovunque nel mondo della moda.
“L’effetto Courrèges” si fa sentire ovunque. Lo stesso Yves Saint Laurent dichiarò che è stato l’esempio di questo couturier a indurlo nel 1965 a creare abiti meno convenzionali; e lo stesso Balenciaga all’epoca accorciò gli orli delle gonne di 10 cm, anche lui influenzato dallo stile innovativo del suo discepolo e dall’inarrestabile mutazione della moda in corso.
Le prime minigonne risultavano colorate e geometricamente squadrate, poi con il tempo divennero più trasgressive e sempre più corte. Il merito del sarto fu quello di soffermarsi a riflettere sulle esigenze della donna lavoratrice la quale richiedeva comfort, semplicità e libertà di movimento.
Infatti, queste nuove gonne caratterizzate da un aspetto futuristico, rispecchiavano perfettamente la vocazione nel cercare un modo di vivere e di vestire reso più facile attraverso il design. Il motto era minimizzare per arrivare al massimo di seduttività e comodità.
Figure come Twiggy, Jackie Kennedy e Brigitte Bardot iniziarono ad indossare questo capo proprio come fosse una divisa e diventarono il volto dietro la sua creazione, che vedeva la fine di un’epoca segnata dal conservazionismo e dalla pudicità.
L'influenza e il successo della minigonna è rimasto immutato fin dalla sua creazione, tanto che negli anni '90 stilisti come Dolce&Gabbana o Prada costruirono intere collezioni su questo capo, rivendicandone l’importanza e l'iconicità.
Non tutti però furono entusiasti di questo nuovo e controverso capo caratterizzato dal razionalismo sartoriale. Per i critici, infatti, la gonna risultò il simbolo dell’omologazione della donna-oggetto più che un traguardo segnato dall’emancipazione. La stessa Coco Chanel descrisse la minigonna come “semplicemente orribile”.
Non è certamente una novità che il passato ritorni continuamente nel presente: nella moda i trend hanno pressoché frequenze cicliche, in particolare l’ispirazione agli anni '60 di cui si parla oggi è connessa al clamoroso risveglio dell’esigenza di libertà nel vestire, caratteristica che riappare con più impudenza e aggressività che mai.
La minigonna oggi ha un valore ben diverso da quello del passato, dove questo capo rappresentava una disinvolta mescolanza di consumismo, lotta generazionale e ribellione ai tabù. Che questo capo sia in denim, pelle, suede, satin o pizzo, esso rappresenta una tendenza fashion e uno status symbol da perseguire al di là di ogni senso critico; non è più il capo ad essere importante ma il modo di portarlo, poiché è l’attitudine che crea stile.
Le curiosità
1. Le prime apparizioni della gonna risalgono al 2130 a.C. con gli egizi, i quali diffusero lo shendit, una gonna corta avvolta attorno ai fianchi e inizialmente creato come indumento prettamente maschile.
2. Nel 2009 in Inghilterra è stato dedicato un francobollo alla gonna.
3. Venne soprannominata “mini” gonna poiché Mary Quant era ossessionata dalle macchine Fiat Mini.
4. La diffusione della minigonna ha dato il via al mercato dei collant in nylon.
5. Con la minigonna nacque anche la teoria di George Taylor “l’indice dell’orlo”. Questa teoria insinuava che gli orli delle gonne salivano insieme ai prezzi delle azioni. Infatti, è stato constatato che nei periodi di prosperità le minigonne andavano a ruba mentre i periodi di congiuntura sfavorevole, come per esempio il crollo della borsa di Wall Street, erano caratterizzati da look castigati dalle gonne lunghissime.
6. Accorciare le gonne sotto i 61 cm rendeva le minigonne capi da bambini e perciò non soggetti alla salata tassa di acquisto.
7. Uno dei motivi della nascita della minigonna fu anche il problema della carenza di materiale tessile che non permetteva di cucire una gonna lunga nella sua interezza.
8. Nel 1968 Paco Rabanne creò una gonna fatta d’oro e diamanti dal valore di 10,4 milioni di dollari.
9. Nel 2015 è stata proclamata la Giornata Mondiale della minigonna, datata 6 giugno da Ben Othman, presidente tunisino della lega in difesa della laicità e delle libertà, il quale dedicò questa giornata alle donne oppresse dal sistema.
10. La femminista francese Hubertine Auclert creò la Lega per le Gonne Corte, associazione che lottava per il diritto ad un abbigliamento meno ingombrante e più comodo nei movimenti.
nss G-Club special tips
E dopo esserci immersi nella storia di questo capo così iconico, nss G-Club ha selezionato alcune delle minigonne più cool del momento, che richiamano i trend del passato e si fondono con le ultime tendenze fashion. Enjoy!