Il libro "Supreme Models" racconta le modelle che hanno rivoluzionato la moda
In una celebrazione della bellezza black: da Iman a Naomi Campbell, da Tyra Banks a Adwoa Aboah
18 Agosto 2020
Non solo Naomi Campbell. Sono tante le modelle nere che negli ultimi 60 anni hanno plasmato la moda e la cultura pop ridefinendo e allargando gli standard e i confini della bellezza. Lo stylist e giornalista Marcellas Reynolds ha dedicato loro Supreme Models: Iconic Black Women Who Revolutionized Fashion, raccogliendo per la prima volta in un unico libro gli scatti, le campagne pubblicitarie più memorabili, le copertine, gli editoriali, i catwalk moments e le interviste di queste donne bellissime e talentuose.
Ho avuto l'idea di questo libro nel 2011. - Ha detto Reynolds - Questo è un libro sulle donne black, è un libro sulla moda, ma anche sui fotografi, sui parrucchieri e make-up artist, sugli stylist, sui fashion editor, e sulle modelle, perché tutte quelle persone di etnie, sessi e sessualità diverse si sono unite per creare qualcosa di bello.
Sfogliando le 240 pagine, scopriamo la storia di tanti nomi conosciuti ma anche di figure meno note dal grande pubblico: dalle pioniere degli anni ’40 e ‘50 alla protagonista di Battle of Versailles del 1973 Bethann Hardison, da Pat Cleveland, musa di Franco Moschino negli anni ’80, alle top model che hanno dominato i nineties come Tyra Banks e Naomi Campbell fino all’ultima generazione di star come Adwoa Aboah o Adut Akech. La prima modella nera ad apparire in copertina di Vogue? Fu Donyale Luna nel 1966 per l’edizione British. Cinque anni prima che Vogue Italia mettesse in copertina Carol LaBrie, e otto anni prima che American Vogue mettesse in cover Beverly Johnson.
Se torniamo agli anni Settanta, stilisti americani iconici come Oscar de la Renta, Bill Blass, Halston e Stephen Burrows hanno usato modelli neri nelle pubblicità e sulle passerelle. - Ha raccontato l’autore di Supreme Models ricordando come affermarsi nella moda fosse difficile per una donna nera - Negli anni '80 e '90, erano tre stilisti: Azzedine Alaïa, Karl Lagerfeld di Chanel e Yves Saint Laurent che hanno sostenuto i modelli neri. In realtà, fu YSL a minacciare di ritirare la sua pubblicità se Vogue Paris non avesse dato una copertina ad una giovane Naomi Campbell.
Il libro di Reynolds non regala solo un tuffo nel glamour, ma è anche un viaggio nell’evoluzione del concetto stesso di bellezza che, da strettamente eurocentrico si apre a nuove possibilità, attraversando le decadi. Se, come spiega nella prefazione Veronica Webb il compito delle prime modelle nere era "educare sulla bellezza dei nostri capelli, fianchi, labbra e le sfumature della nostra pelle, dall’alabastro all’onice" un’industria ignorante e impreparata, le nuove cover girl sono diventate non solo delle icone da copiare in fatto di look, ma delle donne fiere del loro aspetto, delle loro radici e portavoce di messaggi di inclusività ed empowerment.
La moda è il precursore del cambiamento sociale. - Sottolinea Marcellas Reynolds - Quando si vedono modelli black presentati splendidamente nelle pubblicità, nelle riviste e in passerella, lo spettatore è attratto da ciò che viene dopo. Sì, abbiamo ancora molto lavoro da fare, ma la moda, pur con tutti i suoi difetti, è molto più progressista della società in generale. Ciò che dobbiamo vedere ai livelli più alti della moda e dietro le quinte, sono più donne che prendono decisioni e più persone nere in posizioni di potere. Sta succedendo, anche se lentamente.
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