Storia ed evoluzione del pied-de-poule
E una shopping guide con i capi houndstooth per le stagioni più fredde
15 Ottobre 2020
Dente di segugio, zampa di gallina e scacco del pastore (shepherd’s check). Non sono gli ingredienti della pozione per celebrare l’arrivo della spooky season, ma i diversi nomi con cui è riconosciuto il celebre pattern quadrettato del pied-de-poule. La fantasia bicromatica, conosciuta anche come houndstooth e shepherd’s check nella versione inglese, si basa sulla ripetizione di quadretti spezzati e allungati che creano, combinando due parti di colore diverso, un forte effetto ottico.
I quadretti sono black & white nella versione classica, ma anche in colori pop secondo le ultime tendenze, e creano la sagoma di una "zampa di gallina", da cui deriva la definizione francese. Il pattern, che canonicamente riappare ogni autunno decorando giacche, pantaloni e capispalla, nasce nell’antica Scozia ed è stato per lungo tempo riservato all’armadio maschile: ecco la storia e l’evoluzione del pied de poule.
Le origini del pattern
La nascita del pied-de-poule si aggira fra il 360 ed il 100AC. La fantasia appartiene alla storia nazionale scozzese e sembra essersi diffuso sul confine Anglo-Scozzese, e perciò anche chiamato Border Tartan. L’houndstooth è una delle tipologie di tartan più antico, presumibilmente utilizzato dagli individui di posizione neutrale nelle guerre tra clan, in cui il colore e la fantasia degli abiti indossati determinavano la famiglia di appartenenza. Veniva originariamente realizzato su un panno di lana intrecciata dove il filato di lana di pecora non trattata costituiva i quadrati chiari, ed un filato della stessa lana, tinta con coloranti vegetali, creava il tratto più scuro. Secondo il trattato The Costume of Scotland di John Telfer Dunbar, era indossato dai pastori scozzesi a scopo protettivo e mimetico, perchè a distanza i colori della trama si fondono insieme.
Nei primi anni dell’1800 però perde il suo scopo utilitario e diventa protagonista sciarpe e gonne, poi popolare pattern per decorazioni d’interni. È Edward VIII, Principe di Galles, noto per il suo particolare gusto per la moda, a dare popolarità al modello nelle alte sfere della società: nell'edizione del 15 gennaio 1934 della rivista Vogue il principe appare infatti vestito in un abito in pied-de-poule.
L’evoluzione sulle passerelle
Corre l’anno 1950 ed il pied-de-poule diventa principale decorazione del primo profumo della maison francese Miss Dior. Christian Dior è il primo couturier ad utilizzarlo, consacrando il fascino della fantasia all’alta moda che da quel momento la adotta sempre più spesso. Negli anni ‘60, il pied-de-poule entra nello scenario della cultura pop grazie al del movimento dell’Optical Art, corrente artistica britannica concentrata sulle illusioni ottiche, guadagnando anche posto tra le visioni da passerella di Roberto Capucci. Su tessuti di abbigliamento invernale, sportivo o elegante, come sulle passerelle del 1992 di Oscar de la Renta, il pattern arriva fino agli anni ‘90 avvolto da un’allure bon-ton, che mantiene fino al 2009, anno in cui Alexander McQueen lo stravolge utilizzandolo su tutti i capi indossati dalle modelle, mantenendo l'estetica visionaria tipica delle sue collezioni.
Dal 2010 in poi tutte le più importanti case di moda lo adottano, prevalentemente nella versione classica in bianco e nero, rendendolo uno dei trend principali della stagione fredda, in primo piano anche nelle catene fast-fashion; da Chanel a Balmain, da Area a Moncler, le maison lo declinano in colori pop, in fantasie maxi o micro-pattern che creano illusioni ottiche, su cappotti, blazer, abiti e gonne.
Un evergreen, pattern senza tempo, che non può mancare fra gli essentials dell'armadio invernale. Che sia un cappotto, un maglione, un blazer o una sciarpa in pied-de-poule, dal classico black & white, al rosso e nero, alle sfumature pop. nss G-Club offre una selezione di capi pied-de-poule per le stagioni più fredde.