10 artisti che hanno influenzato l’alta moda
Un viaggio nell’eterno matrimonio tra arte e couture
04 Marzo 2021
La moda è arte? Nel corso degli anni sono in tanti quelli che hanno cercato di rispondere, senza giungere a conclusione definitiva. C’è chi ha continua a sottovalutare la moda, bollandola come "un ingranaggio senza senso nella macchina della produzione di massa e del consumismo", privo di qualsiasi poetica, e chi, come il regista e fotografo Alex Prager ribatte ricordando che alcune delle più grandi opere d'arte sono state fatte su commissione. Altri sottolineano come il vero lato artistico della moda la capacità di vestire l'individualità, aiutandoci ad esprimere ciò che ognuno di noi vorrebbe trasmettere al mondo.
L’unica certezza è che i due mondi si sono incrociati più volte, dando vita a collaborazioni leggendarie, come quella tra Elsa Schiaparelli e Salvador Dalì, e abiti favolosi, talmente speciali da eguagliare il potere evocativo dei quadri che li hanno ispirati.
Ecco qui sotto 10 artisti iconici che hanno influenzato l’alta moda (e non solo).
Salvador Dalí
Elsa Schiaparelli e Salvador Dalì sono state due delle figure artistiche più influenti del ventesimo secolo, così unici e importanti da guadagnarsi non solo un posto sulla copertina del Time, ma nella storia dell’arte. Erano audaci, sovversivi, controcorrente. Lui amava ripetere "Il disegno è la sincerità nell'arte. Non ci sono possibilità di imbrogliare. O è bello o è brutto." Lei ribatteva con "Disegnare abiti, non è una professione. È un'arte. Una delle arti più complesse, difficili, sconfortanti perché un vestito, quando nasce, appartiene già al passato." Insieme, guidati da "l'esprit surréaliste", hanno realizzato capi leggendari: dai cappelli a forma di scarpa al tailleur con le tasche-cassetto ispirato allo Stipo Antropomorfico; dalle borse-telefono all’abito scheletro (in seguito rielaborato anche da brand come Alexander McQueen o Christian Lacroix) che, grazie ad una tecnica particolare, modellava il tessuto matelassé riproducendo le costole e le altre ossa della cassa toracica; dai capi decorati con le labbra di Mae West ai flaconi di profumo. La loro creazione più iconica resta, però, l'abito con l'aragosta del 1937. Si trattava di un long dress in organza di seta leggera, fluida, decorato con un’illustrazione del crostaceo che occupava la maggior parte della gonna. Al momento della presentazione, a suscitare grande scalpore non fu tanto l’animale, che era considerato un afrodisiaco e per Dalì incarnava un esplicito simbolo sessuale, ma la modella che lo indossava in una serie di fotografie scattate da Cecil Beaton, cioè Wallis Simpson. All’epoca, la donna, divorziata ed americana, era al centro di uno dei più grandi scandali della storia perché Edoardo VIII aveva deciso di abdicare al trono inglese per sposarla. Per celebrare l'ottantesimo anniversario dell'abito, Bertrand Guyon ha presentato una nuova versione del celebre modello nella collezione Haute Couture SS17 di Schiaparelli.
Piet Mondrian
Yves Saint Laurent amava l’arte e durante la sua vita, insieme al compagno Pierre Bergé, ha raccolto una collezione di opere d’arte prestigiosa che comprendeva capolavori di Henri Matisse e Van Gogh. Tra tutti, però, l’artista che più lo ha colpito è stato Piet Mondrian, tanto da affermare:
Mondrian è purezza. Non credo esista qualcosa di più puro nel mondo dell’arte.
Il Neo-Plasticismo del pittore olandese e, in particolare, i famosi quadri "color-blocked", fatti di tonalità contrastanti di bianco e nero accostati a rosso, blu e giallo, che iniziò a creare verso la fine del 1919 ispirarono allo stilista la collezione Haute Couture autunno-inverno del 1965, uno degli esempi più importanti ed influenti del connubio tra arte e moda. Tra i tanti capi in passerella, la collezione Mondrian diventò famosa per 6 abiti da cocktail, soprannominati De Stijl in onore al movimento fondato dall’artista. Ogni modello, incoronato dalla cover di Vogue Paris come "l’abito del domani", nascondeva, dietro al look apparentemente minimale, una lavorazione meticolosa che riproponeva perfettamente il motivo color blocking delle opere di Mondrian e lo integrava con lo stile all'avanguardia del movimento giovanile degli anni Sessanta. Popolarissima, quella creazione di YSL ha ispirato nel corso degli anni molti altri stilisti, come Prada per la collezione FW11, Supreme per il lookbook SS16, Balmain SS15 o Hermès FW20.
Pablo Picasso
Per la SS20 di Moschino, Jeremy Scott ha omaggiato l’arte di Pablo Picasso, creando una serie di capi ispirati alle sue opere più famose, trasformando Bella Hadid (in versione arlecchino) e le alte modelle in vere e proprie tele viventi: da Les Demoiselles d'Avignon del 1907 a Le Marin del 1943, da Guitar del 1914 a Femme au beret et a la robe quadrillee del 1937. Questo solo il più recente esempio di come la moda sia stata influenzata nel corso degli anni da uno dei padri del Cubismo. Il primo stilista a portare in passerella il lavoro del geniale spagnolo è stato Yves Saint Laurent. Yves ha manifestato la sua grande passione per l’arte nella collezione Haute Couture SS88, durante la quale ha presentato capi influenzati da Picasso, ma anche da Braque, Matisse e Van Gogh. Rielaborati dall’estro di YSL, le chitarre, i violini, i galli, le colombe, i colori vibranti e le grafiche geometriche si trasformano in sculture indossabili, fatte di tessuto e glamour. L’amore per Picasso non si è fermato negli eighties, ma ha segnato tante fashion week: dalla SS12 di Jil Sander alla FW16 Haute Couture di Schiaparelli, dalla FW15 di Jacquemus alla SS16 Haute Couture di Viktor & Rolf.
Vincent van Gogh
Pare che Vincent van Gogh, tracciando un link inconsapevole tra arte e haute couture, quella che viene comunemente definita "la moda dei sogni", abbia detto:
Prima sogno i miei dipinti, poi dipingo i miei sogni.
I quadri più famosi del pittore olandese, da La notte stellata del 1889 a Vaso con dodici girasoli del 1888, si sono più volte trasformate in stampe o ispirazioni per abiti meravigliosi. Qualche esempio? La SS88 Haute Couture di Yves Saint Laurent, la FW15 Haute Couture di Maison Margiela, la SS15 Haute Couture di Viktor & Rolf o la SS12 di Rodarte, durante le sorelle Kate e Laura Mulleavy hanno portato in passerella un incantevole ed etereo omaggio alle opere di van Gogh.
Georgia O'Keeffe
La Madre del modernismo americano è una fashion icon. Il suo stile quasi monastico, che mixa bianco e nero con l’estetica southwestern degli States, è ancora oggi imitatissimo. Basta dare uno sguardo alle collezioni portate in passerella negli ultimi anni: dalla FW13 di Tome alle creazioni di Maria Grazia Chiuri per la cruise Christian Dior del 2018. Non solo le cravatte bolo, cappelli da gaucho, camicie bianche e lunghe gonne, si sono trasformati in moda, ma anche i bellissimi fiori di Georgia O'Keeffe, che sbocciano in maniera quasi erotica sulla tela, sono diventati stampe per gli abiti fluttuanti di Michael Kors, Elie Saab e di Gareth Pugh.
Andy Warhol
Nel 1962 Andy Warhol fu uno dei primi artisti pop a trasformare il suo lavoro in moda quando iniziò a stampare i suoi disegni sugli abiti che non erano venduti nei negozi, ma erano creati come pezzi unici per le donne della società di New York che li indossavano alle aperture delle gallerie. Nel 1965, quando quegli abiti erano già dei piccoli fashion cult, realizzò il Souper Dress (riproposto in altra versione anche da Jean-Charles de Castelbajac nel 1984), ispirato alla sua installazione del 1962 Campbell's Soup Cans, che, in breve tempo, andò a ruba e confermò il potere del connubio tra arte e moda. Da allora sono stati tanti gli stilisti che hanno celebrato la Pop Art di Warhol: da Halston che collaborò a lungo con l'artista della Factory e rielaborò i suoi Flowers in versione abito da sera fino a Gianni Versace che nel 1991 fece indossare a super top come Naomi Campbell e Linda Evangelista il suo iconico abito stampato e aderente decorato con le facce di Marilyn Monroe e James Dean. Il Marilyn Dress è tornato nella passerella di Versace per la collezione SS18; mentre altri pezzi del vasto archivio di Andy Warhol hanno ispirato la serie Pop Wrap di designer Diane Von Furstenberg, la SS88 di Stephen Sprouse, la SS11 di Jeremy Scott e la SS13 di Prada. Anche Raf Simons ha più volte attinto all’estetica warholiana, prima da Christian Dior per la collezione FW13 e poi da Calvin Klein grazie ad un contratto con la Andy Warhol Foundation.
Gustav Klimt
Per la collezione SS08 Haute Couture di Dior, John Galliano ha reinterpretato l'arte di Gustav Klimt, portando in passerella tutta la bellezza e l’opulenza del movimento Vienna Art Nouveau. I dettagli dipinti dal pittore simbolista sono tornati in vita spesso grazie alla creatività di tanti altri stilisti: da Alexander McQueen a Givenchy, da Zuhair Murad a Rick Owens. Tutti loro si sono ispirati a pezzi iconici come Adele Bloch-Bauer I o Il Bacio che, mixando forme, tessuti, stampe, ori, piccole pietre, grafiche geometriche sono diventati abiti altrettanto ricchi e sensuali. Ma c’è anche chi, come Valentino per la collezione FW15, ha deciso di fare una scelta diversa e, invece di partire dall’opera di Klimt, ha optato per condividere la stessa musa: Emilie Flöge.
Frida Kahlo
Lo storico della moda e autore E.P. Cutler, descrivendo l’estetica dell’artista, ha scritto:
Frida Kahlo indossava la sua eredità, la sua casa, gli abiti che lì venivano confezionati, per mostrare o nascondere le difficoltà che sopportava e che ha continuato a sopportare nel corso della sua vita. Così facendo, Kahlo ha creato la sua identità. Attraverso la sua arte, specialmente i suoi autoritratti, Kahlo ha condiviso la sua identità e le sue lotte personali.
Queste parole danno solo una piccola idea di quanto sia stato importante l’impatto della pittrice messicana per la moda, non solo grazie alle sue opere, ma per il suo stile personale. Il monociglio, lo chignon di trecce, la corona di fiori tra i capelli, le maxi gonne colorate, il bustino, le bluse ricamate, i tradizionali abiti del Messico sono tutti elementi che, messi insieme, la hanno resa simile ad un’icona religiosa, riconoscibilissima ed influente, a cui tanti stilisti hanno reso omaggio negli anni. Jean Paul Gaultier le ha dedicato l’intera collezione SS98, mentre tra quelli che la hanno citata ci sono Comme Des Garçons, Valentino, Dolce & Gabbana, Alberta Ferretti e Moschino.
Claude Monet
Claude Monet è senza dubbio uno dei pittori francesi più famosi nella storia e le sue opere, come la famosa serie di Ninfee che il genio impressionista ha catturato durante vari periodi e stagioni del giorno, sembrano essere state create per essere stampate su bellissimi abiti. Da Dolce & Gabbana a Chanel, sono tanti gli stilisti che si sono accorti del potere evocativo delle sue tele, con i lori colori intensi e la natura che sboccia vivida. Il leader del movimento impressionista, i suoi paesaggi incanti, i prati di iris, le ninfee e le eleganti dame che ha ritratto hanno reso speciali le creazioni Sportmax, Christian Dior, YSL, Prada, Akris e molti altri brand.
Katsushika Hokusai
La grande onda di Kanagawa, l’opera più famosa di Katsushika Hokusai, che pare sia stata concepita tra il 1829 e il 1833 continua a influenzare l’arte e la moda secoli dopo la sua creazione. Alexander McQueen si è ispirato a questo esempio di maestosa natura per la Haute Couture di Givenchy, così come ha fatto anche John Galliano per la Couture di Christian Dior.