Vedi tutti

Le 5 collezioni più cool dalla Men's Fashion Week SS22

Co-ed e pieni di capi versatili, perfetti anche per un guardaroba genderless

Le 5 collezioni più cool dalla Men's Fashion Week SS22 Co-ed e pieni di capi versatili, perfetti anche per un guardaroba genderless

Le ultime Fashion Weeks dedicate al menswear stanno riportando sotto i riflettori il gusto per la moda, l’eleganza contemporanea ed il glamour che sembrava avessimo tutti dimenticato durante la pandemia, nascosto sotto pigiami e tute in felpa. I grandi luxury brand hanno fatto di tutto per attirare l’attenzione: dalla fuga verso l’estate e la natura di Prada alla collaborazione tra Travis Scott e Kim Jones per la SS22 di Dior fino a Louis Vuitton che ha svelato in passerella le nuove creazioni di Virgil Abloh, comprese le Air Force 1 create in partnership con Nike. Nonostante questo, ci sono 5 giovani realtà che si sono distinte per le loro collezioni co-ed, cool e piene di capi versatili e accattivanti, perfetti anche per un guardaroba genderless.

 

Casablanca

Per la prossima stagione spring-summer 2022 Casablanca ha rinunciato alla classica sfilata, optando per un fashion film diretto da Nathalie Canguilhem. Nella nuova collezione, intitolata Masao San in onore di un vecchio amico del direttore creativo Charaf Tajer, si fondono due ispirazioni principali: le pubblicità giapponesi degli anni '90 di aziende tecnologiche come Sony, Honda o Panasonic e il movimento artistico Memphis Milano, sviluppatosi negli anni ‘80 grazie a Ettore Sottsass e tornato di gran moda con la popolarità dello specchio Ultrafragola tra l’home decor della Gen Z. La stessa estetica dell’item di arredamento più cool del momento, con le sue linee ondulate, i pattern astratti e i colori vivaci, caratterizza i nuovi capi apres-sport del brand: dalle camicie in seta da indossare con i pantaloni a zampa seventies ai completi dalle stampe funky, dai mini abiti arcobaleno ai twin set tricot, dai capi sportswear declinati in zuccherose tonalità pastello ai blazer coi risvolti dal taglio ondulato, dalle polo alle giacche souvenir ricamate con conchiglie o con immagini del monte Fuji. I dettagli divertenti? I maxi bijoux e le borse, interpretazioni sbarazzine delle bento box nipponiche.

 

Magliano 

Il punto di partenza della nuova collezione di Magliano è la Teoria Umorale di Ippocrate. Secondo il medico e filosofo greco il corpo umano è composto da quattro sostanze principali dalle quali derivano altrettanti temperamenti: Melanconico, Sanguigno, Flemmatico e Collerico. Rielaborati dal gusto estetico di Luca Magliano, questi sentimenti che culminano nella rabbia diventano capi interessanti e cool, realizzati con tessuti upcycled provenienti da precedenti collezioni e colorati con tinture naturali. La malinconia è incarnata dal workwear, dall’abbigliamento tecnico in tela ruvida tipico delle officine italiane. L’indole sanguigna indossa sexy guayabera di voile di cotone trasparente e bellissime camicie di seta ricavate da vecchi foulard. Il gruppo flemmatico opta per abiti in morbida maglieria jacquard. Infine, i collerici hanno un mood un po’ hippie-freaks e amano giacche dal taglio classico e pantaloni in lana tropicale foderati con stampe mix’n match di t-shirt recuperate dal mercato della Montagnola a Bologna. Rielaborati dal gusto estetico di Luca Magliano, gli umori diventano capi interessanti e cool, realizzati con tessuti upcycled provenienti da precedenti collezioni e colorati con tinture naturali. Interessante anche la presentazione: un video diretto da Tommaso Ottomano nel quale i modelli si muovono frenetici sul ritmo sincopato improvvisato da Edoardo Lovazzi, un talentuoso batterista di soli 12 anni.

 

VÌEN

Per Vincenzo Palazzo la musica rimane una fonte inesauribile d’ispirazione. Stavolta, ad influenzare le sue ultime creazioni sono la club culture e il movimento baggy nato a Manchester tra gli anni ’90 e ’80, quel soud legato alla casa discografica The Factory a cui appartenevano gruppi iconici come Joy Division e New Order. L’atmosfera di quel periodo e l’acid house, rivisitati per la stagione SS22 insieme alla tipica sartorialità british, trovano una nuova freschezza fatta di capi ibridi e genderless. Il denim è il protagonista di capi effetto patchwork, grazie all'accostamento con twill e tessuti tecnici; i trench si indossano su camicie di seta rese speciali da stampe psichedeliche; i pantaloni hanno un fit rilassato, pratico che sembra rubato dall’abbigliamento da lavoro, mentre il marsupio, in versione oversized, trona ad essere accessorio cult. Gli altri highlights della collezione di VÌEN? Jeans baggy, sneakers, t-shirt ampie e bucket hats.

 

Y/Project

Con la collezione SS22, Y/Project conferma il suo amore per il denim, le ruches, le abbottonature particolari, le silhouettes ibride, colletti doppi, le coulisse e tutti gli altri dettagli che da sempre caratterizzano le creazioni di Glenn Martens e gli permettono di rivoluzionare secondo il proprio gusto anche il più noioso di capi. Molti di questi elementi rendono speciali anche i 15 looks della partnership con FILA, nata in occasione dei 110 del marchio italiano. Le tute in felpa dell’azienda fondata a Milano nel 1911 vengono riassemblate come fashion Frankenstein: arricchite con arricciature, decorate con file di bottoni automatici, i colletti vengono raddoppiati, i loghi giustapposti, le abbottonature sono asimmetriche, i volumi sono stratificati. Sono interessanti anche gli accessori, come orecchini oversize e piccole borse a tracolla, frutto della collaborazione con Melissa.

 

Lemaire

C’è qualcosa di irresistibile, ultra chic e senza tempo nella moda di Lemaire. Le creazioni di Christophe Lemaire e Sarah-Linh per la prossima stagione calda confermano l’attitude semplice e raffinata che ha fatto la fortuna del brand e sembrano rievocare le atmosfere di film vintage come L'Amant. Nella passerella della SS22 si alternano vaporosi impermeabili dalla stampa marmorea, fluttuanti top in cotone abbinati a pantaloni di lino, blazer larghi da indossare con camicie botton down, bermuda e scarpe in pelle dalla forma molto basic, dall’eco quasi orientale. La maggior parte degli abiti sono modulabili, pensati per cambiare a seconda del momento in cui li si indossa, come il caftano che può diventale mantello o il dress casual che diventa da sera con l’aggiunta di una cintura o di un accessorio speciale come l’iconica Croissant bag. Anche la palette della collezione è bellissima, una tavolozza di toni tenui che comprende arancio, beige, crema, oliva, grano, nero e blu polvere.

Una curiosità: le stampe che troviamo su alcuni abiti e camicioni sono ispirati dai landscape onirici dell’artista americano Joseph E. Yoakum.