La Catsuit di Mugler è un'uniforme di empowerment
Il capo indossato da Chiara Ferragni, Dua Lipa e Lizzo potrà diventare virale come il set di Miu Miu?
25 Luglio 2022
Dopo la Miu Miu set mania, l’ossessione fashion del momento sono le creazioni di Casey Cadwallader, con la loro alternanza di pannelli in jersey e mesh, un gioco di pieni e vuoti, pelle e voile, che svelano il corpo e le sue curve. Una delle prime ad innamorarsene è stata Dua Lipa che ne ha sfoggiate diverse versioni dal 2017, da quando il designer americano ha preso le redini della Maison svecchiando l’immagine del brand per connetterlo al gusto contemporaneo. La più preziosa è stata per lo show digitale Studio 2054, decorata con 120.000 cristalli a goccia che oscillavano a ogni movimento della pop star. In molte hanno seguito l’esempio della cantante di Future Nostalgia, osando con l’attillatissimo item: Beyoncé sulla cover di Vogue; Doja Cat in uno dei suoi video per Streets; Megan Thee Stallion nel video WAP; Kali Uchis ai Grammy; Lourdes Leon e Bella Hadid in passerella; Miley Cyrus all’I Heart Festival. Chiara Ferragni l’ha abbinata a make-up anni ‘90 e capelli lunghissimi e ultra lisci durante la settimana parigina dedicata all’Haute Couture e l’ha riproposta nei giorni scorsi, postando una sua immagine di schiena che metteva in evidenza la silhouette curvilinea accentuata dalla catsuit e l’ha accompagnata dalla parola backstage che lascia intendere una possibile futura collaborazione tra la queen delle influencer e il brand francese.
La catsuit, di per sé non è certo un capo facile da sfoggiare, tanto meno quella firmato da Mugler che aggiunge ad una silhouette aderentissima dettagli cut-out. Chi sceglie di indossarla lo fa come dichiarazione di empowerment, indipendenza e self-confidence. Per Billie Eilish è stato il capo che l'ha accompagnata nel famoso e criticatissimo servizio fotografico che ha segnato la crescita della sua immagine artistica da ragazzina a donna, quando la cantante francese Yseult si è presentata alla cerimonia del Premio Victoires de la Musique (l’equivalente francese dei Grammy) fasciata in una catsuit black di Mugler ha detto di essersi sentita potente, sexy, dopo anni in cui guardava al proprio corpo con disgusto e amarezza. Capo d’abbigliamento ostico ma allo stesso tempo rivoluzionario, la catsuit scopre, mette a nudo pur coprendo come afferma Casey Cadwallader, che si riferisce alla sua creazione con chiaro elogio al lavoro di Thierry Mugler nella trasformazione del corpo femmile:
"Il bodysuit e ciò che rappresenta è potente. La gente si rende conto di quanto sia rilevante: essere davvero aperti, abbracciare la diversità, abbracciare le diverse espressioni di genere. [I bodysuit e le catsuit] hanno questa dualità: coprono tutto il corpo, dalla punta delle dita ai piedi, eppure mostrano tutto. In definitiva, è il corpo a creare il look"
Questo aspetto in cui è il corpo a creare il look e non il capo è interessante se paragonato al fenomeno della micro-mini di Miu Miu che ha spopolato questo autunno inverso o al total black della catsuit di Demna Gvasalia. Entrambi i capi si sovrappongono all'identità dell'artista che li indossano, diventando un elemento di rappresentazione di status e di partecipazione allo storytelling di un brand e ciò che incarna, sacrificando lo stile personale. La catsuit di Cadwallader a confronto aggiunge all'identità di chi lo indossa, caratterizzando comunque il personaggio come uno degli eletti ad indossare il capo ma senza sovrastarne la presenza. Nello scenario moda le catsuit sono comunque un capo di tendenza per la FW 22 che attraverso le variazioni sul tema e le sperimentazioni di vari designers con colori fluo e materiali come il pizzo o il crochet, potrà trasportarsi magari negli street style della prossima Fashion Week FW23. Senza limiti legati alla stagionalità, al genere o alla taglia, le catsuit sono comunque un invito ad osare, a gridare al mondo che esistono corpi diversi e hanno tutti il diritto di venire celebrati ed esibiti.