Il successo del Newspaper Dress
Come il product placement di Carrie Bradshaw è diventato un pezzo di storia
29 Novembre 2022
Lo scorso lunedì la casa d'aste internazionale Bonhams ha veduto il Newspaper Dress disegnato da John Galliano per Dior alla cifra di 15.300 euro, durante l’asta digitale Cornette de Saint Cyr, The Art of Luxury: Louis Vuitton & Christian Dior - John Galliano all’interno della quale rappresentava il lotto principale. Nonostante tra i collezionisti le creazioni di Galliano, sia per Dior che per il suo marchio siano molto ricercati e raggiungano prezzi elevati per le loro "belle linee, l'immaginazione e il senso del colore", si tratta di una specie di record, che supera di oltre 15 volta la stima originale e conferma quanto quel capo sia entrato non solo nell’immaginario collettivo, ma anche nella storia della moda contemporanea.
Il merito di aver reso popolare la stampa gazette va a John Galliano e alla collezione prêt-à-porter fall 2000 che realizzò per Dior ispirandosi ai senzatetto che dormivano sui giornali per le strade di Parigi, ma anche ai Balli dei vagabondi degli anni '20, dove i ricchi si vestivano da poveri per divertimento sintetizzando i processi di Trickle Up e Trickle Down (letteralmente dal basso verso l'alto e viceversa) che raccontano la nascita delle tendenze. Criticata da molti per essersi appropriata della povertà, la collezione del 2000 è diventata una delle sue più note grazie a un personaggio televisivo molto famoso. Il tubino leggero dal taglio asimmetrico, caratterizzato da uno scollo profondo sulla schiena e da due spalline sottilissime arricchite da un "C" e una "D" dorate, finì nell’episodio numero 17 della terza stagione, intitolato What Goes Around Comes Around di Sex and the City. La costumista Patricia Field lo fece indossare da Carrie Bradshaw per una scena catartica nella quale tende un vero e proprio agguato a Natasha cercando di chiederle scusa per averle rovinato il matrimonio con Big. Le scuse non sono andate a buon fine, ma quei pochi minuti on screen sono bastati all’abito Dior per diventare uno degli outfit più iconici mai sfoggiati da Carrie tanto che la scrittrice è tornata ad indossarlo di nuovo a 10 anni dalla sua prima apparizione, nel film Sex and The City 2 del 2010.
Dior, Galliano e Bradshaw l’hanno fatto diventare indimenticabile, ma non sono stati i primi a pensare ad un abito con la stampa ispirata ai quotidiani. Una delle prime a indossarne una versione d’antan è stata Matilda Butters, la moglie di un politico australiano, nel 1886, ma si può dire che ad accendere i riflettori su questo tipo di abiti siano stati Elsa Schiaparelli e Louis Réard. L’inventore del bikini ricoperto da quel tipo di stampa, alludendo ironicamente a tutti i titoli di giornale avrebbe conquistato con quel capo innovativo; mentre nel 1935 Schiaparelli realizzò delle creazioni con ritagli di quotidiani scritti su di lei, trasformati in camicette e accessori. L’idea le venne probabilmente durante un viaggio in Danimarca in vacanza, dopo aver visto le pescivendole a Copenaghen indossare cappelli fatti di giornale. Da allora il trend si è riproposto ciclicamente, via via reinterpretato da stilisti diversi come Moschino, Balenciaga, Calvin Klein, Versace, Helmut Lang, Diane Von Furstenberg e molti altri. La declinazione più amata del Newspaper dress rimane, però, quella di Dior by Galliano. Perché? I fattori sono molti, ma la vera differenza l’ha fatta Carrie Bradshaw. Che amiate il suo stile o meno, quando si parla di moda il suo resta uno dei personaggi (ma anche l’intera serie tv SATC) ancora oggi più influenti di cinema e tv e ogni cosa che indossa lascia il segno. E lo lasciava ancora di più all’inizio degli anni 2000 quando andò in onda per la prima l’abito di Dior, entrando così nel radar di ogni fashion addicted del mondo. La maggior parte si è dovuta accontentare delle tante imitazioni fast-fashion, ma le più fortunate come Kim Kardashian hanno potuto imitare Carrie e inserire un capo di quell’iconica collezione nel guardaroba.