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L'incredibile mondo della moda modesta su Instagram

Intervista a Samia Benchaou, stylist con l'hijab (e molto altro)

L'incredibile mondo della moda modesta su Instagram Intervista a Samia Benchaou, stylist con l'hijab (e molto altro)

Chi lo dice che vestire in modo modesto non può essere glamour? Mentre il mondo occidentale sempre di più - a volte un po' a fatica, tocca ammetterlo a malincuore - fa la sua conoscenza con il concetto di modest fashion, hijab e velo, ci sono personalità, sui social media, che si divertono a piegare i limiti della concezione comune e del pregiudizio, a dimostrare che portare il velo - coprire i capelli e il collo, rispettare le regole del proprio credo - non deve essere per forza limitante o mortificante, anzi, rende più inventive e fantasiose nella creazione degli outfit e nell'integrazione di pezzi unici in un look.

In questa visione di un mondo sempre più cosmopolita e globalizzato ma, purtroppo, anche sempre meno tollerante, i social network possono trasformarsi in un'arma inaspettata di tolleranza e normalizzazione. E se per l'Italia abbiamo chiesto ad alcune creator "nostrane" (per quanto il concetto sia sempre più sfumato, a mano a mano che i confini nazionali smettono di avere importanza e speriamo sempre di più) di raccontarci la loro esperienza, è giunta l'ora di allargare lo sguardo al mondo delle creator internazionali

Intervista a Samia Benchaou, stylist danese-marocchina

Tra queste spicca sicuramente Samia Benchaou, stylist danese-marocchina apparsa su Elle e Vogue, presenza costante alla Copenhagen Fashion Week, che su Instagram e TikTok posta tantissimi video in cui crea look audaci e fashion forward senza rinunciare all'indossare il suo hijab o alle regole non scritte del modest fashion, che comprendono anche silhouette non aderenti e tessuti di qualità. "Sono eccentrica, autentica e dico quello che penso" ci racconta Samia, che con il suo stile e il suo modo sempre leggero, sintetico e netto di rispondere alle critiche si è conquistata un'audience di quasi 400mila follower, soprattutto donne. "Donne di diverse culture e credi mi scrivono tutti i giorni e mi danno feedback, mi raccontano che le aiuto a scegliere quando si tratta di creare dei look ma mi dicono anche che imparano tanto da me sulla mia cultura e sulla mia religione, che sto costruendo dei ponti tra visioni del mondo".

La sua pagina è la dimostrazione vivente di come la moda può costruire dei ponti, la stessa moda che per lei è arte ed espressione del sé, e si discosta con decisione da ogni micro-trend passeggero a vantaggio della personalità. Non a tutti piace: "Ricevo spesso commenti negativi dalla comunità musulmana. Non rispondo perché sono convinta che arrivino da parte di persone tristi, che non sono felici con loro stesse, altrimenti non commenterebbero così. Non rispondo quasi mai, ma quando lo faccio preferisco fare un video, così che tutti possano vederlo. I commenti razzisti invece non sono tanti". A influire anche una città, Copenaghen, che si sta conquistando sempre più spazio ma che rimane, ancora per poco, decentrata, almeno secondo Samia: "Vivo in Danimarca, e qui essere riconosciuti dall'industria della moda è molto difficile. Per questo ho deciso di seguire la mia strada su Instagram, che mi ha portata ad essere riconosciuta e apprezzata dal mondo intero. È fantastico!" E non sarebbe stato possibile senza i social: "È importantissimo per me essere connessa con la mia community che ogni giorno mi dimostra il suo amore e il suo supporto. Significa tutto".