Il legame tra donne nel nuovo numero di 'The September Issues'
Intervista alla fondatrice, fotografa e artista Mary Rozzi
13 Novembre 2019
Cosa significa essere una donna oggi? E quanto è difficile, complicato e affascinante? Mary Rozzi, fotografa, artista e creativa, cerca di rispondere a questa domanda attraverso il suo apprezzatissimo progetto editoriale biennale intitolato The September Issues, che ha come obiettivo "la celebrazione della diversità e il potere del femminismo globale". Qualche giorno fa è stato pubblicato Revisionism Issue, che contiene inoltre uno speciale beauty firmato Gucci che ha come protagoniste donne over 60. Proprio in concomitanza dell'uscita del nuovo numero abbiamo avuto l'opportunità di incontrare Mary Rozzi in persona e di farle qualche domanda.
Questo numero di The September Issues si apre con una quote di Adrienne Rich: Le connessioni tra donne sono la forza più temuta, problematica e potente sul pianeta. Mary Rozzi da il via alla nostra conversazione così: decidere di fondare un mio magazine ha significato dover rinunciare a tante cose che facevo che mi garantivano un'entrata fissa, tuttavia non sono mai stata così entusiasta come quando ho iniziato a lavorare a The September Issues, riesco a fare di più con meno. Se devo lavorare dalle sei di mattina fino a mezzanotte lo faccio con tutta la positività possibile, perché per me significa avere un impatto sulla vita di altre donne e questo mi da la forza di andare avanti. Cultura, positività, cambiamento.
#1 Da dove deriva questo bisogno di creare un magazine totalmente dedicato alle donne?
Ero molto frustrata dalla mia carriera. Le cose erano piuttosto stagnanti e non riuscivo ad esprimere la mia creatività al massimo. Nello stesso momento l'industria stava cambiando, il valore della fotografia si stava perdendo a causa dei social media, con la quantità di contenuti digitali che ci circondano e che condividiamo stiamo perdendo la concezione della fotografia come forma d'arte. Quindi mi sono chiesto "Come potrò sostenere questa rivoluzione?", così ho deciso di aprire il mio magazine, ma di cosa si sarebbe trattato? Ho pensato a me in quanto donna fotografa, quanto è difficile essere carina, essere americana. L'industria della moda si basa principalmente su una prospettiva maschile, e ho capito che c'erano tante altre donne che stavano avendo le stesse difficoltà. Ho iniziato a chiedere a diverse persone se volevano prendere parte a questo progetto e si sono mostrati tutti entusiasti, dal punto di vista del tempismo è andato tutto perfettamente, non pensavo sarebbe andata così bene.
#2 Quanto è difficile essere una donna in un'industria creativa?
Inizialmente non mi sentivo supportata come donna. Mi veniva costantemente chiesto di consumare tantissimo in quanto donna, non solo come artista, in questa società siamo continuamente venduti a qualcuno. La pressione di comprare, di essere in un certo modo, è qualcosa di molto intenso con cui le persone non riescono a tenere il passo. Paragonarsi costantemente agli altri, soprattutto per i giovani ragazzi, crea un senso di inadeguatezza. Vedo molta ansia e un aumento del bullismo.
#3 A volte sono le donne stesse che si comportano in modo cattivo e scorretto con le altre donne per impressionare gli uomini. Pensi che il criticismo che viene dalle donne è più timidezza o insicurezza?
Penso che la cosa migliore da fare sia concentrarsi sulle cose positive, non lasciare che nessuno ti influenzi e essere sicure di se stesse, tutto si riduce alle nostre insicurezze. Come posso far in modo che queste donne si sentano meglio? Non è bello ferire gli altri. Dobbiamo essere il più positivi possibile, e credo che alla fine la bellezza vinca sempre. Vogliamo supportare le donne ed è per questo che il magazine si chiama The September Issues: non tratta solo di moda, arte e cultura, ma soprattutto di donne. L'idea è che un giorno tutto il materiale che abbiamo prodotto per il magazine possa essere messo all'asta per raccogliere fondi per le organizzazioni che aiutano le donne.
#4 L'industria della moda sembra mettere una data di scadenza sulle persone oltre una certa età, mentre la cover del tuo magazine fa parte di un editoriale realizzato con Gucci Beauty che ha come protagoniste donne con più di 60 anni.
E' una pratica ingiusta. Più divento grande più mi sento libera, e questo è fantastico, se sei contenta di come sei e di come appari il mondo se ne accorge. Perché dobbiamo aspettare così tanto prima di essere davvero noi stesse? Siamo tutti uguali, non importa se hai 19 o 65 anni.
#5 Ci siamo persi?
Abbiamo molto da fare. Il nostro obiettivo è creare una comunità. Un vero senso di comunità, lavoriamo ad eventi, talk e workshop. Con i loro telefoni le persone sono in realtà disconesse quando vivono la loro vita. Ne soffro molto anche io. Con The September Issues l'obiettivo è connettersi con altre donne. Le foto sono il modo più semplice e diretto per riconoscervi in me, e per me per riconoscermi nelle altre, è un modo molto sottile per far emergere le cose che teniamo nascoste in noi.
#6 Come possiamo cambiare la cultura attraverso la cultura, come possiamo educare le persone?
Dobbiamo fare in modo che le persone non assimilino tutto passivamente, ma che possano trarre ispirazione dalla vita delle altre persone.
#7 Quando hai deciso di dare vita al tuo magazine?
L'idea di dirigere un magazine c'è sempre stata. Ho sempre avuto molto da dire, ma sono sempre stata piuttosto timida. Non avevo il coraggio di farlo. Mi sento più sicura e a mio agio dietro la macchina fotografica. Se sono soddisfatta di un'immagine, di uno scatto che ho fatto, il giudizio degli altri non mi tocca più di tanto. Quando scatti una foto stai guardando nell'anima di un'altra persona, può essere un momento che mette a disagio entrambi. E' una magia. Penso possa venire in modo naturale. Sono brava a trovare quella connessione, deve essere veloce, alle volte devi solo trovare il tempo di confrontarti con quella persone per qualche minuto, è l'arte dell'immagine: scattare una foto significa catturare delle storie.
#8 Hai lavorato con personaggi molto importanti, che con il tempo hanno conosciuto una grande popolarità, penso ad esempio a Winnie Harlow. Sono tutte persone che sono più di una bella faccia, ma che hanno delle storie da raccontare.
Ero confusa, metto delle persone di fronte alla mia camera e non vado oltre il loro aspetto fisico? Cosa c'è oltre la loro bellezza esteriore? E' molto semplice, ci sono tantissime persone belle in giro. Quando vivevo a Parigi e selezionavo le modelle sentivo il bisogno di incontarle, perché pensavo che mi avrebbero potuto sorprendere. A volte nel portfolio sono bellissime, e poi dal vivo sono completamente diverse. E' questo che mi confonde così tanto delle dating app dei giorni nostri, se una persona ti sembra bella escici insieme!
#9 Questo è il quarto numero di The September Issues, quali sono i piani per il futuro?
Vorrei mettere il mio lavoro in una galleria, fare film, produrre con altri artisti, non solo fotografia, in particolare con donne registe, artiste digitali, realizzare eventi e podcast, è un progetto ambizioso. Il mio team è sparso per il mondo, il nostro fashion director è a Londra, io di base sono a Los Angeles, il photo director risiede a New York, ma questo progetto non deve riguardare solo gli Stati Uniti. Vogliamo continuare a far crescere idee e storie. Voglio creare contenuto attraverso una visione creativa, dobbiamo continuare a lasciarci ispirare.
#10 Hai ricevuto feedback sul tuo lavoro anche da persone che non conosci?
Ne ho ricevuti tantissimo, non riesco nemmeno a rispondere a tutti. Si sente la componente emozionale del magazine, proprio perché è realizzato da donne è emotivo, non vuole manipolare il lettore, voglio essere sicura di trasmettere le loro voci, chiedo a tantissimi artisti di scrivere le loro storie, che può essere molto impegnativo. Anche se non sono degli scrittori, è molto più semplice approfondire e lasciare che sia la loro personalità a trasparire.
#11 Pensi che i giovani abbiano bisogno di mentori? Se dovessi trovare un modo di ispirare le nuove generazioni cosa gli diresti? Soprattutto a quelli che pensano che servano moltissimi soldi per intraprendere un progetto, anche quando magari questo non è vero?
I giovani pensano di sapere tutto, quando in realtà non sanno nulla. Penso che la cosa migliore che possano fare sia guardare, leggere, imparare, continuare a studiare. Ho diretto produzioni con 100 persone, e non smetti mai di imparare. Apprezzo la loro sicurezza, sono molto preoccupata, non so come andrà. Credo sia molto facile nascondersi dietro ad un messaggio, bisogna essere molto coraggiosi per ammettere di aver commesso un errore, ammettere che non si sa qualcosa. I giovani si spezzano in mille pezzi, ma quando si fa un errore è in realtà un'occasione per imparare e andare avanti. Se avessi avuto questa sicurezza a vent'anni, mi ci sarebbero voluti 20 anni per arrivare a questo punto e fondare il mio magazine, quindi in realtà anche io posso imparare tanto da loro.