Le eroine dei cartoon giapponesi: Nami
La 'gatta ladra' di One Piece
15 Luglio 2020
Nami, la gatta ladra. Taglia: 66 milioni di Berry. DEAD OR ALIVE.
È questo l’avviso che si legge sul manifesto della sua taglia, emanato dal Governo Mondiale e sparpagliato in tutte le isole dell’universo di One Piece. Tra le eroine dei cartoni animati giapponesi, Nami è una delle più dirompenti: meglio nota come “la gatta ladra” per la sua ossessione per il denaro, il lusso e i tesori del mare, è la prima (e più importante) protagonista femminile della serie di manga e anime di One Piece, pubblicato in Italia dalla Star Comics e trasmesso da novembre 2001 su Italia 1. Nata dalla matita di Eiichirō Oda, il successo della saga è senza precedenti: a oggi One Piece conta oltre 470 milioni di copie in circolazione ed è il manga ad aver venduto di più in tutto il mondo.
In tutti i sondaggi condotti tra i fan, Nami è risultata spesso nella top 10 dei personaggi più amati: un dato che non sorprende, considerato l’affetto che lo stesso autore ha sempre dimostrato nei suoi confronti. Una prima versione di Nami, in effetti, esiste fin da prima che il manga fosse ufficializzato: nelle bozze di Romance Dawn, il prototipo che poi sarebbe diventato One Piece, al fianco del protagonista Rufy ‘Cappello di Paglia’, noto in Italia con il nome di “Rubber” (i soliti disastri del doppiaggio italiano) si poteva già intravedere un personaggio di nome Silk, poi Ann, praticamente identico a Nami nell’aspetto, se non per la chioma blu anziché arancione.
Chi è Nami
Prima ragazzina furba e spigliata, poi femme fatale smaliziata, Nami è un membro fondamentale della ciurma di Rufy. Abile stratega, è una navigatrice in grado di prevedere i più assurdi cambiamenti climatici, ma anche una cartografa: il suo sogno è disegnare la cartina del mondo intero. Attenzione a non farsi ingannare dalla fisicità prosperosa (che è valsa al suo autore diverse critiche): i punti di forza di Nami sono l’astuzia – grazie alla quale riesce a evitare lo scontro frontale – e la sua intelligenza. Lo stesso Oda ha dichiarato che è il terzo personaggio più intelligente del Mare Orientale (la zona del mondo di One Piece da cui sono iniziate le avventure dei protagonisti). Anche la sua arma (il Sorcery Clima-Tact), spesso sottovalutata, è molto ingegnosa: combinando le sue conoscenze con il potere di un bastone in grado di emanare bolle di aria calda e aria fredda e scintille elettriche, Nami è in grado di modificare il clima, provocando fulmini e temporali in grado di sbaragliare intere flotte (una specie di versione home-made di Tempesta degli X-Men).
La girandola e il mandarino
Se Nami è uno dei personaggi più amati della saga, il merito è anche della sua storia. Trovata quand’era ancora una neonata dal sergente della Marina Bellmer, la sua infanzia è trascorsa in un paradiso bucolico fatto di prati verdi, mare, girandole e piante di mandarini insieme a Bellmer, diventata come una madre, e a un’altra bambina più grande, Nojiko. Un vero matriarcato spezzato dalla morte di Bellmer, uccisa davanti agli occhi delle bambine dal pirata degli uomini-pesce Arlong. Per liberare il villaggio, conquistato da Arlong e la sua banda, Nami decise di mettere a disposizione del nemico le sue doti nella cartografia, ma a una condizione: se avesse recuperato 100 milioni di Berry (la moneta di One Piece), Arlong avrebbe dovuto lasciare liberi i suoi concittadini. È a quel punto che la sua strada si incrocia con quella di Rufy: resasi conto di essere stata ingannata dagli uomini-pesce, Nami, in lacrime, in una delle scene più emozionanti di sempre cerca di sfregiare con un pugnale il tatuaggio della banda di Arlong che ha sulla spalla. In ginocchio per la strada, con il braccio insanguinato, arriva Rufy, che le posa sulla testa il suo simbolico cappello di paglia e si avvia a sconfiggere Arlong. In tutta la saga, sarà l’unica volta che Rufy concede il suo cappello a qualcun altro: un gesto che vale più di mille parole e che designa Nami come imprescindibile braccio destro del suo capitano.
I migliori look
Al di là del fisico procace, il dettaglio più simbolico dei look di Nami è il tatuaggio che sfoggia sulla spalla sinistra: un disegno raffigurante un mandarino e una girandola, in ricordo della sua infanzia, fatto in sostituzione a quello della banda di Arlong. Nel corso della saga, Nami subisce una radicale trasformazione dal punto di vista fisico, che la porta da adolescente con i capelli corti a caschetto un po’ effetto messy, che indossa t-shirt, stivaletti e sandali, a donna sensuale e stravagante che predilige outfit sexy e appariscenti, in generale abiti che attirano l’attenzione. In effetti, dopo il salto temporale di due anni che divide in due la saga, Nami passa da un fisico da ragazzina a una silhouette a "clessidra" più pronunciata e le sue misure diventano 98-58-88 e coppa J. I suoi capelli rossi, quasi arancioni diventano lunghi e voluminosi tanto da arrivarle in fondo alla schiena.
Ma quali sono i suoi essentials? Nonostante i suoi interessi principali siano distanti dal mondo della moda, Nami presta molta attenzione al suo look: ad esempio, quando si trova con i suoi compagni a dover indossare un kimono, è l'unica a sfoggiarne uno in versione mini-dress. Tutto ciò che veste ne risalta le forme: abiti corti e attillati, minigonne, bikini colorati e pantaloni a vita bassa sono i must have di Nami, che gioca anche con i colori indossando sempre qualche capo in tonalità accese e brillanti. Anche i capelli sono sempre al centro dell’attenzione, come se fosse sempre appena uscita dal parrucchiere. L’hairstyle più frequente è anche il più semplice: capelli sciolti, con onde morbide e ciuffi laterali lasciati cadere ad incorniciare il viso, ma non è raro vederli raccolti in una coda di cavallo, in due codini o in una morbida treccia-chignon.
Il look preferito di nss G-Club? Il long dress viola, stretto e avvolgente, con ampia scollatura e allacciature incrociate lungo i lati del corpo. L’abito è decorato da fili di perle che cadono sulle spalle e sui fianchi e ritornano anche sull’acconciatura. Un capo sexy, elegantissimo, audace: potremmo benissimo vederlo indossato da Rihanna su un red carpet. Se nel mondo di One Piece ci fosse spazio per i luxury brand, non dubiteremmo che sarebbe un Versace.
Una curiosità? Secondo l’idea iniziale del disegnatore Eiichirō Oda, Nami presentava treccine, jeans strappati con un singolo legging sulla gamba destra, cicatrici evidenti sul corpo, combat boots, un unico guanto che le copriva tutto l'avambraccio in metallo e un'ascia notevolmente più grande di lei. Un look decisamente meno provocante di quello finale.