Cos'è lo Chateau Marmont?
L'hotel dall'aspetto di un castello a Los Angeles, simbolo della celebrity culture e ispirazione per la moda
18 Novembre 2020
Teatro di scandalosi intrecci amorosi, stravaganze di stelle del rock e macabre scomparse: allo Chateau Marmont ognuna delle 63 stanze ha una storia da raccontare. Pochi luoghi nel mondo hanno una così potente fama e fascino da attirare tutte le star dello show-biz dal 1929, data di apertura. Da Bette Davis a Lana del Rey passando per Helmut Newton e i Led Zeppelin, tantissime altre star hanno scelto la struttura per soggiornare o addirittura vivere alcuni mesi, rendendo il castello californiano simbolo della celebrity culture.
Il mondo del cinema viene sedotto dall’allure dello Chateau e l’ha spesso scelto come location o ispirazione per le sue produzioni: Quentin Tarantino, Tim Burton e Sofia Coppola hanno girato qui alcuni dei loro migliori film.
Stile d’arredamento e cenni storici
L’hotel è la prima struttura antisismica ad LA e vanta ampie stanze, cottage e bungalow. Lo Chateau è un vero e proprio castello che si staglia sul Sunset Boulevard e con la sua posizione strategica, garantisce non solo privacy e riservatezza ad una clientela stellata in cerca di tranquillità, ma anche il flusso continuo di turisti incuriositi da un così singolare edificio.
L’estetica francese simil-gotica, in marmo bianco e grigio scuro, è liberamente ispirata ai castelli medievali come lo Château d'Amboise, situato nella Loira, che ha rubato il cuore del fondatore Fred Horowitz. Le finestre ad arco, il colonnato a volta, i due fianchi dell'edificio che si ripiegano su un cortile verde rendono lo stabile una vera e propria fortezza di lusso, in pieno gusto e stile californiano. Il design degli interni crea un'atmosfera sobria e riservata, in cui ci si sente al sicuro da sguardi indiscreti: la luce fioca della hall cade dolcemente su finti broccati e divani di ispirazione vintage, selezionati dallo staff per sembrare che siano sempre stati lì. I soffitti damascati e l’armonia tra il verde e la roccia antica trascinano gli ospiti nella maestosa tenuta di influenza europea, a metà tra l’esoterismo spagnolo ed i dettagli aristocratici francesi, mantenuto dal nuovo proprietario André Balazs. Sono gli accoglienti spazi comuni come la hall, la piscina ed il rigoglioso giardino a rendere l’anima glam di una Vecchia Hollywood difficile da imitare oggi.
Punto di riferimento delle celebrity
Le storie che aleggiano attorno allo Chateau contribuiscono ad alimentare il fascino fatale e decadente dell’hotel. “Se devi metterti nei guai, che sia al Marmont” disse Harry Cohn, direttore di Columbia Pictures negli anni '30, e fu preso alla lettera. Il Marmont ha ospitato tra le innumerevoli celebrità, una Grace Kelly terrorizzata dal non fare carriera nel 1925; un curioso James Dean che recandosi al bungalow del regista Nicholas Ray per ottenere il ruolo in Gioventù Bruciata, scoprì la sua liason clandestina con la futura co-protagonista minorenne Natalie Wood; i Led Zeppelin che giravano in moto per l’hotel; un euforico Jim Morrison che si gettò in piscina dalla finestra del quarto di sette piani e i Red Hot Chili Peppers che passarono settimane in quelle camere. Roman Polanski e la moglie Sharon Tate soggiornarono qui poco prima dell’omicidio di lei per mano della setta di Charles Manson; e John Belushi morì di overdose nel bungalow numero 3 nell’82, stendendo un velo di mistero sull’hotel, che si espanse nel 2004, quando il fotografo Helmut Newton morì mentre usciva in auto dal cancello dell’hotel. Britney Spears e Lindsay Lohan sono state entrambe allontanate per cattiva condotta, mentre Johnny Depp e Kate Moss dichiarano di aver fatto l’amore in ogni stanza dell’albergo. Più recentemente Keanu Reeves, Amanda Seyfried, Joaquin Phoenix, Jay-Z e Beyoncé, Fedez e Chiara Ferragni hanno soggiornato lì.
Chateau Marmont nella pop culture
Chateau Marmont è diventato un simbolo e per questo l’arte di tutti i tipi ne è attratta: la musica di Lana del Rey, che scrive Born to Die proprio nella camera 79 e a scegliere l’hotel per girare il video di Video Games; il cinema di Sofia Coppola che gira Somewhere interamente nella stanza 63. La fotografia di Annie Leibovitz, Bruce Weber e Helmut Newton, che hanno scattato qui alcune dei loro lavori più iconici; la moda di Stephen Sprouse, Tom Ford, Christian Louboutin e Alessandro Michele. Proprio il direttore creativo di Gucci, assiduo ospite dell’hotel, lo sceglie come fonte di ispirazione per la Resort Collection 2019 di Gucci. L'immagine del dio Pan, metà-uomo e metà-bestia che simboleggia la lussuria, è utilizzata come mascotte sugli stuzzichini da cocktail e sugli asciugamani dell'Hotel, e appare sul fianco della iconica Jackie Bag, su t-shirt, giacche, felpe, orologi e abiti in broccato della casa di moda toscana. L’immaginario dello Chateau si sposa perfettamente con l’idea fluida, ribelle ed esoterica che Michele ha per la collezione: grazie al successo strepitoso diventa una collaborazione, ad oggi disponibile al concierge dell’hotel e sul sito [email protected].