LGBTQIA+, le serie da guardare in streaming
Dall’ultimo progetto di Guadagnino alle skaters di Betty
07 Giugno 2021
Giugno è il Pride Month, un mese speciale in cui tutti, brand e artisti compresi, celebrano l'amore in ogni sua sfaccettatura. Lo fa anche il mondo delle serie tv che negli ultimi anni presenta sempre di più contenuti queer interessanti e davvero inclusivi. Sono tanti e fatti in modi e mood diversi, i progetti che esplorano la complessità delle vite dei membri della comunità LGBTQIA+, valorizzandone le diversità, la bellezza e andando oltre a mere rappresentazioni stereotipiche.
Da We Are Who We Are, il primo progetto televisivo di Luca Guadagnino al glamour di Pose di Netflix, dalla storia corale di Tales of the city alle stilose skaters di Betty, G-Club ha selezionato 5 serie tv legate alla community LGBTQIA+ da vedere in streaming per ridere, innamorarsi, sognare, ballare, lottare, accettarsi ed amarsi insieme ai protagonisti di queste storie.
We Are Who We Are
Luca Guadagnino fa il suo esordio nel mondo delle serie tv con un coming of age potente e coinvolgente che segue la storia di un gruppo di teenager, figli di soldati che vivono in una base dell’esercito USA in Veneto. C’è Fraser (Jack Dylan Grazer), il figlio della nuova comandante della base, interpretata da Chloë Sevigny; c’è Caitlin (Jordan Kristine Seamón), che è incerta se essere se stessa o se essere la bambina perfetta che vuole il padre ultra conservatore. E poi ci sono Britney, Danny, Craig, Sam, Enrico e Valentina. In questa sorta di non luogo, fatto di filo spinato, plotoni schierati e rigore militare, i loro sentimenti, come la ribellione agli schemi di gender tradizionali, diventano esplosivi. Tra amicizia, amore, desiderio, rabbia, incertezza e scoperta di sé, spiccano anche i costumi realizzati da Giulia Piersanti, Head of Woman’s and Man’s Knitwear da Celine.
Please Like Me
Josh è anonimo, porta i capelli a caschetto, ha una voce stridula, è logorroico, cinico, emotivamente inaccessibile, eppure, nonostante sia un ragazzo piuttosto fastidioso, vi terrà incollati allo schermo. Il giorno del suo ventesimo compleanno Claire, la sua storica fidanzata, gli regala una fetta di torta e lo molla dicendogli "Josh, tu sei gay!". Da questo coming out "forzato" parte Please Like Me, serie australiana creata e prodotta dallo stand up comedian Josh Thomas, che interpreta anche il protagonista. Puntata dopo puntata, questo bizzarro biondino ci porta nel suo mondo, speso, tra alti e bassi, tra famiglia e nuovi amori, insieme all’ex fidanzata, all’amico e coinquilino Tom, alla madre bipolare, al padre e alla matrigna. Il risultato è una sit-com leggera, divertente, spensierata che critica tutti i luoghi comuni che accompagnano l’idea della comunità LGBTQIA+ nella società e che, nonostante la trama apparentemente ordinaria, nasconde sempre qualche sorpresa.
Pose
L’estetica queer in tv non è mai stata così glamour e coinvolgente. Ryan Murphy e Steven Canals ci portano indietro nel tempo, all’interno della comunità LGBTQ+ newyorkese dell’inizio degli anni ‘90, ai tempi della nascita del movimento vogueing e della ballroom culture. La coppia di sceneggiatori ed il cast inclusivo, che comprende Indya Moore e Billy Porter, sono perfetti nel mettere in scena questa storia di transizione, così come la dicotomia tra la scintillante bellezza che, dai costumi ai set, caratterizza le gare di ballo e la vita ai margini dei protagonisti, costretti ad affrontare discriminazione e il diffondersi dell’AIDS.
Betty
"Intensamente queer, risolutamente multiculturale e orgogliosamente femminista". Sono queste le parole che Vogue ha usato per definire la serie tv diretta da Crystal Moselle, basata sul suo film del 2018 Skate Kitchen. Intitolato Betty, che è un termine dispregiativo per chiamare le ragazze skater, il progetto segue una crew di giovani donne newyorkesi che, tra tricks, amori e amicizia, cerca di sfondare nel mondo prettamente maschile dello skateboarding. Le protagoniste sono Zennial super cool: dalla testarda Janay (Dede Lovelace) all’aspirante filmmaker Honeybear (Moonbear), da Kirt (Nina Moran) ad Indigo (Ajani Russell), la giovane spacciatrice con le sopracciglia bleached. Volete un altro motivo per guardare la serie di HBO? Se non vi basta il format che ricorda una sorta di mash-up tra Girls ed Euphoria, ci sono i bellissimi outfits tutti da copiare scelti dalla costumista Camille Garmendiaa.
Tales of the city
Tales of the city è una mini-serie Netflix del 2019, nuovo capitolo della saga televisiva iniziata nel 1993 ispirata a I racconti di San Francisco di Amistead Maupin. Al centro della storia c’è la comunità LGBTQIA+ di San Francisco, raccontata a partire dagli anni ‘50 fino al presente, che ruota attorno al numero 28 di Barbary Lane e alla sua istrionica proprietaria, Anna Madrigal (Olympia Dukakis), nata uomo e riuscita ad effettuare la transizione completa dopo molte difficoltà. Le nuove puntate continuano ad esplorare i temi dell’identità sessuale, ma anche di quella culturale e sociale. Tra i protagonisti c’è anche la star e attivista per i diritti LGBTQ+ Elliot Page.