Il ruolo della musica tra clubbing e salute mentale
Abbiamo chiesto alla Dj e attivista Vanessa Maria qual è per lei il valore curativo e sociale della musica
30 Marzo 2022
Sono così grata di far parte di questo mondo, non sarei qui senza tutte le donne straordinarie che ho incontrato lungo il mio cammino
Quando chiediamo a Vanessa chi e cosa la ispira, la risposta è una: le donne. Inglese di origini Giamaicane, Vanessa Maria Wilson è una DJ, attivista e produttore creativo che ha lavorato con NTS, Rinse FM, BBC 1xtra, Mixcloud, Pirate Studios, BoilerRoom e Black Butter Studios. Dopo aver concluso un percorso di studi nel campo della psicologia, ha lavorato presso l'Università di Bristol dove ha condotto numerose campagne sulla salute mentale degli studenti, tema a lei molto a cuore. Guidata dalla necessità e responsabilità di dar voce a chi non ne ha, trasmette tramite la sua musica un messaggio di inclusività e consapevolezza su temi come la discriminazione razziale e di genere. Ha iniziato la sua carriera nella musica nel 2018 a Bristol, dove si è iscritta alla “Mix Nights”, un corso gestito dall’etichetta discografica “Saffron Records” guidato da da donne che a loro volta ne aiutano altre ad intraprendere i primi passi nel mondo della musica e non solo.
Meno del 5% dell'industria della tecnologia musicale è composta da donne, persone non binarie o trans e meno dell'1% sono persone di colore! Ci sono stati cambiamenti lenti, il che è fantastico, ma c'è ancora così tanto lavoro da fare.
Il progetto Mix Nights nasce proprio come manifesto sociale nella lotta contro le discriminazioni di genere. L'obiettivo è sempre stato quello di introdurre più DJ donne nella musica elettronica, sia a livello locale che internazionale, contribuendo così a sostenere le minoranze abbattendo costrutti sociali.
Vanessa ammette che l’uguaglianza di genere è ancora lontana e che il settore è sempre meno diversificato. I protagonisti sono ancora uomini bianchi di mezza età che indugiano nel conferire qualifiche a donne meritevoli di riconoscimento. Risulta incredibilmente difficile affrontare una cultura caratterizzata da una mascolinità tossica quando le posizioni di potere sono ancora ricoperte principalmente da uomini. Sfortunatamente, i problemi di inclusività non riguardano solo il genere ma anche l’etnia.
È documentato che le comunità etniche nere e minoritarie affrontano disuguaglianze nelle loro problematiche di salute mentale, Da un'indagine dell'Università di Bristol (2018) è emerso che gli studenti black non accedono al supporto per la salute mentale per paura di non essere capiti.
dice Vanessa, testimone di molti studenti neri che hanno dichiarato che gran parte dei loro problemi di salute mentale derivano dalle lotte legate al razzismo e dagli atteggiamenti razziali della maggioranza bianca che li circonda. La missione di Vanessa con l’iniziativa “Black Minds Matter” - movimento che celebra e supporta la comunità nera - è proprio quella di connettere individui e famiglie a servizi gratuiti di salute mentale, rendendoli più accessibili e rimodellandoli in modo che siano rilevanti e ad hoc per la comunità nera.
Vanessa ha inoltre contribuito alla pubblicazione di un breve documentario autoprodotto che esplora l'esperienza degli studenti neri all’interno di varie università. "When Well-being is White” nasce con l’intento e la speranza che gli studenti convalidino la loro esperienza in una realtà che pur non appartenendogli li coinvolge.
ll documentario è qui usato come strumento per mettere in atto movimenti politici nelle università e incoraggiare altre organizzazioni educative a cambiare il modo di vedere le cose e di trattare le minoranze. La quarantena ha dato modo a Vanessa di riflettere su più tematiche, preoccupandosi della propria e altrui salute mentale. Condividere la sua passione per la musica con il pubblico l’ha aiutata a non perdere i suoi punti fermi che ha rischiato di smarrire a seguito del forte stress a cui è stata sottoposta.
“La salute mentale della scena musicale è stata decisamente colpita. È stato un periodo molto difficile per tutti, finanziariamente, socialmente e mentalmente. Il lockdown è stato una lotta. Siamo stati tutti limitati, senza lavoro e incapaci di svolgere il nostro lavoro. Alcuni dei nostri locali preferiti hanno chiuso, le serate nei club sono scomparse e la vita notturna è stata completamente sospesa. Ma credo nella ripresa del settore. Le serate sono sempre più numerose e ricche di sfumature musicali e culturali; siamo sulla buona strada!”
Con le parole di Vanessa, assistiamo qui a una vera presa di posizione, dove ci si rifiuta di arrendersi e ci si sprona a non abbattersi mai. Grazie alla forte connessione che ha caratterizzato la scena pubblica, si è riuscito nell’intento di credere, sperare e ambire ad un futuro migliore. Così è nato il rapporto con Alessandro “Sgamo” Nuzzo, il dj based in Milano che con la piattaforma wegoing.sound connette artisti indipendenti europei che, dopo due anni di chiusura forzata delle frontiere, sentono il bisogno di esportare il loro talento oltre i propri confini. Questo desiderio di rimettersi in gioco è condiviso dall’intera scena musicale italiana, in particolare da due dei nomi più attivi nella movida milanese: Filippo “Milangeles” Tortorici e Floriano Macchione, soci fondatori di “Nice Club” presso l’Apollo che, serata dopo serata, stanno riscrivendo la storia dei club, rendendoli un luogo dove si balla, si respira e ci si libera. Grazie alla loro voglia di ripartire e di dar nuovamente voce al linguaggio musicale, la Milano notturna del post-covid sta mostrando sfumature inedite.
Qui il divertimento viene visto e vissuto non solo come atto ricreativo ma come specchio dell’anima della città, dove la musica inizia a funzionare quando viene percepita come un valore globale, ibrido e sfaccettato. Questo deve far riflettere sul fatto che un mondo “senza notte” è un mondo a cui manca qualcosa.