Treccani pubblica il primo vocabolario italiano con il femminile di sostantivi e aggettivi
La parità di genere inizia anche dalle parole nel 2022
16 Settembre 2022
"É lo specchio del mondo che cambia e il frutto della necessità di validare e dare dignità a una nuova visione della società, che passa inevitabilmente attraverso un nuovo e diverso utilizzo delle parole". Così Valeria Della Valle e Giuseppe Patota, curatori del progetto, introducono la nuova edizione del vocabolario Treccani in uscita ad ottobre che per la prima volta metterà il maschile e il femminile sullo stesso livello, con un criterio alfabetico e non più di genere. Aprendo le pagine, quindi, le voci delle definizioni avranno entrambe le declinazioni una accanto all’altra e non verrà più privilegiata la forma maschile come è stato d’uso fino ad ora, ma si seguirà solo l’ordine alfabetico: "bella, bello"; "lettore, lettrice"; "adatta, adatto" e così via.
E la gatta arriva prima del gatto. Esce la nuova edizione del Vocabolario @Treccani. Ed è una rivoluzione: per la prima volta sono state registrate anche le voci al femminile di aggettivi e di molti nomi. Che, così, spesso, nell'ordine alfabetico, arrivano prima dei maschili. 1/2 pic.twitter.com/CUVJPXVF4o
— Damiano Fedeli (@damianofedeli) September 11, 2022
Seguendo questa impostazione inclusiva ci saranno anche nomi identificativi di professioni abitualmente ignorati per tradizione androcentrica come notaia, chirurga, medica o soldata, ma anche casalingo o ricamatore, che sono grammaticalmente corrette e "se suonano male o sembrano brutte è solo perché sono usate poco". Ci siamo abituati al fatto che il maschile fosse l’universale e, perciò, idoneo per riferirsi sia a uomini sia a donne, ma ora il dibattito sul sessismo della lingua italiana e su come la lingua finisca per influenzare la società è sempre più acceso ed è tempo di una rivoluzione della lessicografia italiana per "riconoscere, validandole, nuove sfumature, definizioni e accezioni in grado di rappresentare e raccontare al meglio la realtà e l’attualità, attraverso le parole che utilizziamo per viverla e descriverla". Così verranno anche aggiornati e rivisti tutti quegli esempi e i modi di dire che possono essere offensivi, lesivi della dignità di ogni persona o stereotipati secondo i quali a pulire, cucinare o accudire i figli è sempre una donna mentre a dirigere una società, leggere un quotidiano o anche guidare l’auto è un uomo.
L’obiettivo del nuovo vocabolario Treccani è chiaro: si tratta di una piccola rivoluzione che tiene conto di alcune consapevolezze recenti emerse dal dibattito sul sessismo del linguaggio che riflette fissandola su carta "la necessità e l'urgenza di un cambiamento che promuova l'inclusività e la parità di genere, a partire dalla lingua" e apre la strada ad un auspicabile progresso sociale che azzeri il gender gap. Perché il cambiamento culturale passa anche attraverso le parole, quelle che leggiamo, scriviamo ed usiamo nella quotidianità. La scelta di Treccani ha suscitato molte polemiche, come aveva previsto anche la casa editrice. Da una parte c’è chi la ha accolta con favore, ma dall’altra c’è chi la considera una mera operazione di marketing, un’inutile forzatura "scientificamente insensata", "ideologicamente inconsistente", sottolineando che "le battaglie civili e la parità dei sessi non passano attraverso stucchevoli forzature grammaticali". Voi che ne pensate?