Un Ave Maria sopra un rombo di motore prima di andare sul palco
Intervista ad Antonio Spinelli
26 Luglio 2023
Alessandra Coppola
L'energia che si crea quando si fa, si vive o si assiste a qualsiasi forma d'arte è spesso tangibile, emozionante, mistica e lontana dalla razionalità. Ed è così che prima di buttarsi sul palco Antonio Spinelli ha creato un rituale tutto suo, una preghiera, un Ave Maria mentre le cuffiette in ear risuonano i "vrooom vroom" di Saoko. Ve lo ricordate Stranger Things? Esiste un sottosopra anche nel mondo del spettacolo, solo che al posto di un Demogorgone c'è Antonio. Stiamo parlando di una dimensione fatta di persone, strumenti, figure che - spesso - non si vedono o si vedono come un lampo ma che esistono, sudano, lavorano e che fanno risuonare forte e chiaro lo spettacolo che poi vibra attraverso le nostre corde vocali, che risuona nei nostri iphone e che fa muovere i nostri culi. Per chi tra di voi ha avuto la fortuna di assistere a un concerto di Rosalía avrà sicuramente notato una testa blu muoversi sulle note di Motomami. Tra quei dieci ballerini che, oltre a danzare si incastrano alla perfezione c'è anche un italiano, si chiama Antonio Spinelli, è nato a Napoli e ha appena 24 anni. «La passione per il ballo me l’ha trasmessa mio papà che quando ero bambino mi prendeva in braccio sui suoi piedi e mi insegnava cos'è il ritmo sulla colonna sonora di Beautiful. Ho iniziato a studiare a 4 anni, principalmente balli latinoamericani, rumba, samba, Cha Cha ho fatto tante gare regionali e nazionali di coppia. Poi ho integrato altre discipline come danza classica, contemporanea, street jazz e all'età di 14 anni ho capito che l’hip hop era la mia strada e quindi sono entrato in questa mega crew che si chiama Unbox Crew e ne ho fatto parte per 5 anni.»
Dalla Crew al tour mondiale di Rosalía, Antonio ne ha fatta di strada e di palchi. Cresciuto in un Paese come l'Italia che non brilla proprio per l'accettazione di percorsi che vanno aldilà del diventare dottore, avvocato o consulente, Antonio racconta: «Non è proprio semplice pensare a una famiglia che immagina per il proprio figlio un percorso del genere» e poi continua «È veramente molto difficile immaginare una famiglia, soprattutto poi nella mia zona, a Napoli, che non immagini un figlio calciatore, piuttosto che un ballerino. I miei genitori sono sempre stati dei grandi sostenitori, io penso, della mia passione più che del lavoro in sé. Sono sempre venuti ai miei saggi, mi hanno accompagnato a fare lezioni, ovunque. Però poi in realtà mia madre, insegnante, ha sempre pensato che un giorno avrei fatto un percorso più universitario.» E così è stato, almeno in parte. Dopo aver terminato le superiori Antonio si è iscritto a economia aziendale così da avere un paracadute, un piano B, nel mentre però continuava a ballare. «Sono stato fortunato perché ho avuto dei grandi insegnanti che mi hanno saputo guidare, che hanno saputo incoraggiarmi a fare determinate scelte, a seguire determinati percorsi.»
E per chi si ritrova solo ad affrontare tutto questo? «Molte persone pensano che ci siano solo altri modi, solo raccomandazioni per andare avanti, che esistano solo a volte programmi televisivi per spaccare davvero. Il mio consiglio è quello di aprire i propri confini e soprattutto iniziare ad andare a studiare, sia all'estero, sia in Italia, perché secondo me più studi più ottieni uno spazio di energie e di idee. Studiare amplia la tua consapevolezza e soprattutto la tua qualità di movimento. Non solo. Secondo me aumenta e si espande in base a quanto tu studi e a quanto diversamente studi, quindi quanto più riesci a metterti fuori dalla tua comfort zone, più secondo me riuscirai ad acquisire nuovi stili.»
Anche le connessioni sono importanti, non saper solo stare nel proprio corpo ma anche insieme ad altri corpi. «Senza prenderci in giro, il network è una parte importante, ma non perché è una parte per la quale le persone poi ti debbano chiamare perché sei diventi loro amico, no. Più persone conoscerai, più insegnanti riuscirai comunque a conoscere da voi, tranne qualcosa, da le loro lezioni, più accrescerai il tuo valore. Anche fare tante audizioni, è il modo migliore per farsi conoscere, nonostante le audizioni possano non andare bene. Però almeno provarci, farle, passare una volta una selezione, una volta una, arrivare fino alla fine e non riuscire a prendere il lavoro è comunque un qualcosa che ti fa notare.» Come ci si sente a essere chiamati per far parte del tour di Rosalía io non me lo so nemmeno immaginare. Rosalía per la mia generazione rappresenta l'amica pazza che tutte e tutti vorremmo avere ma anche la passione e. «La chiamata arriva quando meno te lo aspetti, quando nemmeno la stai cercando, non ci stai pensando. Però tutto ciò avviene solo dopo l'hai cercato a lungo.» e poi continua «Ricordo ogni chiamata ricevuta, quella che mi è arrivata di Romeo e Giulietta sul telefono fisso di casa, alla mail per gli MTV EMA all'improvviso, il messaggio su Instagram del coreografo che mi diceva che mi avrebbe voluto nel video di Ed Sheeran fino alla videochiamata del coreografo del tour di Rosalía per dirmi che ero stato preso. È sempre così tutto inaspettato che sono sempre rimasto in shock fino a quando non ho messo piede in sala e mi sono accorto che invece era tutto vero.»
Per Antonio ballare non è solo lavoro ma è qualcosa di necessario. «Sono molto più in pace quando ballo che quando devo stare fermo» «La cosa che mi sorprende sempre della danza è il modo in cui ogni volta è riuscita a farmi ricominciare. Nonostante i tanti anni di studio non mi sento arrivata in nessuna tecnica, in nessuno stile, tutto è così vasto e pieno di sottoculture e sottostili che lo studio che devi fare è immenso.» La consapevolezza del nostro corpo potrebbe non fermarsi mai. «Ogni genere musicale può portare a un tipo di movimento diverso, basti pensare alla dancehall all'hip hop nate per esprimere un movimento culturale e soprattutto per unire le persone. Il ballo è anche questo, parlare un linguaggio che non è scritto ma che tutti possiamo apprendere.»
Il tour di Rosalía è finito il 22 luglio con l'ultima data a Parigi. E ora? «Torno a Napoli per le vacanze, per stare un po' con la mia famiglia e poi tornerò in sala a ballare con i miei amici. Nel prossimo futuro poi continuerò a lavorare a un progetto in grande a cui tengo molto e che sto portando avanti, un concept video. Infine vorrei proprio tornare negli Stati Uniti, mi affascinano moltissimo come industria, ci sono stato in tour ma mi piacerebbe riviverla senza quei ritmi serrati.»
1st Look:
Look A BETTER MISTAKE, Necklace VITALY, Bracelet and earrings EMANUELE BICOCCHI.
2nd Look:
Sweater ONITSUKA TIGER, Pants 3DC RETROSPECTIVE, Necklace EMANUELE BICOCCHI, sunglasses OAKLEY X STUSSY.
3rd Look:
Full look MISSONI.
4th Look:
Shirt and bag DIESEL, pants MARCELLO PIPITONE, shoes ONITSUKA TIGER.
5th Look:
Full look FERRARI.
6th Look:
Full look DIESEL
7th Look:
Full look MAGLIANO.
Credits:
Photographer: Alessandra Coppola
Stylist: Luigi D'Elia
Interview: Anna Paola Parapini