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Il cinema horror è pronto a fare il grande passo (in rosa)

Tra istanze femministe e il ritorno delle it-girl, i film dell'orrore stanno cambiando

Il cinema horror è pronto a fare il grande passo (in rosa) Tra istanze femministe e il ritorno delle it-girl, i film dell'orrore stanno cambiando

In principio fu Paris Hilton in La maschera di cera, nel 2005. Il suo personaggio - che era biondo, non particolarmente brillante e semi-svestito - moriva in mezzo agli zombie di cera dopo una vana e disperata fuga a seguito di un tentativo di camporella in tenda. Solo una tra le tante donne fantoccio dell’horror mainstream, che le utilizzava per shock value e per qualche scena di nudo, che tra una coltellata e l’altra ci sta sempre bene.

Kim Kardashian sceglie l’horror per debuttare sul piccolo schermo

Adesso, dopo una lunga pausa, le it-girl tornano al cinema horror, e non è un caso. Basti pensare a Kim Kardashian, la Paris Hilton degli anni 20, che ci riprova nella recitazione e si lancia in American Horror Story: Delicate dopo la disastrosa esperienza del 2008 nel film parodia Disaster Movie. Nella nuova stagione, affiancata da Emma Roberts e Cara Delevingne, interpreta un’amica in carriera della protagonista che tenta disperatamente di rimanere incinta. 

Addison Rae e Charlie XCX la seguono a ruota

Non è la sola. Si sta approcciando al mondo del cinema dell’orrore anche Addison Rae, star dei social re-inventatasi cantante e attrice che affiancherà Patrick Dempsey in Thanksgiving, diretto da Eli Roth e in uscita negli Stati Uniti a novembre. E ancora, Charli XCX si unirà a Barbie Ferreira nel remake di Faces of Death. Insomma, l’horror è arrivato nel terzo millennio, e si tinge di rosa. 

Un nuovo cinema horror

Nel mezzo, un cambiamento lento ma importante, che ha coinvolto proprio un genere, quello dell’horror, che per anni è stato fermo, immobile, bistrattato e considerato minore e che sta ora attraversando un vero e proprio risorgimento. Basti pensare all’antesignano (e dunque poco capito) Jennifer’s Body, film del 2009 diretto da Karyn Kusama e sceneggiato da Diablo Code (non a caso due donne) che cerca di utilizzare gli stilemi tradizionali dell’horror commerciale anni Ottanta e li rovescia, facendo della sua protagonista una cheerleader popolare, discinta e terribile che uccide i ragazzi senza nessun senso di colpa. Un primo tentativo, che infatti è stato ripescato un decennio dopo e finalmente valorizzato

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Mia Goth, Pearl e l’horror sociale

E adesso? Il cinema dell’orrore cresce a dismisura, acquistando dignità. Non più fatto di film di seconda categoria in cui le attrici e i registi emergenti possono farsi le ossa, sperando di essere notati, ma terreno di sperimentazione interessante e scoppiettante. Le interpretazioni di Mia Goth, reginetta dell’horror insieme ad Anya Taylor-Joy, nella trilogia di film di Ti West (X, Pearl e MaXXXine, quest’ultimo di prossima uscita) fanno urlare i suoi fan all’Oscar e scalpitare perché l’Academy, storicamente, dei film di genere se ne infischia. Dopo Jordan Peele, diventa sempre più comune anche l’horror a tematica sociale, che personifica diversi tipi di disagio (dal lutto alla maternità perduta passando per la discriminazione) in mostri, alieni e apparizioni di qualche tipo. 

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La donna horror da oggetto a soggetto

Mentre la società si fa attenta ad alcune tematiche e le donne salgono finalmente sul palco, l’horror le segue, le esamina, le mette al centro delle sue storie. Non più come oggetti passivi o mostri tonti di sensualità ricoperti di sangue, ma come soggetti attivi, con le loro turbe, a volte condivise dal genere maschile, a volte invece proprie dell’essere donna. 

Il caso Barbarian

Gli esempi si sprecano. Uno degli ultimi e più riusciti è Barbarian, film del 2022 diretto e scritto da Zach Cregger con Georgina Campbell, Bill Skarsgård e Justin Long. In questo film una madre mostruosa, relitto e risultato di traumi provocatigli da un uomo, si annida in cantina catturando chiunque sia abbastanza incosciente da entrare nel suo spazio. Vuole solo dei figli da accudire, e l’unica che può comprenderla davvero è proprio la protagonista, che a sua volta si muove in un mondo di sconosciuti (maschile non casuale) potenzialmente pericolosi e attori egoisti e senza sensi di colpa. 

Il futuro del genere horror

Anche quando la tematica non è prettamente femminile o femminista, le protagoniste dei film dell’orrore del nuovo millennio sono trattate come personaggi reali, sfumati, profondi, capaci di provare una svariata gamma di emozioni, di difendersi, di rimanere vestite e, chi lo sa, anche di sopravvivere, utilizzando solo e soltanto le loro forze e il loro ingegno, come ad esempio in No One Will Save You, pellicola sperimentale diretta da Brian Duffield con una bravissima Kaitlyn Dever, o come Prey, ultima installazione del franchise di Predator con Amber Midthunder. Queste eroine o anti-eroine sono solo uno dei cambiamenti di un genere che è pronto a salire alla ribalta, campo prediletto di prove e tentativi, di masticazioni e sperimentazioni