Sappiamo chi sono le “it girl”, ma chi sono gli “it boy”?
La risposta dipende a chi fate la domanda
20 Ottobre 2023
Edie Sedgwick, Carolyn Bessette-Kennedy, Chlöe Sevigny, Paris Hilton, Alexa Chung e l’elenco potrebbe continuare a lungo. Sappiamo tutti chi siano le it girl. Ma che dire della loro controparte maschile? Qualcuno potrebbe fare i nomi di Harry Styles, Timothée Chalamet o Jimin dei BTS, ma non sembra esserci un consenso unificato come con le it girl. Sembra di limitarsi a fare un mero elenco di celeb attraenti e alla moda lontane dal possedere quell’inafferrabile e caratteristica unicità che dovrebbe avere chi merita il titolo “it”. Forse parte del problema è che it boy è un'etichetta abbastanza nuova nata nell'era dei social media e non paragonabile al leggendario concetto di it girl che, invece, è stata definita nel corso di decenni e ha cambiato forma, evolvendosi in parallelo sia con la posizione delle donne nel corso di quel periodo sia con quella dei mass media.
L’origine della it girl
Per scoprire la prima volta che si registra l’uso del termine “it” bisogna tornare indietro al 1904 quando lo scrittore Rudyard Kipling in Mrs. Bathurst per definire la protagonista usò queste parole: “Non è una questione di bellezza, per così dire, né necessariamente un bel discorso. È semplicemente questo. Alcune donne rimangono nella memoria di un uomo una volta che le si è viste camminare per strada". Ecco il fattore “it”: un’attitude innata che non si può spiegare o replicare, una seduzione non ostentata che attira tutti con la sua forza magnetica. Come lo definì poco dopo Elinor Glyn in It and Other Stories, libro portato sullo schermo dall’attrice simbolo dell’età del jazz, Clara Bow, la prima vera it girl in carne ed ossa. Per qualche decennio la it girl denotò un’affascinate giovane dal vissuto tormentato e la vocazione ribelle. Poi arrivò Chloë Sevigny "la It Girl con uno stile street-smart e un atteggiamento down-low". La versione anni '90 era in parte socialite, in parte modello di moda, in parte indie queen. E soprattutto, era stilosissima. Non seguiva le mode. Era lei a dettarle. Come Alexa Chung nei primi anni 2000. Con l’affermarsi dei social media l’essenza della it girl si è annacquata fino a venire applicata a praticamente chiunque appaia in uno scatto di streetstyle e collezioni. Ma quella è semplicemente una celebrità o, meglio, un’influencer. Ma la costruzione di un personaggio, lo studio di un'estetica ben definita, il conformarsi ad estetiche e tendenze dominanti, i 90 passaggi di beauty routine quotidiana o i gli affiliate link non hanno nulla a che vedere con chi dovrebbe possedere “l’it”. Donna o uomo che sia.
Esistono davvero gli it boys? Questione di significati
Il problema di chi siano gli it boys e quali nomi rientrino in questa lista sta tutto nel significato che diamo al termine “it”. Lamentandosi di come Internet abbia ucciso le it girl Rayne Fisher-Quann specificava su iD che “una vera it girl funge da prisma per il mondo in cui vive; riflette la cultura che la circonda e aiuta a cambiarla, da sola”. Se dovessimo stare a questa definizione allora no, gli it boys non esistono. E non esistono nemmeno se restiamo aggrappati troppo rigidamente alla concezione più radicata nella pop culture, quella di una persona dotata di un inafferrabile e inconsapevole je ne sais quois che va al di là della mera bellezza fisica o del talento. Tanto che in molti credono che una prerogativa di chi è it sia il non avere un’occupazione. Stando a questa linea di pensiero, se si è conosciuti come cantanti o attori non si è può essere “it”. La vera o il vero it è "famosə per essere socievole, per essere giovane, per essere divertente, famosə per essere famosə".
Chi sono gli it boy contemporanei?
Se un vero it boy non può essere identificato dal suo lavoro, dovremmo eliminare dalla lista nomi come Timothée Chalamet, Jacob Elordi, Penn Badgeley, Bad Bunny, Troye Sivan, Manu Rios e altri. Parte dell'attrazione it è che non sai veramente cosa queste persone facciano o, meglio, fanno tante cose diverse contemporaneamente. Spesso senza distinzione e non ad un livello tale da venire in qualche modo “oscurati” e fagocitati da tale attività. Rientrano in questo schema Alton Mason, ballerino di riserva, diventato modello, poi attore di Elvis; il calciatore diventato star di TikTok Noah Beck; lo skateboarder, streetwear influencer e star del reboot di Gossip Girl Evan Mock; l’attore/artista Paul Hameline; ma anche Jordan Barrett o l'amico di Kendall Jenner Fai Khadra.
It boy o solo celebrità e ragazzi carini?
Dire se esiste realmente il concetto di it boy è complesso. Forse semplicemente non coincide con l’idea di it che associamo alle ragazze, che sia quella originale, quella degli anni ’90 o dell’era dei social. Qualcuno crede che la confusione sia dovuto al diverso approccio che abbiamo. Una it girl è alimentata dai media, dalle altre ragazze che guardano a lei in modo aspirazionale e le attribuiscono quel quid misterioso. Per gli uomini è diverso, anche quando sono un punto di riferimento lo sono per una specifica caratteristica che sia l’avvenenza o il talento. Non per un indecifrabile allure. Quindi, gli it boy sono celebrità o semplicemente dei tipi carini che fanno vibrare i nostri ormoni. Dove è la verità?