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I rituali per celebrare il solstizio d'inverno e Yule

Tutto sulle radici pagane del Natale e i rituali magici per celebrarlo

I rituali per celebrare il solstizio d'inverno e Yule Tutto sulle radici pagane del Natale e i rituali magici per celebrarlo

Quali sono le origini del Natale? Perché decoriamo alberi, ci scambiamo regali, appendiamo il vischio e passiamo ore in fila in centri commerciali affollati per fare parlare con un uomo anziano e barbuto vestito di rosso? Le risposte a queste domande vanno cercate negli antichi riti pagani con cui in questo periodo dell’anno i nostri antenati erano soliti celebrare il solstizio d’inverno ed altre ricorrenze simili come Yule, una delle più antiche celebrazioni invernali nel mondo.

Quando è il solstizio d'inverno

Il Solstizio d'inverno di solito cade il 21 o il 22 dicembre (nel 2023, in Italia, avrà luogo il 22 dicembre) e coincide con il giorno più corto e la notte più lunga dell’anno. È da sempre considerato un momento di festa incentrato sul fuoco e sulla luce perché da quella data i giorni iniziano a diventare più lunghi e le notti più brevi. Pare che venisse celebrato già nel Neolitico, l'ultima parte dell'età della pietra. Gli Inca rendevano omaggio al dio del sole Inti durante i riti per il solstizio d'inverno chiamato Inti Raymi e, nello stesso periodo i romani celebravano i Saturnalia, una festa edonistica in onore di Saturno, il dio dell'agricoltura.

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Cos'è Yule? 

Sebbene Yule e il solstizio d'inverno siano talvolta usati in modo intercambiabile, Yule coicide con il periodo natalizio stesso, ed ha origine da una celebrazione scandinava e germanica che si protraeva dal solstizio fino a gennaio, per circa 12 giorni. Gli antichi norreni della Scandinavia lo celebravano con fuoco, falò, doni e feste. Per onorare il ciclo infinito di nascita, morte e rinascita, il ritorno del sole, della speranza, del calore e della luce, padri e figli portavano a casa grandi tronchi e davano fuoco a ciascuna delle estremità. Quindi, con il resto della famiglia e della comunità banchettavano con cibo, birra e bestiame da sacrificare finché il ceppo non si esauriva.

Le origini pagane del Natale

Nessun Vangelo indica il 25 dicembre come la data della nascita di Gesù. Anzi, secondo alcuni storici, dovrebbe cadere in primavera, ma, influenzati dalla mitologia greco-romana e dal paganesimo, i primi cristiani spostarono il giorno della sua celebrazione a metà inverno, collegandolo a precedenti rituali pagani. In particolare, la data del 25 dicembre va ricondotta ai Saturnali ed alla festa del Natalis Solis Invicti, che i Romani erano soliti celebrare durante il periodo del solstizio d’inverno in onore del che sole rinasce dopo le giornate più buie dell’anno e del dio Mitra. Il primo a rendersi conto delle similitudini tra la festa del Sole Invitto e la nascita di Gesù Epifanio di Salamina, scrittore e vescovo cristiano, ma fu Giustiniano nel 529 a rendere ufficiale la sovrapposizione delle due ricorrenze. Ecco perché, da allora, tra i cristiani d’Occidente si festeggia il Natale il 25 dicembre.

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L'albero di Natale, Babbo Natale e il bacio sotto il vischio 

Anche se oggi il Natale è considerato una festa cristiana, la celebrazione e molti suoi riti affondano le radici nelle tradizionali celebrazioni di metà inverno dei romani, dei celti, dei norvegesi, dei druidi e di altri popoli antichi. Quando il cristianesimo si diffuse in tutta Europa nel VI e VII secolo, molte tradizioni pagane del solstizio d'inverno furono incorporate nel Natale. Ad esempio lo stesso albero di Natale è legato alle credenze di Druidi e pagani del Nord Europa che credevano che gli alberi sempreverdi tenessero lontani spiriti maligni e streghe. Si dice che Martin Lutero sia stato il primo a mettere candele sugli alberi e una cronaca di Brema del 1570 riporta di un albero decorato con mele, noci, datteri e fiori di carta. Per il bacio sotto il vischio, invece, dobbiamo ringraziare i vichinghi che lo associavano alla dea Freya, una tra le spose di Odino, re degli dei, nota per essere la protettrice dell’amore e degli innamorati. E Babbo Natale? La sua figura viene fatta risalire a San Nicola, vescovo di Myra, passato alla storia, tra le altre cose, per aver salvato tre sorelle dalla prostituzione donando al padre tre sacchetti d’oro da usare come dote. Secondo la tradizione originale era un po’ sovrappeso, con la barba e vestiva di verde. La versione popolare oggi con la slitta trainata dalle renne, la casa al Polo Nord e l’abito rosso si deve una immagine della pubblicità della Coca Cola, elaborata nel 1931 dall’illustratore Haddon Sundblom.

Come celebrare Yule ed il solstizio d'inverno 

Ci sono tanti piccoli rituali per celebrare questo particolare periodo dell’anno, che coincide con un nuovo inizio, il ritorno del sole e con l’allungarsi delle giornate. Per questo motivo, la maggior parte, ha a che fare con il fuoco o con la luce. Ecco alcune cose che possiamo fare per entrare nel giusto mood della festa e onorare come i pagani Yule ed il solstizio d’inverno:

Accendi un fuoco o, in alternativa, una candela

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L’accensione di candele, lampioni, fuochi e lucine rappresentano il ritorno del sole. Per questo i pagani tenevano accesi i fuochi consacrati nei templi durante la stagione del solstizio. Possiamo accendere il camino o, se non lo abbiamo, optare per delle candele che portino il calore, l'energia e la luce del sole nella nostra casa.

Crea un ceppo dei desideri

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I norvegesi usavano il ceppo di Yule per celebrare il ritorno del sole al solstizio d'inverno. Ogni membro della famiglia poneva la mano sul ceppo e lo benediceva, rendendo grazie agli dei per l'anno trascorso ed esprimendo un desiderio per l'anno successivo. Poi si gettava il pezzo di legno nel fuoco. La combustione era un rituale simbolico per liberare il passato e bandire l'energia vecchia o negativa che non si vuole ci segua nel nuovo anno. I resti bruciati venivano conservati per la cerimonia dell’anno successivo come portafortuna e per rendere la casa immune agli spiriti maligni. Per attualizzare la tradizione si può scrivere un desiderio su un pezzo di carta e attaccarlo con un filo rosso attorno al tronco che poi verrà bruciato. Bisogna ricordare che ogni tipo di legno è associato a diverse proprietà magiche e spirituali. Ad esempio, la quercia è il simbolo della forza e della saggezza, il pino pare porti prosperità alla famiglia e la betulla la fertilità.

Crea una ghirlanda di Natale

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Si dice che le notti del 25 dicembre e del 6 gennaio gli spiriti maligni siano più potenti ed insidiosi. Per questo i pagani usavano appendere rami verdi, accendere candele e adornare le loro case con agrifoglio, alloro, vischio e altri vegetali. Noi possiamo realizzare una ghirlanda di sempreverdi. Per un maggiore effetto protettivo meglio usare il tasso, che è tradizionalmente associato all’eternità e alla reincarnazione, l’agrifoglio e l’edera, che si dice allontanino l’energia negativa, il pino che pare avere una magia curativa e il vischio, che porta fertilità e abbondanza.

Decora il tuo altare per Yule

Come per la maggior parte dei rituali di Yule, lo scopo dell'altare è onorare il ritorno del sole. Quindi non possono mancare le candele che simboleggiano il sole, meglio se nei colori natalizi rosso, verde o oro. Poi si aggiungono elementi tipici dell'inverno come pigne, castagne, mele, arance, bacche, rami sempreverdi di pino, vischio, abete, ginepro, agrifoglio e cedro. Si può personalizzare anche con un ceppo di Yule, con cristalli come smeraldi, rubini e corniole, con un talismano o la carta dei tarocchi del Sole, e con delle campane che sono tradizionalmente utilizzate per scacciare gli spiriti maligni e diffondere l'armonia. Infine, assicuriamoci di purificare l'altare con salvia o erba dolce. In alternativa si può fare una versione mini all’interno di una giara di vetro o di una pallina di Natale.

Fai un rituale di purificazione

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Uno dei migliori rituali di Yule per celebrare la stagione è fare un boost energico con un rituale di purificazione. Come? Con un bagno spirituale, con il decluttering, eliminando il vecchio per fare spazio al nuovo o, semplicemente, bruciando della salvia bianca. Si possono anche bruciare piante stagionali come aghi di pino, vischio, ginepro, rosmarino e incenso che lasceranno un delizioso aroma natalizio in tutta la casa.

Mangia e bevi

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Intorno al solstizio, i pagani banchettavano, bevevano e danzavano in onore del ritorno del dio sole. È un po’ quello che continuano a fare con i pranzi e le cene di Natale. Per imitare i nostri antenati dovremmo includere nei nostri menù marzapane, pan di zenzero, sidro di mele e vin brulè, che ricorda il wassail bevuto dai pagani per festeggiare Yule. La bevanda era fatta con birra, mele, arance, miele e una miscela di spezie invernali stagionali.