Il governo Meloni ha un problema con i disturbi del comportamento alimentare
Ma anche con i giovani, con le donne e con le madri, se è per questo
09 Gennaio 2024
La notizia è di ieri, 8 gennaio 2024. Nella Legge di Bilancio appena approvata il governo Meloni ha previsto un taglio di 25 milioni di euro del Fondo nazionale per il contrasto dei disturbi della nutrizione e dell'alimentazione, di fatto cancellandolo del tutto. Questi soldi, precedentemente stanziati, hanno contribuito all'apertura di una rete nazionale di ambulatori e all'istituzione di uno speciale Percorso Lilla, oltre a campagne ed eventi di formazione e sensibilizzazione sul tema. Se queste somme erano state stanziate c'era un motivo, una vera e propria emergenza sociale e sanitaria, evidenziata dai numeri. Nel periodo pandemico, infatti, i casi diagnosticati di anoressia e bulimia tra i giovani sono raddoppiati. Secondo i dati del Ministero della Salute che coprono il periodo che va dal 2019 al 2023 e che incrociano fonti diverse (dalla schede di dimissione ospedaliera agli accessi ai centri specializzati, passando per ambulatori e pronto soccorso) nel 2019 i casi di DCA erano stati circa 680mila. Nel 2020 879mila, nel 2021 1 milione e 230mila e nel 2022 1 milione e 450mila. La tendenza è chiara, e non è positiva. Tre milioni di persone sono in questo momento in cura in Italia per queste patologie. Il Registro nominativo cause di morte registra nel 2022 ben 3158 decessi per diagnosi correlate, con incidenza più alta nelle regioni della penisola in cui sono disponibili meno strutture di cura. L'età media si aggira intorno ai 35 anni.
Governo Meloni e DCA: mancanza di comprensione?
Se i dati sono questi - e parlano chiaro anzi chiarissimo - come mai si è deciso di tagliare i fondi precedentemente allocati? La verità è che il governo Meloni ha sempre avuto qualche tipo di problema nella comprensione di questo tipo di disturbi. Solo il 22 agosto del 2022, in piena campagna elettorale, in un post sul fu Twitter poi eliminato, Giorgia Meloni aveva scritto: "Devianze giovanili: droga, alcolismo, tabagismo, ludopatia, autolesionismo, obesità, anoressia, bullismo, baby gang, hikikomori. Contrasto alle devianze giovanili con sport e cultura" facendo di fatto un mistone incomprensibile di cose diversissime tra di loro e tutte parimenti gravi e da affrontare, e mettendo nello stesso calderone diverse tipologie di patologie, tutte tacciate come devianze da guarire con lo sport e con la cultura, e non come problemi seri da affrontare con una rete nazionale di sostegno giovanile fatta di terapeuti, professionisti e medici. Da allora, evidentemente, nulla è cambiato (anzi) e adesso il Fondo non verrà più finanziato, abbandonando di fatto le vittime di disturbi del comportamento alimentare e le loro famiglie. Ignoranza o mala fede?
Gli altri provvedimenti
Non è l'unico provvedimento degli ultimi mesi ad aver destato scalpore. Solo nelle ultime settimane, nell'ordine, il governo ha annunciato un nuovo bonus per le mamme lavoratrici da cui, però, sono escluse: "Le madri di un solo figlio (anche se disabile), le lavoratici domestiche, le pensionate, le lavoratrici a tempo determinato, le libere professioniste, le disoccupate, le collaboratrici occasionali". Quindi praticamente una grande percentuale, per non parlare delle donne senza figli. Dall'altra parte, l'IVA su pannolini, tamponi e prodotti dell'infanzia è tornata al 10% dopo essere scesa al 5% nel 2023. I seggiolini da automobili per bambini (che sono obbligatori) passano al 22%. Ancora (non abbiamo mica finito!) dal 1 gennaio 2024 non sono più in vigore le agevolazioni fiscali per l'acquisto della prima casa per chi ha meno di 36 anni e un ISEE inferiore ai 40mila euro, che erano state introdotti nel 2021. Un governo intransigente, che non assiste e non culla, per cui ce la si deve cavare da soli. Un governo che si contraddice.
L'ambiguità sul tema maternità (e non solo)
La contraddizione è lampante, il quadro generale avvilente. Lo stesso identico governo che porta come punta di diamante della sua politica e della sua campagna elettorale l'innalzamento della natalità e l'aiuto alle famiglie tradizionali poi si dimostra manchevole quando è il momento di assisterle, con tanto di proclami sull'importanza (e la coolness) di diventare madri giovani e di mollare ogni altro tipo di ambizione per diventare angelo del focolare che però sono di fatto proclami vuoti. Lo stesso governo che vuole i suoi giovani sani, ricchi e pronti a mettere su famiglia come veri soldatini italiani poi ignora le emergenze sociali e sanitarie che stanno sotto ai loro occhi, in primis l'epidemia di disturbi del comportamento alimentare, tagliando fondi all'unica modalità in cui queste emergenze potrebbero essere arginate: il rafforzamento della sanità pubblica a scapito di quella privata, le campagne di sensibilizzazione, prevenzione ed educazione. Insomma, tutto quello che si stava cercando di fare con il Fondo. E allora, cosa ne deduciamo? Che solo le persone ricche hanno il diritto di curarsi, e che le altre devono arrangiarsi con lo sport o con la cultura, qualsiasi cosa voglia dire, in una riduzione all'individuale di istanze che sono e che dovrebbero essere garantite per tutti, e per cui dovremmo lottare. Menomale che, a cercare di tappare i buchi, tantissime associazioni di aiuto (tra cui Ali di Vita, ABA, AIDAP, Il Bucaneve, Midori e molte altre) lavorano e agiscono tutti i giorni sul territorio, instancabilmente, per arrivare dove le istituzioni non arrivano.
Se pensi di soffrire di disturbi del comportamento alimentare e dell'alimentazione, chiedi aiuto a un medico e uno psicoterapeuta. In tutta Italia ci sono associazioni che possono aiutarti a metterti in contatto con qualcuno, o che offrono servizi di sostegno.