Perché ci interessa così tanto dell'orientamento sessuale di Taylor Swift?
Viaggio dentro le teorie gaylor, tra parasocialità e strumentalizzazioni
11 Gennaio 2024
Taylor Swift, prima ancora di essere una super pop star miliardaria internazionale, è una storyteller abilissima. Una cantautrice con uno spiccato senso del racconto, Swift ha cavalcato l’onda dell’attenzione mediatica che ha sempre ricevuto, fin dagli inizi, ed è riuscita a sfumare la sua vita, le sue fantasie e le sue canzoni, cancellando di fatto la separazione che tra queste cose ancora esisteva. Mettendo continuamente sul palco, nei documentari e nei dischi quelle che in teoria sono le sue vicende privatissime, e non facendo mancare rimandi alle paparazzate (basti pensare alla famosa sciarpa lasciata a casa della sorella di Jake Gyllenhall) e alla sua burrascosa vita sentimentale, per dare un appiglio concreto al pubblico, ha di fatto accolto speculazioni e teorie, a volte anche intervenendo personalmente, a confermarle o smentirle. Questa strategia - enormemente funzionante dal punto di vista del marketing: non è un caso che Taylor Swift sia sulla bocca di tutti in maniera costante e martellante almeno dal suo ritorno alla fine del 2017 in poi - si è rivelata difficile da controllare. Ad oggi, teorie di ogni tipo sulla sua vita privata scorrazzano libere per il web, e il suo team di pubblicisti, nella persona della fedelissima Tree Paine, poco può fare per arginarle. C’era solo da aspettare la deflagrazione.
Gaylor is real: le teorie sull'omosessualità dei vip
La goccia che ha fatto traboccare il vaso, esplodendo sui media e facendo arruffare più di qualche piuma, è stata la teoria sulla sua presunta queerness e sul suo passato di storie d’amore segrete con amiche e colleghe, che ha preso talmente tanta rincorsa sui social network da essere diventata materia di discussione sul New York Times. C’è da dire che niente di tutto questo è una novità o un unicum. Storie più o meno fantasiose su relazioni o flirt più o meno segreti tra colleghi (soprattutto se dello stesso sesso) sono il pane quotidiano dei fandom su internet, fin dai tempi di Tumblr e forse anche di MySpace. Proprio su Tumblr io per la prima volta incontrai le cosiddette teorie "gaylor" (gay Taylor): masterpost chilometrici che dettagliavano per filo e per segno i segnali segreti da cogliere nelle sue canzoni che ci avrebbero indicato l’inizio e la fine delle sua relazioni segrete con Dianna Agron e Karlie Kloss, in quest’ordine. E la popstar non è certo l’unica. Nel 2014, a terrorizzare il web c’era la teoria dei Larry, che postulava come Harry Styles e Louis Tomlinson (allora insieme negli One Direction) fossero anime gemelle fin dai tempi di X Factor. Tutte, immancabilmente prontamente smentite e tutte, contro ogni previsione, più vive che mai. Cosa è cambiato da allora? Perché alcune di queste teorie sono arrivate nel mainstream con anni di ritardo, disturbando e scatenando infinite discussioni? Semplicemente perché Taylor Swift non è mai stata così sulla cresta dell’onda, garanzia di click e attenzioni. Qual è il problema?
I fandom e le relazioni parasociali
In teoria, nessuno. Da sempre - se e quanto sia etico o meno è un argomento complesso e stratificato, e ne possiamo parlare per ore davanti a un caffè - si discute nei fandom dei propri idoli, spesso anche superando dei limiti non scritti. È la stessa spinta, volontà, curiosità, prurito (chiamatelo come volete) che spinge i giovani fan a scrivere fan fiction che hanno come protagonisti loro stessi e i loro cantanti o attori preferiti, o diversi cantanti o attori tra di loro in atteggiamenti intimi. Alcune persone (me compresa) pensano che queste speculazioni e storie, quando basate su persone effettivamente esistenti e reali (e non sui personaggi di libri, film e telefilm) siano sintomo di un rapporto non sano con la fama e con i suoi rappresentanti, in breve di un rapporto parasociale andato storto. Altri, e c’è della verità anche lì, pensano che si tratti di divertimenti innocenti, una ricerca di rappresentazione e di relatability con le persone che più ammiriamo, soprattutto da parte di persone molto giovani, chiaramente alla ricerca disperata di riferimenti e speranzosi di poterli trovare nel loro idolo del momento.
What the HELL is this @taylorswift13 ?????? Your coward ass is always hiding behind press releases. You are a SPINELESS LOSER. You're still gay and that's FINAL. There is just WAY too many instances of you BLATANLY telling us. You are a DISGUSTING person for this btw. https://t.co/xw1HuARHr0
— Emma (@klosslorgay) January 6, 2024
Il mainstream e le strumentalizzazioni
Un’altra variabile da tenere in conto è quella della grandezza, o meglio del raggio di influenza di questo tipo di discorso. Finché queste discussioni rimangono su Tumblr, all’oscuro o quasi dei diretti interessati, sono poco più che divertimenti infantili, storie raccontate intorno al fuoco, forse anche manifestazioni di una solitudine e di una mancanza di stimoli su cui si dovrebbe agire. Quando l’opinione pubblica inizia a dargli dignità, invece, assumono forza. Vengono impugnate e strumentalizzate da chi ne ha bisogno. Da una parte c’è chi le usa per dire che i giovani sono tutti matti, che la gen Z (notiamo bene, queste teorie sono in giro da anni, e non possono essere frutto soltanto della nuova generazione di fan) ha perso il controllo e che l'ideologia di sinistra impone su tutti l'omosessualità e altre assurdità. Dall'altra, c'è chi le rivolta come calzini, titolando di misoginia e cattiveria, di invasione nel privato di una persona che voleva solo umilmente cantare. Neanche questo è proprio esatto.
i hate how mainstream gaylor is. it used to be a corner of the internet where everyone felt COMFORTABLE and now it’s a fucking mess. pic.twitter.com/yDiDNdSTIL
— mela ⸆⸉ WARSAW N3 (@swiftfication) January 9, 2024
Un problema di confini
La materia è scivolosa, e la verità (se c'è) sta nel mezzo. Non è giusto in nessun caso scrivere a Taylor Swift, chiederle insistentemente delucidazioni sulla sua vita relazionale e sul suo orientamento sessuale senza guardare in faccia nessuno, contro ogni dichiarazione e smentita, pretendere da lei un qualche tipo di coming out, per il bene della comunità. Denota un problema di limiti, di confini tra noi e le persone famose, idealizzate ma allo stesso tempo considerate amiche quando, per forza di cose, le amicizie sono un'altra cosa. Denota però anche forse la fine di un modello di personal branding che ha finito per mangiare se stesso. Quello della popstar acqua e sapone che si è messa all'angolo da sola, che ha finto vicinanza e confidenze e le ha usate per vendere tantissimo, oltre ogni immaginazione, e che adesso deve farci i conti. Se la risalita a galla delle teorie gaylor può insegnarci qualcosa, forse, è proprio questo: a conservare dei limiti nel modo in cui parliamo della fama online e a cercare dei riferimenti altrove, in persone, gruppi, associazioni, manifestazioni e situazioni che possiamo toccare e sperimentare, e che non occorre immaginare.