Non libere di scegliere
L'aborto è un diritto. Dire il contrario significa violare la libertà fisica e personale di un individuo
25 Gennaio 2024
“L’aborto non è un diritto, è ingiusto anche in caso di stupro.” Ebbene, non si tratta di una frase pronunciata negli anni ’50, bensì nel 2024, ad un convegno organizzato presso il Parlamento italiano da parte del deputato della Lega, Simone Belli.
Aborto in Italia
Ma partiamo dal principio, il diritto di aborto è tornato nuovamente protagonista del dibattito sociale e culturale negli ultimi anni per una serie di svariati fattori: in primo luogo la presa di coscienza da parte delle nuove generazioni che quanto previsto dalla legge 194 non fosse sufficiente a garantire un aborto sicuro a tutte le soggettività e secondariamente in base al fatto che in molte regioni e in molte situazioni, l’aborto non è garantito affatto.
Il problema dei medici obiettori
In Italia l’80% del personale medico che si occupa di salute riproduttiva è obiettore: vi dice nulla il caso avvenuto a dicembre 2021, in cui l’unico dottore non obiettore della regione Molise stava andando in pensione? Pensate alla mancanza di tutela ricevuta dalle soggettività che si identificano come donne di quella stessa regione. Il dottor Michele Mariano, ultimo ginecologo prossimo alla pensione all’epoca dei fatti, pronunciò questa frase “Chi fa aborti non fa carriera, in Italia c’è la Chiesa e finché c’è il Vaticano che detta legge questo problema ci sarà sempre”.
I gruppi provita in Italia
E arriviamo ad un’ennesima problematica, i gruppi provita. Molto spesso infatti, capita che il personale sanitario di supporto all’intervento chirurgico legato all’aborto, si faccia portatore di violenze fisiche e psicologiche ai danni delle malcapitate di turno. Negli ospedali pubblici sono molto spesso sovvenzionate “stanze per l’ascolto” in cui gruppi ed associazioni antiscelta cercano di spingere le pazienti a non abortire.
L'aborto è un diritto
E qui arriviamo ad un altro punto: l’aborto è un diritto, o almeno lo dovrebbe essere. Dire il contrario significa violare la libertà fisica e personale di un individuo e indurre una coercizione riproduttiva, ossia una vera e propria violenza di genere che organizzazioni internazionali del calibro dell’OMS hanno da sempre sottolineato. Per aiutare le soggettività a sentirsi maggiormente sicure in questo percorso, sono nate negli anni varie associazioni di supporto che si prefissano come obbiettivo quello di garantire ad ogni persona il libero accesso all’aborto.
Un esempio è l’associazione “Libera di abortire” nata dalla scandalo del “Cimitero dei feti”: che vede protagonista una donna che dopo aver abortito presso l’ospedale San Camillo di Roma, trovò per caso al cimitero Flaminio, una tomba con una croce sulla quale vi era il suo nome e la data dell’intervento. Da qui, la necessità di creare una rete di sicurezza per tutte le persone che desiderassero sentirsi al sicuro in questa loro scelta.
La democrazia prevede l’esistenza di una pluralità di opinioni e ideali, ma cosa succede quando quelle idee si ripercuotono sulla vita di altri individui? La democrazia, o almeno quella che vorremmo, si basa sulla libertà di decidere del proprio corpo, a prescindere da qualsiasi opinione contrastante. Libertà che ognuna di noi merita e deve pretendere.