Levante è la popstar impegnata di cui avevamo bisogno
Le sue battaglie, tra depressione post partum e salute mentale
20 Febbraio 2024
Levante non si è mai tirata indietro, quando c'è stato da esporsi. Dall'inizio della sua carriera in poi, esplosa con Alfonso nel 2014 - canzone in cui, ricordiamo, ululava "che vita di meeerd..." con tutta la voce che aveva in corpo o quasi - la cantautrice siculo-torinese non ha mai voluto censurarsi. Neanche su se stessa. Attraverso cinque album in studio e tre libri (l'ultimo dei quali si intitola E questo cuore non mente ha visto la luce nel 2021) Claudia Lagona si è buttata fuori per intero, in tutti i suoi momenti belli e brutti, condividendosi con i suoi fedeli fan. E non risparmiandosi la sua bella dose di antipatia da parte chi l'ha definita secchiona, retorica e presuntuosa. Negli anni, ha cantato (e scritto) sì di amore, matrimoni, storie iniziate e finite, feste tristi, di Torino e di Sicilia, ma anche di cambiamento climatico, di mondo social e influencer, del suo rapporto con il corpo, di maternità e soprattutto di salute mentale.
Levante e la maternità
Nel febbraio del 2022, infatti, è nata la sua prima figlia, Alma Futura. Un evento epocale nella sua vita di donna e di persona, che l'ha ispirata nella scrittura di Opera futura, disco di cui ha portato un singolo a Sanremo 2023. La canzone scelta per la competizione canore si intitola Vivo e, su stessa ammissione di Lagona, racconta la sua esperienza di depressione post partum e il modo lento e gioioso ma anche doloroso in cui ha ripreso possesso del suo corpo e di quello che riusciva ancora a fare e a dare. Dato questo contesto la canzone, che fa: "Ho voglia di credere di poter farcela a costo di cedere parti di me, ho voglia di cedere a questa speranza, per poter credere a tutta la vita che vivo come viene, vivo il male, vivo il bene, vivo come piace a me, vivo per chi resta e chi scompare. Vivo l'attimo che c'è, vivo per la mia liberazione" e che culmina in: "Vivo un sogno erotico, la gioia del mio corpo è un atto magico" ha tutto un altro sapore. Anche post Sanremo, Levante non si è tirata indietro, ed è andata a spiegare e a raccontare la sua esperienza in tutte le trasmissioni e in tutti i magazine che le hanno dato spazio, per sensibilizzare l'opinione pubblica e per fare sentire le altre meno sole. Per lei, però, non era ancora abbastanza.
Levante e la salute mentale
In realtà, Levante non si preoccupa soltanto della salute mentale delle neo-mamme, ma anche di quella dei colleghi artisti. Proprio mentre si prepara a rilasciare un documentario - che si intitola "Levante Ventitrè - Anni di voli pindarici" e sarà disponibile in streaming su Paramount+ a partire dal 23 febbraio, e sarà dedicato al racconto di questo suo anno così difficile e particolare, di cambiamenti enormi e piccoli, mentali ed estetici - la scelta di Sangiovanni di prendersi una pausa dalle scene fa scalpore. Così giovane (ha solo 21 anni) eppure così in difficoltà, anche a causa di un mondo (quello dello spettacolo) non facile da gestire, con tutta la sua esposizione, le sue aspettative e i suoi giudizi. Su di lui Levante ha dichiarato: "La confessione di Sangiovanni mi ha colpito così tanto, è stato molto coraggioso. Non penso che questo mondo sia un tritacarne, penso però che sia importante circondarsi delle persone giuste. Lavorare 24 ore facendo musica è bello, ma il rischio è che si mostrino le proprie fragilità". E lei è molto brava non solo a mostrarle, contestualizzarle e trasmetterle ai suoi ascoltatori, ma anche a trasformarle in musica.
Levante, cantautrice leggera e impegnata allo stesso tempo
Insomma, Levante si batte per le cose a cui crede, e lo fa anche e soprattutto parlando di sé. Suona egoriferito, forse, ma non per questo meno efficace. Attraverso il suo modo - coerente, che si ama o che si odia - di creare e di mettersi al centro della sua narrazione, in una sorta di autofiction che lascia spazio all'ironia e al pop (basta guardare il video di promozione del suo singolo Canzone d'estate) riesce a suonare sincera, a raccontare cose per lei vere perché vissute. Lo fa in maniera convinta, inscalfibile. Le altre donne e le altre persone, in questo racconto di primissima mano, potrebbero cogliere qualcosa di loro stesse e, proprio come lei, prendere tutti i necessari step per ricominciare a vivere.