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Barbie può essere tutto, anche una designer

Intervista a Chris Down, che ci ha raccontato la collaborazione tra Mattel e Kartell

Barbie può essere tutto, anche una designer Intervista a Chris Down, che ci ha raccontato la collaborazione tra Mattel e Kartell

Mattel non si ferma. Dopo una venture nel cinema (inutile dire che stiamo parlando del film Barbie, diretto da Greta Gerwig, che ha fatto parlare di sé tutta l’estate e oltre) arriva anche quella nel design. Nello specifico una collaborazione con Kartell, una serie di sedie giocattolo che riproducono i modelli iconici del brand (AI, Venice, Louis Ghost, Masters, Ero/s) ma di colore rosa Barbie, per far sedere le nostre bambole preferite in stile, e bellissime da collezionare. L’ultima collaborazione di una lunga, anzi lunghissima serie. Vale la pena nominare quelle con Murakami, Shantell Martin, Off White e Hot Wheels. Abbiamo scambiato due chiacchiere con Chris Down, Chief Design Officer di Mattel, in occasione della Design Week, che per una settimana ha colorato Milano, rendendola più viva e stimolante che mai, piena di spunti e di occasioni. 

La sedia di Barbie diventa Kartell

"È la mia prima Design Week. È stato molto costruttivo stare attorno ad altri creativi, ascoltarli. In queste occasioni il design non era solo parte della conversazione, era una parte importante della conversazione” ci ha detto. E Barbie partecipa a questa conversazione al fianco di Kartell. In che modo la bambola più amata del mondo si inserisce in questo campo? Per Chris Down, la risposta a questa domanda sta nell'anima stessa di Barbie: "Se pensiamo alla sua origine, con la fondatrice Ruth Handler che osservava sua figlia e il modo in cui giocava con le bambole di carta, capiamo che il design ha un’importanza fondamentale per Barbie, da sempre. Una bambola moderna, nata quando esistevano solo bambolotti e bambole di carta, ha creato un nuovo modo di immaginare, di pensare, ha ispirato per generazioni. Grazie a Barbie una bambina ha pensato di poter diventare un’astronauta, un insegnante, un esponente politico. C’è stato un momento in cui Barbie ha aperto delle porte sul presente e sul futuro. Il personaggio di Barbie è passato dall’avere 10 possibilità all’averne centinaia di migliaia. Per questo parla ancora alle persone, per questo il film è diventato un fenomeno. Perché partiva da una realtà umana, ricca". 

A rendere materialmente possibile questo fruttuoso incontro c'è Mattel Creations, piattaforma creativa dove i prodotti vengono pensati, creati e realizzati, senza limiti ma in edizione limitata. "Barbie ha sempre fatto parte del mondo del design e della moda. Mettere insieme Mattel e il mondo del design ha sempre avuto senso. Barbie non è solo la bambola, è anche il mondo in cui vive che costruisce il sogno. I mobili hanno sempre giocato un ruolo importante nella vita del nostro personaggio. È stato naturale collaborare con Kartell" che, a Milano, ha anche presentato due riproduzioni in dimensioni "da adulti" dell’intera collezione, con una serie limitata delle sedie Masters e Louis Ghost disponibili su kartell.com. "Dietro Mattel Creation c’è un vero e proprio laboratorio di idee creative e innovative che usa i nostri brand e li connette con i partner ma anche con gli artisti. Di solito lavoriamo con grandi retailer. Questa volta abbiamo deciso di rivolgerci a un consumatore diverso, adulto, che ama il design. Il risultato è un giocattolo di design per adulti, da collezionare e high end, che sposa il mondo di Barbie con quello del design di altissima qualità. Lo scopo non è il mercato di massa, anzi, ma non è escluso che alcuni prodotti esplodano, diventando molto popolari". Il risultato? Un prodotto culturalmente rilevante che non perde la sua anima di giocattolo, nel senso migliore del termine. 

Un cerchio che si chiude: da Mattel al design, passando per le bambole

Alla domanda qual è la fase del progetto più importante, quella cruciale, infatti, Chris Down risponde riprendendo questo concetto: "La prima cosa è pensare al consumatore finale. Chiedersi se il prodotto è consumatore-centrico. Ci chiediamo se ha senso, cosa ha senso, per chi ha senso. Poi ci chiediamo se è possibile giocarci, infine se è culturalmente rilevante, se si connette con la realtà che ci circonda. Infine, ci concentriamo molto sul renderlo d’eccellenza. In questo, Kartell è stato la scelta più ovvia". Poi ci svela un dettaglio sorprendente, che riporta ancora una volta ai mobili e al design, a riprova che una connessione esiste da sempre, ed è molto forte: "Quando la compagnia ha iniziato - nel 1945, prima che Ruth Handler inventasse la bambola nel 1959 - produceva cornici di plastica e mobili per le bambole. Per costruire i mobili delle bambole venivano usati gli scarti delle cornici fotografiche. È un cerchio che si chiude".