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Guida agile al Premio Strega 2024

Come funziona, chi vota e i libri finalisti

Guida agile al Premio Strega 2024 Come funziona, chi vota e i libri finalisti

Il Premio strega si avvicina. Come funziona? Quali sono i libri candidati? Ve lo spieghiamo noi, partendo dalle origini. Dal 1947 il Premio Strega riconosce ogni anno quello che, secondo la giuria, è il miglior libro di narrativa contemporanea pubblicato tra l'1 marzo dell’anno precedente e il 28 febbraio dell’anno in corso. A proporre i titoli sono gli Amici della Domenica, un gruppo di 400 uomini e donne di cultura che, con il consenso dell’autore, possono candidare un’opera ritenuta meritevole. È poi il Comitato di gestione - composto da rappresentanti della Fondazione Maria e Goffredo Bellonci, da rappresentanti della società Strega Alberti Benevento, da 3 scrittori vincitori del Premio Strega e da almeno 4 Amici della Domenica - a scegliere i 12 titoli che verranno letti e giudicati fino a farne un solo vincitore.

Il Premio Strega 2024

L’edizione del 2024 si è aperta il 5 aprile con l’annuncio della dozzina, cioè dei finalisti. Ogni giurato dovrà assegnare la sua preferenza a 3 dei 12 libri selezionati. Questa giuria è composta non solo dagli Amici della Domenica, ma anche 30 lettori forti, 25 collettivi e 245 Istituti Italiani di cultura all’estero. I 5 libri che avranno ricevuto maggiore consenso verranno annunciati il 5 giugno. Ma attenzione! Se nella graduatoria non è compreso un libro pubblicato da un editore medio-piccolo, accederà alla seconda votazione il libro di un editore medio-piccolo con il punteggio maggiore, dando luogo a una finale a sei candidati. A questo punto ogni giurato assegnerà la sua preferenza a 1 solo libro, il più votato sarà annunciato alla premiazione finale del 4 luglio. Il vincitore, oltre al riconoscimento, riceverà un premio in denaro di 5000 euro. Vincere il Premio Strega significa ottenere il riconoscimento letterario universalmente riconosciuto come il più prestigioso d’Italia. Tra i vincitori degli scorsi anni ricordiamo Non ti muovere di Margaret Mazzantini (2002), La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano (2008), La scuola cattolica di Edoardo Alinati (2016) e Il colibrì di Sandro Veronesi (2020). Oltre al canonico Premio Strega di narrativa italiana, nel tempo si sono aggiunti altri premi: lo Strega Giovani, lo Strega Europeo, lo Strega Poesia e lo Strega Poesia Giovani. Vi presentiamo, adesso, la dozzina del 2024.

Nella stanza dell'imperatore - Sonia Aggio

Questo romanzo storico è stato proposto da Simona Cives con la seguente motivazione: "Un romanzo ambizioso e robusto scritto da un'autrice giovane e piena di talento, Sonia Aggio, che con la stessa passione che nutre nei confronti della Storia lavora in biblioteca con grande dedizione ed entusiasmo. Il libro, dalla lingua ricca, curata fin nel dettaglio, e una trama complessa e piena di sviluppi narrativi, si inserisce appieno nel filone del romanzo storico nella sua accezione più alta. Ricostruisce la parabola esistenziale dell'imperatore bizantino Giovanni Zimisce che, da semplice soldato, riuscì ad ascendere al trono di uno degli imperi più vasti e potenti mai esistiti. Una prova letteraria pregevole, che affronta temi universali importanti, con un testo dallo stile sontuoso, raffinato ed elegante, per una narrazione ricca di inventiva e colpi di scena continui". Mica male!

Adelaida - Adrián N. Bravi

Adelaida Gigli è stata una delle figure femminili più sorprendenti dell'Argentina del secolo scorso. Il ritratto che ne fa Adrián N. Bravi è stato proposto da Romana Petri con la seguente motivazione: "La scrittura mirabile di Bravi è come uno specchio. Lui scrive guardandoci dentro, ma non trova sé stesso. Flaubertianamente indentificato con Adelaida è lei che fa muovere, rivivere, soffrire, ma avere ancora qualche fondamentale, fugace appuntamento di felicità nell’ultima parte della sua vita solitaria. Un’opera di rara bellezza (molto più di una biografia). Bravi, con Adelaida, ci offre in dono la vita di una donna unica, che nessun lettore potrà mai dimenticare".

Romanzo senza umani - Paolo Di Paolo

Con una lingua letteraria che colpisce per intensità, Paolo Di Paolo affronta il tema della memoria. Il libro è stato proposto da Gianni Amelio che ha spiegato: "Con una lingua letteraria che colpisce per intensità, nel suo Romanzo senza umani Paolo Di Paolo affronta ancora una volta, e in modo molto originale, le domande fondanti della sua narrativa, a partire dal valore e dalla sostanza della memoria: 'Cosa ricordano, gli altri, di noi?'. Un romanzo stratificato, denso e ironico, che riesce ad attraversare i nodi di un’intera vita, e un po’ di tutte le vite. Il rapporto con i maestri, con il corpo che si riscopre nella nudità, in un centro termale che fa pensare a Thomas Mann. E ancora, gli atti mancati che paralizzano. I pomeriggi che restano, come il presente, che è l’unica ricchezza. E anche il rapporto con ciò che studiamo, con lo scopo che diamo alla nostra esistenza, fino a dimenticarci di viverla. Al protagonista capita di raccontare – in pagine esilaranti – quella remota era glaciale nello spazio di pochi secondi di un affollato talk show televisivo. Tante domande e tanti incontri umanissimi, a dispetto del titolo. Fino a scoprire, sul piano del metaromanzo, che la possibile via di uscita, il vero gesto di coraggio, è l’atto stesso di scrivere".

L'età fragile - Donatella Di Pietrantonio

Questo romanzo sulla fragilità, che secondo Donatella di Pietrantonio non dipende dall’età, è stato proposto da Vittorio Lingiardi: "L’età fragile non è un’età della vita, è la vita stessa. La memoria che non può nascondere il dolore, la solitudine dopo la separazione, la colpa per la sopravvivenza. La vita dura come un sasso che Donatella Di Pietrantonio riesce a levigare con le mani sicure della sua scrittura. È la storia di una famiglia sospesa nel segreto del trauma, parole mai dette rinchiuse nel cuore di una montagna d’Abruzzo che è insieme psiche e paesaggio. È il romanzo di una madre che non trova respiro, stretta tra la severità del padre e il silenzio della figlia. Un libro che raccontando il dolore lo cura, perché a scriverlo è una donna che conosce il miracolo delle parole e il sangue delle ferite".

Autobiogrammatica - Tommaso Giartosio

Questo testo, che assomiglia a un gioco sorprendente e vertiginoso, indaga la lingua come origine della coscienza del mondo. Il libro è stato proposto da Emanuele Trevi: "La lingua, e il rapporto intimo che ogni scrittore instaura con le parole della sua vita, quelle che lo hanno formato e ne hanno scandito il percorso intellettuale e umano, sono stati per lungo tempo confinati al mondo della saggistica e della critica letteraria. In Autobiogrammatica, con la sapienza e la profondità che da sempre connotano la sua scrittura, Tommaso Giartosio li trasforma nel cuore e nel motore di un testo che è al contempo romanzo di formazione e memoir, cronaca famigliare e autoritratto, dizionario pubblico e privato: un’impresa che a me sembra preziosa quanto necessaria".

Cose che non si raccontano - Antonella Lattanzi

Questa autobiografia incentrata sul rapporto delle donne con il proprio corpo è stata proposta da Valeria Parrella: "Credo che l'anno trascorso sia stato ricco di bei libri, eppure io non ho dubbi, per una volta, su quello che secondo me ha meglio rappresentato la nostra letteratura. È un romanzo rappresentativo di un momento privato che però sa raccontare di quanto esso sia condizionato dallo sguardo altrui, di quanto, cioè, non una società qualunque ma proprio la nostra, quella italiana degli anni 2020, quella post pandemica, possa essere giudicante e richiestiva davanti alla materia più complessa e preziosa dell'esistenza: il corpo delle donne. È un romanzo sul desiderio, anzi su due desideri da cui questo corpo delle donne molto spesso viene straziato: il desiderio di autoaffermazione, di ambizione, di realizzazione lavorativa che si scontra inesorabilmente contro un altro desiderio totalizzante: la maternità. Quando è troppo tardi per provare a fare un figlio? Vi è inoltre, secondo me, il superamento dell'ormai abusata tecnica dell'autofiction, con un felice ritorno all'autobiografia dichiarata, pura: quella, per intenderci, che viene da Natalia Ginzburg e dai più riusciti racconti di Anna Maria Ortese".

Dalla stessa parte mi troverai - Valentina Mira

Questa storia, che comincia una sera d’inverno del 7 gennaio 1978, è stata proposta da Franco Di Mare con la seguente motivazione: "In anni di celebrazione dell’oblio, in nome di un pur comprensibile desiderio di voltare pagina e arrivare a una memoria condivisa, a una pacificazione, al superamento degli anni di piombo e dunque al miracolo del perdono che unisce le vittime nel dolore, irrompe con la potenza di uno tsunami Valentina Mira. Da quale parte? Da quella del giusto (che non coincide sempre con la giustizia) da quella della Storia (che non sempre la racconta com’è andata) da quella delle vittime (che non possono condividere le responsabilità dei carnefici). In questo potente romanzo Valentina Mira racconta la storia di Acca Larentia e degli anni di piombo che seguirono, gli omicidi, i processi, un clima mefitico e velenoso che avvolgeva i cuori e le menti del Paese. E lo fa intingendo la penna “nel latte e nel sangue” con cui Roma ha scritto la sua storia millenaria e raccontando una storia d’amore e del suo potere salvifico. Non basterà a trovare una ragione delle cose. Valentina però una spiegazione ce l’ha".

Storia dei miei soldi - Melissa Panarello

Dalla stessa autrice di Cento colpi di spazzola prima di andare a dormire, questo romanzo è stato proposto da Nadia Terranova: "Vent'anni fa una scrittrice ha pubblicato un romanzo che era una favola sull'amore, sulla solitudine, sulla ricerca di sé attraverso il corpo. Scatenò clamore perché testimoniava anche un'epoca in cui si riteneva inaccettabile che gli adolescenti avessero una vita sessuale che sfuggiva alle proiezioni degli adulti, fu definito immorale e scandaloso, allora non andavano di moda hashtag o cordoni contro le aggressioni misogine, e la scrittrice tradotta in tutto il mondo attirò le peggiori, cavandosela sempre senza lagne e con eleganza. Vent'anni dopo, la scrittrice è sempre una scrittrice, e a differenza di tanti che smaniano per il successo non ha mai dovuto inseguirlo, piuttosto si è concessa il lusso di non abbandonare l'unica avventura realmente audace della sua vita: essere sé stessa. Così, Storia dei miei soldi risulta un romanzo magnifico, scivoloso e sapiente, che gioca con il grottesco, con il doppio letterario, con l'autofinzione, scritto dalla voce saggia di una donna capace di abbracciare la bambina che non smetterà mai di portare dentro. Una voce insieme millenaria e infantile, e perciò, senza necessità di pose o travestimenti, semplicemente e naturalmente magica".

Il fuoco invisibile. Storia umana di un disastro naturale - Daniele Rielli

Questo romanzo famigliare, che è anche il resoconto di un processo alle streghe di Salem nell’era dei social, è stato proposto da Antonio Pascale con la seguente motivazione: "Rielli è riuscito a sfruttare tutte le enormi ma poco utilizzate potenzialità del romanzo. Utilizzando vari strumenti narrativi, dal reportage d’autore, all’inchiesta giornalistica, all’autobiografia, alla riflessione saggistica, al racconto narrativo vero e proprio, Rielli costruisce così facendo un magnifico romanzo corale, una narrazione che mostra da subito una filiazione diretta con modelli alti. Concentrandosi sulla più grave epidemia batterica, e cioè la Xylella (che ha devastato la coltura degli olivi in una vasta area del Salento) storia dopo storia, vicenda dopo vicenda, un personaggio dietro l’altro, Rielli ci regala attraverso un commovente senso di pietas, tenendo a bada ironia e sarcasmo, una mappa per orientarci nel mare magnum della modernità. Un territorio pieno di contraddizioni, illusioni, nostalgie del tempo che fu, cattive letture, complottismi. Insomma Il fuoco invisibile è la mappa di noi esseri umani, un bellissimo romanzo che alimenta la conoscenza e dà un senso alla nostra vita che altro non è che un tentativo di analizzare l’enigma dell’io".

Aggiustare l'universo - Raffaella Romagnolo

Ambientato a partire dall’ottobre 1945, il seguente libro è stato proposto da Lia Levi con la seguente motivazione: "Pagine e pagine di eccellente letteratura scorrono per arrivare a districare il drammatico segreto che ha spezzato una famiglia negli anni della guerra e della persecuzione contro gli ebrei. E Raffaella Romagnolo è perfettamente riuscita in un lavoro di ricerca meticoloso e originale. Non è questo però l’unico merito del romanzo, quello che colpisce ancora di più è la suggestiva tecnica che l’autrice adotta per raccontare. La storia è narrata da una moltitudine di personaggi ma non, come quasi sempre succede, come punti di vista differenti di uno stesso avvenimento. No, ognuno di loro ci offre uno scorcio di sé su episodi e tempi diversi. Non si afferrerà il collegamento se non alla fine, con i fili che cominciano a intrecciarsi in una storia affascinante in cui la piccola muta è perno centrale. E sarà nientemeno che un gatto la chiave che permetterà di riemergere dal dramma".

Chi dice e chi tace - Chiara Valerio

Il seguente romanzo è stato proposto da Matteo Motolese con la seguente motivazione: "Delle persone che ammiriamo, che desideriamo, anche prossime, non sappiamo che quello che vediamo. Pochissimo, quindi. È così anche per Vittoria, una donna piena di angoli bui che negli anni Settanta arriva a Scauri, un paese del basso Lazio dove sa che non incontrerà persone della sua vita precedente. Vittoria a Scauri arriva accompagnata da una ragazza, Mara, che è così giovane da poter essere sua figlia ma che sua figlia non è. Con lei Vittoria convive per vent’anni. Aprendo una pensione per cani, nuotando ogni mattina, passando con leggerezza il tempo in una vita che sembra al di sotto delle sue qualità. Tutti la osservano, in paese; negli anni, la sua figura elegante diventa familiare, le domande si quietano. Poi un giorno Vittoria viene trovata morta nella sua vasca da bagno. Una fine improbabile, che il paese accetta perché sa capire le disgrazie e tace. È da qui che inizia il romanzo. Chiara Valerio sceglie la forma dell’inchiesta, dell’indagine per scrivere un romanzo di rara intensità, ritmato con straordinaria sapienza narrativa, sull’ambiguità dei nostri desideri, su come ciò che sappiamo degli altri – quelli che ammiriamo, che amiamo – ma anche di noi stessi sia un orizzonte sfuggente, parziale, sempre in movimento".

Invernale - Dario Voltolini

Questo libro, che viene definito un gioiello di narrativa, delicatezza e memoria, è stato proposto da Sandro Veronesi con la seguente motivazione: "Ci sono libri così belli da sbalordire. Cos’hanno in più degli altri? Magari l’autore ha già scritto altri libri molto belli, è una figura nota, apprezzata, i suoi punti di forza sono ben conosciuti e la qualità della sua scrittura non dovrebbe sorprendere nessuno: eppure in quei libri lo fa, sorprende, sbalordisce. Perché? Perché tutt’a un tratto sembra che quell’autore sia nato per scrivere quel determinato libro, e che tutti gli altri che ha scritto prima non siano stati altro che un passo per arrivare a scriverlo? Io non so rispondere a queste domande, ma so che ogni volta che apro un libro, ogni santa volta, in cuor mio spero che si tratti di uno di quei libri, così da ritrovarmi ancora una volta sbalordito per la bellezza e confuso in questo mistero. Invernale di Dario Voltolini è uno di quei libri".