Omofobia, bifobia e transfobia: la situazione in Italia
In occasione della Giornata internazionale contro questo tipo di discriminazioni, qualche dato in merito
17 Maggio 2024
Il 17 maggio ricorre la Giornata internazionale contro omofobia, bifobia e transfobia. Si tratta di una ricorrenza istituita nel 2005 dopo una lunga campagna guidata da Louis-George Tin e fortemente appoggiata dai movimenti LGBT+, che l'hanno sostenuta dal basso organizzando attività e richiedendo a gran voce iniziative ai governi e alle organizzazioni internazionali. Non è nata come la conosciamo oggi, ma si è arricchita negli anni: nel 2009, è stata aggiunta alla nomenclatura della Giornata anche la transfobia, mentre la bifobia solo nel 2015. Il giorno in cui cade non è stato scelto a caso, ma commemora e ricorda la data in cui, nel 1990, la World Health Organization ha rimosso l'omosessualità dalla Classificazione internazionale delle malattie. Approfittiamo di questa occasione - che si propone di sensibilizzare contro ogni forma di discriminazione su base di genere e di preferenze sessuali - per fare il punto sulla situazione in Italia, che purtroppo non è delle migliori.
Omofobia, significato e situazione in Italia
Sta arrivando giugno, il mese dell'orgoglio LGBT che ogni anno colora le città di tutta Italia con le sue parate e le sue attività a tema. I dati, però, non sono positivi. Il progetto Omofobia.org, che si occupa di documentare e tenere traccia degli episodi di omofobia in tutta Italia ha registrato dall'inizio della sua attività (nel 2013) a oggi ben 1744 vittime. Di queste, 158 sono state registrate nell'ultimo anno. Gay Help Line - che ha raccolto dei dati in collaborazione con l'Osservatorio Oscad del Ministero degli interni e che gestisce un numero verde in supporto alle vittime di discriminazione su base di orientamento sessuale e genere - nel 2022 ha ricevuto ben 21.000 contatti. L'Italia è sempre più in basso nelle mappe e negli indici che esaminano e analizzano politiche e iniziative a sostegno delle persone appartenenti alla comunità LGBT+.
La transfobia oggi
Sempre secondo i dati di Gay Help Line, la situazione peggiora quando si parla nel dettaglio di persone trans, le più colpite da questo tipo di discriminazione. Sono infatti il 14,7% dei contatti ricevuti dal centralino, con una maggioranza tra i giovani e gli adolescenti. Sul totale dei casi, il 41,6% subisce violenza in famiglia a seguito di un coming out. Nel 5,7% dei casi, invece, questi episodi spingono i più giovani (tra gli 11 e i 26 anni) ad abbandonare la scuola e il percorso di studi. Solo 1 studente trans su 5, in Italia, ha richiesto e ottenuto l'applicazione della carriera scolastica alias che permette di utilizzare pronomi e un nome alternativo. Il 17% dei ragazzi che hanno contattato Gay Help Line, inoltre, hanno perso il sostegno economico da parte dei familiari a seguito del coming out. Come se non bastasse, i dati dell'Associazione Transgenere ACET per il 2022 e quelli di tgeu confermano l'Italia come Paese europeo al primo posto in Europa in materia di crimini transfobici. E questo si registra in tutti gli ambiti, anche sul lavoro oltre che a scuola. Una denuncia in merito parte proprio oggi da Roberta Parigiani, attivista trans e portavoce politica del Movimento Identità Trans, che su Instagram scrive: "Oggi si celebra qualcosa che riguarda tuttə, ma qualcunə più di altr*. La giornata contro l'omolesbobitransfobia rivendica una liberazione che per le persone trans non è mai avvenuta. Ed anzi, proprio oggi, la nostra comunità trans subisce la recrudescenza di quella profonda transfobia che certa società cisgender ha covato. Oggi non esplode nulla: maturano i frutti di quel costante avvelenamento con cui certe ideologie hanno intossicato la nostra cultura. Non c’è nulla da celebrare oggi. E se c’è, non è certo per la comunità trans".
Che cos'è la bifobia?
Se omofobia (che secondo alcuni studi comprende anche tutto il resto, come un termine ombrello) e transfobia sono documentate e misurabili, così non è per la bifobia, che spesso passa in sordina e non viene ben compresa dalla maggior parte della popolazione. C'è tanta confusione: si confonde la poligamia o il poliamore con la bisessualità, si dà per scontato che una persona bisessuale voglia avere diversi partner in contemporanea o che non sia capace di impegnarsi o di scegliere, si sminuisce questa identità pensando sia solo una fase di sperimentazione che poi passa. Una forma di discriminazione subdola e apparentemente non violenta, che però riesce benissimo a cancellare completamente questo tipo di identità, sminuendola e impedendo un discorso pubblico in merito e facendo molto male alle persone che come bisessuali si identificano o vorrebbero identificarsi.
Omofobia, transfobia e bifobia: cosa possiamo fare
Questi e tanti altri dati - che non abbiamo incluso per amore di brevità e di accessibilità ma che si trovano ovunque: su Instagram, nei report ufficiali e sui siti delle associazioni a tutela di queste categorie - dicono tutti la stessa cosa: abbiamo un problema e tanta ma tanta strada da fare, in Italia e nel mondo. Come al solito, il cambiamento parte dal piccolo e dal basso, ma ha bisogno di allargarsi alla società, alla comunità e alla collettività. Dal rapporto con il nostro vicino al modo in cui ci esprimiamo - in piazza, nelle scuole, alle urne, nelle associazioni e nei gruppi dal basso, in qualsiasi modo in cui reputiamo sia giusto e utile farlo - tutto deve e può cambiare, e per farlo ha bisogno del nostro aiuto e della nostra iniziativa.
Se sei o sei stat* vittima di discriminazioni, rivolgiti al numero verde di Gay Help Line, agli uffici locali di Arcigay o al Telefono Amico Cassero, che saranno pronti a darti assistenza e aiuto.