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Twitter ha davvero il potere di influenzare i casting dei film?

La scelta degli attori per i film dei Beatles apre un dibattito sul potere dei social

Twitter ha davvero il potere di influenzare i casting dei film? La scelta degli attori per i film dei Beatles apre un dibattito sul potere dei social

Un tempo si parlava di fanservice, o meglio si accusavano sceneggiatori e autori (soprattutto di manga, anime e serie tv) di fanservice, quindi di modificare in corso d'opera trame, dinamiche e personaggi basandosi sui gusti e sulle volontà del pubblico, e quindi tradendo l'intenzione originale dell'opera per piacere di più e per avere più successo. Un peccato mortale, odiato dai veri fan, facile da riconoscere e da denunciare. 

Il fanservice ai tempi dei fandom e il fancasting

Adesso, grazie o per colpa dei social network, il concetto di fanservice è sempre più sfumato e impalpabile. Tutti seguono tutto, la fortuna di un film è decisa dalla viralità della sua colonna sonora, dai trend che scatena su TikTok e su Twitter (X), dai dibattiti lunghi settimane che vengono portati avanti dagli utenti su qualsiasi suo aspetto. Basti pensare, solo negli ultimi mesi, a Dune Parte 2, a Challengers o a Furiosa. E non conta neanche che i risultati al botteghino siano deludenti. Per non parlare del resto. Ogni volta che viene annunciato che un film sta per essere messo in produzione, gli utenti più appassionati (o più intenzionati a seguire le mode del momento) si lanciano in arditi fancasting, chiedendo a gran voce il ritorno di un regista o di un attore. Come è facile immaginare, si tratta sempre degli stessi i volti, i preferiti. Vanno per la maggiore Paul Mescal, Timothée Chalamet, Jacob Elordi, Florence Pugh, Zendaya e molti altri.

@pisceswithasideoffries #stitch with @RomansEmpire #Rapunzel #Tangled #FlourencePugh #CastingDirectors #FanCast I See the Light - From "Tangled" / Soundtrack Version - Mandy Moore & Zachary Levi

Il casting dei film sui Beatles 

A volte il fancasting si avvera, o quasi. È successo, pare, con i film dei Beatles. Il regista Sam Mendes sta lavorando a ben quattro lungometraggi interconnessi, uno dedicato a ogni membro della storica band. Qualche tempo fa era stato annunciato Paul Mescal come parte del cast, ma non si sapeva ancora in che ruolo. Dopotutto, un attore versatile come lui potrebbe interpretare senza nessun problema ognuno di loro, indifferentemente. La notizia, però, ha scatenato una serie di fancast stravaganti. Il vero cast è arrivato qualche ora fa e... non è tanto distante da quelli ipotizzati dagli utenti dei social. Se Mescal vestirà i panni di Paul McCartney, infatti, a interpretare John Lennon sarà Harris Dickinson, nel ruolo di Ringo Starr ci sarà Barry Keoghan e infine Charlie Rowe sarà George Harrison. Questi film sono stati approvati dai Beatles in persona, ma la scelta del cast ha fatto storcere più di qualche bocca al grande pubblico. Cerchiamo di capire perché.

E le opportunità agli attori giovani?

Molte persone hanno criticato queste scelte, dando in maniera non troppo indiretta la "colpa" (se di colpa si può parlare) ai trend sui social, che spingono a castare in tutti i ruoli possibili sempre gli stessi attori, come fossero una garanzia di gradimento e buzz social, per fare fanservice. Harris Dickinson, infatti, era diventato uno dei white boy del momento dopo The Iron Claw e Barry Keoghan ha sconvolto tutti con la sua scena finale in Saltburn (e sta insieme a una delle popstar più apprezzate di questa estate, Sabrina Carpenter). Inutile parlare di Paul Mescal, amato dai più e sempre impegnato. L'unico leggermente più sconosciuto è forse Charlie Rowe, che ha nella filmografia comunque molti film e telefilm, e che lavora nel campo da quando aveva appena 11 anni. L'opinione pubblica sembra essere concorde: ci volevano attori più giovani, meno famosi, pescati dalle strade di Liverpool. In generale, sembra che la spinta opposta al fancasting e al fanservice voglia convincere chi si occupa di casting e produzioni cinematografiche a superare le volontà dei social e scovare talenti, così da non farci stancare troppo in fretta dei soliti amatissimi noti. Che - a prescindere dal reale potere delle piattaforme, che è impossibile da misurare quasi sempre ma su cui si può riflettere - ci sembra un invito positivo