La prima domanda è sulla vittoria ad Amici, e come potrebbe essere altrimenti? Un avvenimento così forte, così vicino e così decisivo deve essere discusso. Sarah si illumina, e ci racconta: “È stato surreale. Ho visto la carta girare, venire fuori il mio nome. Tutto è diventato oro, sono caduti i coriandoli e ho pensato che mi stessero prendendo in giro. Per me era tutto uno scherzo, un sogno, una presa per i fondelli. Mi servivano i pizzicotti. Maria l’ha capito, mi ha detto ‘pronto, Sarah, hai appena vinto Amici’”.
La trasmissione è una palestra, un punto di partenza, un lancio, una scuola ma è anche una bolla, come ci spiega lei stessa: “È impegnativo. È una scuola, quindi ci devi mettere il tuo. Non ti vengono regalate le cose, non è tutto liscio, però è un percorso bello, ci vai perché vuoi realizzare un sogno, vuoi ballare o cantare nella vita”. Quali sono le tre cose che le sono rimaste dentro da questa esperienza, le tre lezioni fondamentali che porterà dentro di sé per sempre? “Mi ha insegnato a non aver paura di me stessa. A volte ti crei degli ostacoli da solo, non ti aiutano a crescere. Mi ha insegnato che condividere con i tuoi compagni di viaggio quello che provi ti aiuta, che sia positivo o negativo, o anche semplicemente per parlare. È fondamentale. E poi mi ha insegnato cosa aspettarmi fuori da lì, da quella piccola bolla che ti insegna a comportarti, ad affrontare il mondo televisivo. È una sorta di preparazione”.
Arriva, quando si parla di ispirazione, una ventata di impulsività, di pura arte, di approccio alla scrittura Romantico e caotico, come fu per gli scrittori a cavallo tra il Diciottesimo e il Diciannovesimo secolo: “Le mie fonti di ispirazione sono molto casuali. Nasce un po’ tutto a caso. Quando mi viene in mente qualcosa, quando mi succede qualcosa che voglio raccontare magari me lo segno nelle note del telefono e poi vado al piano e scrivo. Mi capita anche in aereo. Non deve per forza succedere qualcosa di particolare. Magari mi accade la cosa più bella del mondo ma in quel momento non ho idee in testa. È un movimento naturale, la musica è quello che ti viene dal petto”.
Lo stesso entusiasmo le anima il volto quando ci parla dei suoi gusti musicali e dei suoi artisti (e artiste) preferiti: “Sono fan del pop internazionale, quindi mi piacciono molto Dua Lipa, Olivia, Rodrigo, Ariana Grande, Rihanna. Mi piace molto il mondo americano e internazionale. Amo l'inglese come lingua perché scorre tantissimo. Cioè, cantare in inglese è bellissimo. Mi piace molto anche la delicatezza del mondo francese, il ballo dello spagnolo e anche l'Italia mi piace, anche se qui è più ridotta la selezione. Ci sono meno artisti. Di italiani amo Annalisa, Elodie, Angelina Mango, Emma, Tananai, Ultimo, potrei farti tremila nomi. Poi io non amo giudicare gli artisti. Magari c’è qualcuno di cui mi piace una canzone, mentre di altri mi piace proprio tutto. Un esempio: Yungblud non c’entra niente con la musica che faccio io, ma lo amo alla follia. Ogni canzone. Ascolto tutto”.
L’importante è muoversi, pare, godersi questo momento così pieno e caotico, ma anche felice. Ce lo conferma lei stessa quando, verso la fine della nostra bellissima chiacchierata, affrontiamo il tema della pressione, della salute mentale, del modo di conservarsi e tutelarsi in un mondo bellissimo ma complesso: “Sono serena, mi sento nella mia comfort zone. Sono sempre in attività, ultimamente sto tornando pochissimo a casa. Però sto facendo quello che mi piace fare, quindi la vivo bene. Quando sono da sola non so cosa fare, esco, cammino dappertutto. Sono poco solitaria, mi piace stare con la gente. Essere impegnata mi fa stare bene, mi fa salire la voglia di vivere, mi rende più energica. Ho tanta adrenalina in corpo”. Il consiglio per chi vuole affrontare il suo percorso? Semplice ma difficilissimo allo stesso tempo: “Devi scoprire te stesso. Amici mi ha aiutata molto in questo. Ho capito quali sono i miei limiti, come superarli o come affrontarli. Ho smesso di avere paura dei limiti che mi imponevo da sola, di avere paura di mostrare agli altri come sono fatta. All’inizio temevo il giudizio degli altri, temevo che pensassero ‘ma cosa ci fa questa qui sul palco?’ Poi piano piano ho capito che più lo pensavo io più lo pensavano anche gli altri. È la cosa più importante da imparare”.
1st Look:
Full look CRISTIANO BURANI.
2nd Look:
Full look MARCO RAMBALDI.
3rd Look:
Full look MARNI, jewels JUPITER.
4th Look:
Full look VERSACE JEANS COUTURE.
5th Look:
Full look VIVETTA.
Ph. Assistant Luciana Lorizzo
Stylist Assistant Filippo Bottaioli
Artist Sarah Toscano
Interview Priscilla Lucifora