Vedi tutti

L'amore tossico di Temptation Island

Tra rivelazioni sui social e media literacy, tutto quello che c'è di dannoso nella trasmissione

L'amore tossico di Temptation Island Tra rivelazioni sui social e media literacy, tutto quello che c'è di dannoso nella trasmissione

L'ultima edizione di Temptation Island, trasmissione che va in onda su Mediaset e che ci tiene compagnia da ormai qualche estate, procede a gonfie vele. Il concept dietro il programma è semplice: delle coppie che vogliono mettere alla prova la propria relazione accettano di separarsi e di passare qualche tempo in un resort in Sardegna in compagnia di tentatori (o persone) dell'altro sesso, lì apposta a mettere zizzania. Grazie a provvidenziali filmati, vedranno come si comporta l'altro. Poi potranno chiarirsi di persona durante il falò di confronto, alla presenza del presentatore Filippo Bisciglia. In questa occasione decideranno se uscire insieme dal programma oppure lasciarsi per sempre (o quasi). 

Le coppie di Temptation Island sono un'inno all'amore tossico

Insomma, a Temptation Island ripete quella che, in forma meno estremizzata e più mediata, da sempre è la formula vincente di C'è posta per te. Delle persone - e più sono percepite come rozze e vecchio stampo meglio è, perché fa più spettacolo - vengono inserite in un ambiente organizzato appositamente per scatenare i loro peggiori istinti, il risultato venduto come intrattenimento. Quello che è peggio è che in questo caso la dinamica relazionale esaminata (ed esarcebata ed estremizzata) è quella della coppia eterosessuale, con tutte le sue idiosincrasie e portati negativi. La gelosia, il possesso, il controllo, il patriarcato, i ruoli di genere. Di conseguenza, le donne della trasmissione, che siano le fidanzate o le tentatrici a questo punto poco importa, vengono inquadrate (e trattate) come pezzi di carne, come poverine cornute, come succubi da compatire. Come hanno fatto a non lasciarli prima, questi villici? Gli uomini, dall'altra parte, considerati poco più che scimmioni. Insomma, sono coppie disfunzionali che portano avanti dinamiche tossiche, e non c'è molto da aggiungere. La vera domanda è: siamo tutti capaci di capirlo e di distinguere ciò che è vero da ciò che è falso? Di chi è la responsabilità nel mettere sul piccolo schermo queste cose?

La ricerca dello scandalo e i TikTok "rivelatori"

La formula funziona alla grande, ma non avevamo dubbi. Il pubblico si diverte a commentare questi schemi esagerati, senza rendersi conto - forse - che sono gli schemi più comuni di tutti, che impattano sulla nostra vita tutti i giorni. L'esagerazione li rende apparentemente lontani, anche se non lo sono. In alcuni casi, entra in atto un sistema di bolle. Non ci sentiamo come loro, ci sentiamo migliori: osservarli allora diventa consentito, deriderli pure, arrabbiarsi anche, ma mai troppo sul serio. Come se non bastasse, moltissime persone - ed è impossibile stabilire se siano sincere o meno, ormai vale tutto - si lanciano su TikTok e spiegano di essere amici dei partecipanti, ex fidanzati traditi dei tentatori o di qualcuno delle coppie, portando come "prove" screen di conversazioni e foto che potrebbero essere state facilmente alterate. E il circo si allarga, la ricerca dello scandalo pure. Non importa cosa è vero, quello che conta è fare scalpore (e views).

Una questione di media literacy e di responsabilità

Ha senso continuare a portare in televisione queste dinamiche senza nessun tipo di precisazione ulteriore, rendere intrattenimento gesti violenti e scoppi di rabbia, tentativi di possesso e controllo? Secondo noi, no. Così come non ha senso, e potrebbe rivelarsi dannoso, dare per scontato che tutti capiscano che si tratta di situazioni montate ad arte, fomentate e spettacolarizzate per essere televisive. Soprattutto se gran parte del marketing di Temptation Island parla di viaggio nei sentimenti e di vero amore, di destini di coppie reali, se insomma si spinge l'acceleratore sul concetto di reality tv. C'è, in questo Paese ma anche nel mondo, un problema di comprensione del testo prima e di media literacy poi. Non riusciamo a capire che quello che vediamo sul piccolo schermo o sui social non è per forza vero, che a volte è esagerato, che le influencer non sono nostre amiche ma professioniste della vendita indiretta. Figuriamoci, dunque, cosa potrebbe fare - a persone giovani e inesperte o a persone che non hanno i mezzi per scindere finzione e realtà - la messa in onda di amori tossici.

Gli argomenti in difesa: Temptation Island è una cautionary tale?

Tra i commenti - che, per la cronaca, non sono un bello spettacolo, tra victim blaming delle fidanzate, slutshaming delle tentatrici e bodyshaming rivolto un po' a chiunque - c'è anche chi difende la trasmissione, dicendo che si tratta di un insegnamento, di una parabola, insomma di una cautionary tale per mettere in guardia le ragazze e i ragazzi, per mostrare tutto quello che è sbagliato e spingerli, dunque, a cercare altro. La storia di Temptation Island ci dice altro, con coppie mostrate come disfunzionali tornate allegramente insieme e con falò di confronto lacrimosi e mediati da un Bisciglia che tende troppo spesso a minimizzare anche gli affronti più gravi in nome dell'amore vero. Ancora, ci dicono altro le modalità della trasmissione, che non spiegano nulla né tantomeno contestualizzano alcuni meccanismi come figli dei nostri tempi. E allora, di cosa stiamo parlando?