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L'overtourism sta rovinando l'Europa (e il mondo)

Conseguenze sulle destinazioni e come evitarlo

L'overtourism sta rovinando l'Europa (e il mondo) Conseguenze sulle destinazioni e come evitarlo

Se avete mai vissuto, in vita vostra, anche per brevi periodi, in una città d'arte o in una famosa destinazione turistica per lavoro o per studio, lo avete toccato con mano. L'overtourism è il nuovo termine della discordia, ma il concetto che cerca di esprimere e di portare all'attenzione del mondo non è certo nuovo. Gli approcci sono variegati. Barcellona, ad esempio, si ribella: i cittadini utilizzano pistole ad acqua contro i visitatori, la città vuole aumentare la tassa sul turismo e pianifica di bandire gli affitti brevi entro il 2029. Un'altra capitale europea, Copenhagen, incentiva i comportamenti sostenibili, e promette ricompense ai turisti che si muovono in bicicletta o con i mezzi pubblici e che raccolgono la spazzatura. Dalle Hawaii, ancora, arriva chiaro un forte grido, un invito a stare lontani: turisti, non vi vogliamo. In Italia, Daniela Santanché si batte per i diritti dei turisti di vedere le bellezze dell'Italia, minimizzando completamente il problema. Che però esiste, e non accenna a migliorare. Venezia, intanto, ha istituito un biglietto di ingresso, ma la decisione è stata aspramente criticata in lungo e in largo. 

Overtourism: significato e conseguenze

Di cosa parliamo quando parliamo di overtourism? Di una situazione estrema e difficile da gestire in cui il numero di visitatori eccede la capacità di una destinazione di gestirli. Questa sovrabbondanza di numeri ha delle conseguenze serie e negative sul territorio che va a colpire, sulle comunità locali e sull'esperienza dei viaggiatori stessi. Nello specifico, si parla di:

Degradazione ambientale: l'affollamento crea inquinamento, danni agli ecosistemi naturali e sfrutta le risorse locali, come ad esempio acqua ed energia. Basti pensare al caso della Sicilia, che sta vivendo mesi di siccità e di perdite inestimabili a livello naturalistico ma anche economico. Colpa del cambiamento climatico, certo, ma anche il turismo non scherza.

Impatto sulle comunità locali: i residenti di una località che soffre di overtourism sono spesso messi davanti a costi della vita aumentati e dunque non sostenibili, congestione, perdita dell'identità locale, diminuzione di servizi e infrastrutture. Questo si collega direttamente al neocolonialismo o nomadismo digitale, fenomeno per cui lavoratori in smartworking si trasferiscono in paesi più economici di quelli in cui percepiscono uno stipendio. Un esempio? Lisbona, in cui gli affitti sono diventati impossibili da pagare per chi vive e lavora in Portogallo. 

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Sbilanciamento economico: Anche se, soprattutto in Italia, siamo stati cresciuti con il mito del turismo come grande motore economico, il rovescio della medaglia è la dipendenza economica dal fenomeno, rendendo la destinazione dipendente completamente dai flussi di viaggiatori (che seguono logiche poco controllabili, i trend e le tendenze) e quindi più fragile e suscettibile a oscillazioni.

Peggioramento dell'esperienza turistica: In ultimo, l'overtourism danneggia il turismo stesso e l'esperienza di chi viaggia, perché porta a un peggioramento generale dell'esperienza.

@pinatravels Dubrovnik is banning the use of wheeled luggage in the city's historic old town, in an effort to address noise pollution caused by mass tourism. #masstourism #overtourismtip #croatiatourism Lo-fi hip hop - NAO-K

L'Italia vive di Turismo? La risposta è sorprendente

Come accennato, l'Italia è da sempre vittima di una retorica che vorrebbe il turismo come primo settore, trainante, dell'economia interna. Dopotutto, con così tante bellezze, come potrebbe essere altrimenti? Forse, continua la retorica, è colpa nostra, che non le sfruttiamo abbastanza. Che non offriamo abbastanza servizi, che non accomodiamo i turisti come dovremmo. Per non parlare del sud Italia, che ha anche le spiagge, ma in cui tutto funziona così male. La verità, però, è che fare del turismo il traino dell'economia non è sostenibile per i cittadini che vivono e lavorano in Italia e, come detto, potrebbe portare a grossi danni sul medio lungo periodo. Ad oggi, secondo una mappa realizzata da Euranet su dati raccolti da Statesman, l'economia italiana non dipende dal turismo. Che, tutto sommato, sia un bene?

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Come evitarlo? Dobbiamo smettere di viaggiare?

Cosa fare, dunque? La risposta non è certo smettere di viaggiare. Si potrebbe fare appello, con un briciolo di fiducia negli esseri umani, a delle generali regole di buonsenso. Evitare di viaggiare in alta stagione, cercare destinazioni alternative, assicurarsi di essere turisti sostenibili, trattare con rispetto i luoghi che abbiamo scelto di visitare, sforzarci di utilizzare i mezzi pubblici e di fare la raccolta differenziata anche in loco. Se le campagne di sensibilizzazione in questo senso non funzionano, allora toccherà ai sindaci e ai governi fare qualcosa, con multe o provvedimenti, ad esempio per limitare affitti brevi e tutelare quelli lunghi. Infine, soprattutto quando si parla di sud o di oriente del mondo, si dovrebbe agire a livello di entitlement e pretesa, di mentalità, facendo capire a chi viene dal nord o dall'occidente che i paesi meno sviluppati economicamente non sono luna park, non vivono per noi e spesso non beneficiano del nostro apporto monetario come potremmo pensare, anzi.