La beauty blindness non esiste

Quando avevo 12 anni l'unico make-up che mi era permesso di indossare a scuola era la matita nera, tutta scarabocchiata sulla rima interna inferiore dell'occhio. Poi è venuto il turno dell'eye-liner liquido, me ne ricordo come se fosse ieri. Avevo 14 o 15 anni, prima di un'uscita in piazza sono andata con la mia amica Fiammetta a comprarmene uno e ho passato minuti e minuti e minuti davanti allo specchio a cercare di applicarlo, scoprendo sulla mia pelle (letteralmente) che era parecchio più difficile di quanto lo facevano sembrare i beauty tutorial che consumavo avidamente su YouTube. Naturalmente, uscii lo stesso di casa con il mio eye-liner storto. Una cosa simile accadde poco dopo con le ciglia finte, su cui però mi arresi. Non è neanche una questione di età, a essere onesta. Appena un paio di anni fa, per una vacanza tra ragazze a Venezia, decisi di sfoggiare una riga di eye-liner grafico bianco nel centro della palpebra, alla Euphoria. Sono passati appena 2 o 3 anni, ma se guardo le foto provo un po' di cringe. 

La beauty blindess secondo TikTok

Adesso, se fossi una gen Z di TikTok, parlerei di questi esperimenti con il make-up come di eye-liner o ciglia blindness. Ma cosa vuol dire? Utilizzando questa espressione, sempre più ragazze e ragazzi mostrano foto del loro passato e poi del loro presente, per dimostrare come non si rendevano conto di esagerare o di sbagliare con qualcosa. Può essere qualsiasi cosa: dal colore del fondotinta (troppo chiaro, troppo scuro, troppo arancione) ai filler alle labbra passando per la decolorazione ai capelli o la frangetta troppo corta. Ancora, molti utenti si mostrano nel presente e chiedono al potenzialmente sconfinato pubblico dell'app qual è la loro blindness adesso, per migliorarsi esteticamente perché a volte - quando ci siamo dentro e siamo abituati a guardarci allo specchio tutti i giorni - non ce ne rendiamo conto.

I pareri non richiesti

Sui social, spesso, si gioca. Per diventare virali, per cercare l'interazione. Se però avete bazzicato un paio di sezioni commenti nella vostra vita, potete immaginare come questo gioco della beauty blindness si sia trasformato, in alcuni casi, in un vero e proprio bagno di sangue. C'è chi lo usa per insultare e per insultarsi e chi parla di blindness anche in video in cui nessuno stava chiedendo il parere di nessuno. Insomma, è diventato un modo neanche troppo velato di attaccare gli altri basandosi sul loro aspetto. E non importa che siano cose che possono essere cambiate (comprando un fondotinta nuovo, sfumandolo meglio, cancellando l'appuntamento dal medico estetico o facendo un corso accelerato di eye-liner), quello che qui contestiamo è l'atteggiamento, l'impulso a dire qualcosa, a esprimere opinioni sull'aspetto altrui anche quando non sono espressamente richieste. 

Il bello di sperimentare con il make-up

E poi, parliamoci chiaro: il make-up, se fatto a livelli dilettantistici, è bello perché ci permette di sperimentare, di provare, di lanciare dei messaggi. E questi messaggi non devono per forza essere positivi, basti pensare all'unapproachable make-up, meccanismo di difesa contro le attenzioni non richieste, o al clown make-up, che gioca con il grottesco e con il colorato per allontanare lo spettro del male gaze. E allora, perché non permettercelo? Perché non accettare il fatto che quello che ci piace esiste ed è portabile e sfoggiabile anche al di fuori dei trend correnti e che questo non rende tutto qualche tipo di blindness? Per rimettere le cose in prospettiva, ci basti pensare, ed è solo un esempio possibile su un milione, alle sopracciglia di Cara Delevingne nel 2016/2017. Quella che adesso verrebbe sicuramente additata come eyebrow blindess, allora dettò legge per mesi e mesi.