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L’atleta olimpica Elisa Molinarolo vittima di body shaming denuncia gli hater

“Hai il c*lone e non un fisico da atleta”. La risposta dell’azzurra è da medaglia

L’atleta olimpica Elisa Molinarolo vittima di body shaming denuncia gli hater “Hai il c*lone e non un fisico da atleta”. La risposta dell’azzurra è da medaglia

Le Olimpiadi 2024 ci hanno tenuti tutti incollati allo schermo. Abbiamo guardato con attenzione e partecipazione gare di nuoto, tiro al piattello, pallavolo, sciabola e tutti gli altri sport. Ci siamo innamorati di atleti talentuosi e affascinati come Thomas Ceccon, Simone Biles e Sha'Carri Richardson, applaudendo i loro successi, condividendo la loro delusione quando sono riusciti a vincere una medaglia e ci siamo indignati quando gli altri atleti o la stampa non li hanno trattati col meritato rispetto, come nell’oro della spada a squadre offuscato dalla misoginia. Improvvisamente sportivi di cui fino a poco tempo molti di noi ignoravano l’esistenza sono diventati il centro dell’attenzione, attirando simpatie e antipatie, ma anche una valanga di commenti social non richiesti e irrispettosi. L’ultima ad essere stata bersaglio degli hater è Elisa Molinarolo

Il body shaming a Elisa Molinarolo, cosa hanno scritto

Qualche giorno fa, l’astista italiana ha celebrato con un post sul suo profilo Instagram il sesto posto ottenuto alle Olimpiadi di Parigi, che coincide anche col suo record personale. Tra i tanti commenti positivi e congratulazioni per il risultato ottenuto, spunta anche un commento negativo, una critica velenosa e gratuita, non riguardo la sua performance, ma l’aspetto fisico di Molinarolo. "Certo che se avessi un fisico da atleta avresti potuto fare molto meglio". Comincia così il body shaming indirizzato all’olimpionica e continua anche peggio: "Con quel culone sei impresentabile per una manifestazione olimpica". Parole offensive e del tutto fuori luogo.

La risposta di Elisa Molinarolo agli hater

Molinarolo non è rimasta in silenzio. L’astista veronese ha deciso di rispondere nelle sue stories Instagram, rivolgendosi a chi come lei è o è stata vittima di body shaming. "Non importa se sei alta, bassa, magra, formosa - scrive l'atleta azzurra - quel che è certo è che non andrai mai bene al leone da tastiera di turno" - ha scritto e poi ha continuando manifestando la sua rabbia verso chi si nasconde dietro i social per diffondere odio e ferire impunemente le persone - "Sono molto arrabbiata per quello che è stato scritto, per un motivo ben preciso" - e aggiunge - "Dall'altra parte dello schermo trova me, che negli anni mi sono presa i peggiori insulti per il fisico e ormai "ci ho fatto il callo", sono diventata grande e sono consapevole del percorso che sto facendo con la mia nutrizionista. Ma se invece di esserci io ci fosse stata una persona fragile, in un momento di difficoltà, che litiga con lo specchio, quale sarebbe stato il risultato?".

La solidarietà non basta contro il body shaming

Le parole di Elisa Molinarolo sono state accolte in modo positivo. In tanti hanno condiviso il suo pensiero e manifestato solidarietà verso quanto accaduto all’atleta che ha ringraziato lanciando un ulteriore appello: "Le parole possono creare danni enormi, a volte irreparabili! Vorrei che si iniziasse ad affrontare un problema reale che per il momento è ancora sconosciuto a tante persone!Se potete, aiutatemi a condividere questo argomento per il bene di tante persone". Purtroppo la condivisione non basta contro il body shaming. È necessario un cambio collettivo di prospettiva collettiva, che vada a scardinare l’idea standardizzata di bellezza, l’idea che sia lecito e normale esporre i propri giudizi sui corpi altrui, specialmente quelli delle donne. Bisogna capire che oltre al valore estetico, quei corpi andrebbero, invece, celebrati perché ci consentono di vivere le nostre vite, di fare tante cose, di abbracciare, ballare, costruire case o vincere medaglie olimpiche. E poi, dovremmo anche smettere di sfogare le nostre frustrazioni sui social, mostrando, invece, l’empatia e il buon senso di tenere per noi ogni giudizio non richiesto.