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I congedi di paternità sono ancora sottovalutati (e importantissimi)

I dati parlano chiaro: la genitorialità condivisa è lontana

I congedi di paternità sono ancora sottovalutati (e importantissimi) I dati parlano chiaro: la genitorialità condivisa è lontana

Quando si parla di "diritti degli uomini", soprattutto quando utilizzati come un pretesto per sminuire i diritti delle donne, si tirano sempre fuori un paio di cose. C'è la questione della salute mentale degli uomini, per anni ignorata e bistrattata, c'è quella dei diritti sui figli in caso di divorzio e poi c'è quella sul congedo di paternità. Se alle prime due possiamo rispondere parlando di come il patriarcato, intrappolando le donne nel ruolo di madri, abbia - come reazione contraria - costretto gli uomini fuori casa, a lavorare per la sopravvivenza, creando una contrapposizione irrealistica ma imperante tra le donne, emozionali e deboli, e gli uomini, duri, repressi e forti che ha conseguenze profonde e molto gravi - per la terza questione, che pure è strettamente inerente, vogliamo andare un po' più a fondo.

Congedo di maternità in Italia

Secondo il Ddl 1334 della Legge di Bilancio 2019 le mamme lavoratrici dipendenti, attualmente, in Italia, hanno diritto a un periodo di astensione obbligatoria dal lavoro durante la gravidanza e il post-gravidanza per un totale di 5 mesi. Possono scegliere loro se astenersi nei 2 mesi precedenti la data presunta del parto e 3 mesi dopo oppure dividere i 5 mesi in maniera diversa. L'importante è che i medici (lo specialista e quello competente sulla salute nei luoghi di lavoro) approvino questa scelta, non considerandola rischiosa nei confronti della salute della madre e del nascituro. Non tutte le volte, anche se è obbligatorio, questo congedo viene accordato, anzi sono purtroppo molti gli esempi di donne licenziate perché incinte o a cui vengono fatte domande mirate in sede di colloquio.

Congedo parentale e di paternità in Italia

E il papà? Astensione obbligatoria di 10 giorni dal lavoro che può essere sfruttata tra i 2 mesi precedenti e i 5 successivi al parto. Diventano 20 in caso di parto plurimo. Se ne ha diritto anche in caso di adozione o affidamento. Si aggiunge un giorno facoltativo in più. Esiste poi un terzo tipo di congedo, quello parentale, che è facoltativo ma che viene utilizzato maggiormente dalle madri.  Perché il padre non può avere diritto alle stesse tempistiche di una madre? Per retaggio culturale, forse, ma anche perché - in ogni caso - le donne guadagnano di meno. Le conseguenze sono chiare: la madre rimane confinata all'ambiente domestico, obbligata ad essere la care taker primaria, mentre il padre di contro viene allontanato dopo appena 10 giorni, in un effetto domino di conseguenze che possono portare, sul lungo raggio, a bassa natalità, bassa occupazione femminile e dunque diseguaglianze di genere

Gli effetti positivi dell'estensione del congedo di paternità

Tortuga, think-tank composto da giovani ricercatori e studenti del mondo dell’economia e delle scienze sociali, ha stilato e presentato alla Camera dei Deputati un report a favore dell'estensione dei congedi di paternità a livello aziendale. Secondo questo report, a cui hanno preso parte ben 24 aziende, molti dipendenti non utilizzano il congedo a causa di pressioni lavorative, per timore di impatto negativo sulla propria carriera o semplicemente perché i colleghi non ne hanno usufruito. In realtà, farlo impatterebbe in maniera positiva sulla divisione del lavoro domestico, sul rapporto con i figli e sulla prospettiva di fare altri figli. L'obbligatorietà dell'estensione (e della retribuzione al 100%) è auspicabile, perché lo renderebbe non un privilegio per pochi ma una condizione normale

@latendainsalotto Ci teniamo a sottolineare che questi sono gli istituti attualmente a disposizione dei padri lavoratori dipendenti ed il nostro personale punto di vista riguardo al tema. Ci sembra però importante evidenziare come, per poter ambire ad una sostanziale parità di genere o quantomeno per raggiungere i livelli quegli stati europei che ammiriamo per le loro politiche di sostegno alla famiglia, ci sia il reale bisogno di un intervento deciso da parte delle istituzioni, ad esempio togliendo la polvere dalla proposta di legge (n.3364) depositata in Parlamento dal gennaio 2022, che mira ad un congedo paritario e non trasferibile. Nel nostro piccolo riteniamo che solo tramite un vero cambiamento culturale però, le politiche di sostegno alla famiglia potranno trovare terreno fertile per poter essere realmente efficaci. Sempre più convinti che solo insieme si possa giungere ad un effettivo nuovo modello di famiglia. #latendainsalotto #parotadigenere #congediparentali #paternitàobbligatoria #maternitaobbligatoria #maternitàanticipata #inps #diritti #congedoparentale #congedodipaternità #gravidanza #papà suono originale - La tenda in salotto

E per i lavoratori non dipendenti?

Quando ci si sgancia dal lavoro dipendente le cose diventano ancora più complesse, e le soluzioni si fanno sempre meno dipendenti dalle singole aziende e più dal governo. Purtroppo, ci inceppiamo sempre sullo stesso punto. Soluzioni individuali a problemi della società - proprio come questo che riguarda la disuguaglianza tra uomini e donne sul lavoro e nella genitorialità - saranno sempre e comunque parziali. Come si fa, ad esempio, con le coppie omosessuali? Con i genitori single? Con le persone che non sono dipendenti in azienda e con i lavoratori costretti ad accettare contratti in nero? Il report di Tortuga è un buon punto di partenza, ma la realtà italiana è un'altra, ed è complessa e sfaccettata