Alice Urciuolo: "I libri e le donne mi hanno salvato la vita"
Adorazione, suo primo romanzo, è diventato una serie tv Netflix: intervista all'autrice
20 Novembre 2024
"Io ci ho parlato con i sedicenni. Ora non più, però mica per cattiveria!" Viene naturale chiedere ad Alice Urciuolo - classe ’94, due romanzi all’attivo e già una candidatura ai premi Strega - come faccia a descrivere così bene di quell’età indefinita che va dalla pre alla piena adolescenza. Indefinita perché è un momento in cui siamo tutto, ma non siamo ancora completi. Siamo piccoli, ma non troppo per approcciarci alle cose dei grandi. Non siamo adulti, ma non possiamo più appellarci alla clemenza di quando si era bambini. Siamo esseri umani in fase di trasformazione, e ciò che ci accomuna è che lo siamo stati tutti. Anche Alice Urciuolo, che ci rivela: "Molte delle storie e dei lavori che avevo concepito li ho conclusi prima dei venticinque anni. In questo settore i progetti hanno una lunga gestazione, qualcosa che stai scrivendo adesso è probabile che esca dopo uno o più anni".
Cominciato a lavorare come story editor per Cross Media, dove è rimasta per quattro anni, la scrittrice e sceneggiatrice è stata messa subito a lavorare a Skam per tre stagioni (si definisce: "la persona giusta al momento giusto") e ha proseguito nell’esplorazione dell’adolescenza con la serie Prisma, di cui è stata creatrice insieme a Ludovico Bessegato - cancellata alla seconda stagione da Prime Video - e in cui si è buttata dopo l’incontro con Giovanna Cristina Vivinetto, poetessa trans conosciuta all’università che ha scritto un libro di poesie per raccontare la sua transizione.
Alice Urciuolo, una nuova avventura con Adorazione su Netflix
Dal 20 novembre su Netflix, invece, arriverà la serie tratta dal suo primo romanzo, Adorazione, pubblicato nel 2020, storia sulla morte della giovane Elena e le conseguenze su chi la conosceva. "Avevo ventiquattro anni quando ho cominciato a scriverlo, ero nel pieno della rielaborazione della mia adolescenza, il che mi ha permesso di ricavarne un racconto più strutturato" ci confida l'autrice. "Può risultare fastidioso dirlo, ma ho cominciato il mio percorso, soprattutto nella serialità, un po’ per caso. Mi ero iscritta ad un corso per apprendere degli strumenti di scrittura e subito dopo lo stage mi hanno presa a lavorare. È avvenuto nello stesso momento in cui mi sono appassionata al cinema, il che ha alimentato la mia immaginazione. Ma tutti i miei coetanei facevano un’altra vita rispetto alla mia, mi sono sentita molto sola, non avevo qualcuno con cui confrontarmi, né dentro né fuori al posto di lavoro" aggiunge, riflettendo sul suo lavoro. Un disagio alimentato dalla mentalità italiana che non riesce a prenderti sul serio se hai meno di trent’anni. "Il problema è quando ancora adesso ti trattano come se fossi una ragazzina. Hai trent’anni e vieni considerata sempre la piccola o, peggio ancora, la signorina perché sei femmina. Diventa un ostacolo soprattutto quando le persone pensano di sapere esattamente cosa hai da offrire, come se per queste mie caratteristiche io possa scrivere solo storie di donne fatte per donne".
Un romanzo cinematografico
L’influenza della formazione cinematografica di Urciuolo è evidente nel suo romanzo di debutto. Adorazione è infatti un libro che passa di personaggio in personaggio come ci fossero dei tagli di montaggio, con la camera che sceglie chi seguire a ogni pagina voltata. Uno stile voluto? "Sicuramente ha un impianto più cinematografico del secondo libro, La verità che ci riguarda, il che è dovuto al fatto che ho iniziato a scriverlo proprio mentre imparavo tante cose riguardanti la scrittura per immagini. Mi ha dato spunti che non mi aspettavo. La sensazione di montaggio nel romanzo nasce dalla necessità di raccontare una comunità, e le comunità sono sempre formate da tanti personaggi. All’inizio avevo cominciato a scrivere in prima persona, poi ho capito che al racconto servivano molteplici punti di vista per far comprendere che un evento come il femminicidio non riguarda una di noi, ma tutti quanti. Ogni ragazza poteva essere Elena e ogni ragazzo poteva essere Enrico, anche se non ha mai ucciso" spiega. Una comunità che, come mostra la scrittrice, non riesce a comunicare cosa prova, anche e soprattutto quando ci si dovrebbe confidare in contesti intimi e familiari. "Il tema della vergogna è centrale. La piccola comunità raccontata è un riflesso dei luoghi da cui provengo e ricordo ancora la maniera in cui ci si scruta tra persone e come si risente fortemente del giudizio degli altri. Magari accade anche in città più grandi, ma sono due approcci diversi. Volevo rendere evidente come percepire un forte pregiudizio metta in difficoltà le persone rendendole restie a dire la verità, a scoprirsi, a esprimere ciò che si pensa. In Adorazione i personaggi non riescono a parlarsi e questo è parte del problema che porta ad esiti violenti".
@netflixit Elena è misteriosamente scomparsa: l’estate di un gruppo di ragazzi di Pontinia è pronta a cambiare per sempre, in un viaggio alla scoperta della verità delle proprie relazioni e della propria educazione sentimentale. Con Fabri Fibra come supervisore musicale per la colonna sonora è in arrivo Adorazione, la nuova serie liberamente ispirata al romanzo di Alice Urciuolo. Dal 20 Novembre, solo su Netflix. Fabri Fibra - Adorazione #serietv #adorazione #fabrifibra #netflixitalia #tommasodonadoni original sound - Netflix Italia
Il ritorno alla provincia
Tra l’altro, dopo Prisma, anche con Adorazione i lettori e gli spettatori della serie sono portati al di fuori della Capitale, nella provincia. "Sono ancora incredula che ci siano ben due serie ambientate a Latina". Eppure, come la protagonista, Alice Urciolo sembra esserne scappata: "Al liceo il mio movimento interiore poteva essere racchiuso in una parola: fuga. Provavo un completo senso di rifiuto. Quando mi sono trasferita a Roma, luogo delle mie evasioni, mi sono accorta che a nutrimi era più il desiderio dello scappare in sé che non del venire nella Capitale. Poi, non so cosa è successo, si è presentata la necessità di riunirmi alla mia città natale, Priverno, di non nascondere più alcune parti di me stessa, ma di mostrarle, affermarle e, così, ho cominciato a scrivere di Latina. Un luogo il cui pensiero politico sappiamo bene virare verso i principi di destra, il cui passato abbiamo cercato di elaborare attraverso alcune enormi contraddizioni, come raccontare di un ragazzo che vuole affermare la sua identità di genere o trattare di femminicidio in un posto in cui è stato fondato il partito fascista, che aveva idee fisse e patriarcali della donna. Narrativamente era più interessante, oltre ad essere una scelta politica, cosa per me fondamentale".
Il femminicidio e il messaggio politico di Adorazione
Lo show arriva inoltre ad un anno di distanza dalla morte di Elena Cecchettin e dopo la pubblicazione di un reporter del Ministero dell’Interno che, dall’inizio dell’anno ad ora, vuole almeno ottanta donne morte in ambito domestico/affettivo. "C’è da dire che, tante volte, argomenti simili vengono affrontati talmente male che sarebbe bene lasciarli perdere e basta. Ciò è dovuto da una pigrizia esercitata da parte di chi detiene il potere, che sia politico o del poter raccontare storie, insomma di chi è in una posizione di dominio e non sa fare le domande giuste, né rivolgersi agli altri adeguatamente col proprio operato. Non si può pensare che la violenza di genere sia un argomento privato, noi tutti siamo parte della causa" ci tiene a ribadire Alice.
Un modo per salvarsi, però, c’è. O, almeno, Urciuolo lo ha trovato: "Le donne e i libri mi hanno salvato la vita. Il dramma di Adorazione, con temi presenti anche nel mio secondo romanzo, è che spesso gli adulti non possono darti ciò di cui hai bisogno perché anche loro ne sono sprovvisti, ma non si può dare a loro tutta la colpa, essendo a propria volta vittime di un determinato ambiente e destinati ad avere più responsabilità". Si può (e si deve) comunque andare in terapia, ma è innegabile che molte ferite ce le portiamo dietro anche da grandi, compreso chi cerca di risanarle scrivendone e esorcizzandole: "Ci sono due risposte quando ci si domanda se si possono superare i traumi dell’adolescenza. Quella leggera è che nella vita ti possono capitare perdite che ti sembrano grandissime e che col tempo capisci che non erano così importanti, come i primi amori o gente che perdiamo di vista. Poi ci sono ferite che ti scalfiscono quando sei troppo giovane e devi imparare a conviverci sapendo che rimarranno in profondità. Io? Ne ho. Ma sono convinta sia così per tutti". Sarà per questo che, oltre ai libri e alle donne, sia nei suoi romanzi che in serie come Skam uno dei terreni di confronto chiave per le dinamiche tra i personaggi è l’amicizia: "Non voglio pensare all’amicizia come rapporti che non hanno lotte interne o sentimenti conflittuali, pensiamo a L’amica geniale di Elena Ferrante, di cui apprezzo l’idea di un rapporto a due fatto di accoglienza e crescita dipanato nel corso degli anni. Credo che ci siano relazioni non amorose in cui ho permesso alle amiche di far vedere loro chi sono realmente, dove mi sono rivelata più di quanto abbia mai fatto con gli uomini o i ragazzi che ho frequentato".
La scrittura secondo Alice Urciuolo
E se tra le pagine di Adorazione si può leggere che fare una confidenza fa sentire speciali, impossibile non chiedere a Alice Urciuolo se anche lei si sente così: "Scrivere libri non vuol dire essere eccezionale, può avere un’accezione speciale, ma soltanto per te. Le confidenze che ti tira fuori la scrittura, poi, sono ben altro, qualcosa di inconsapevole. Quando stai scrivendo non sai quanto stai svelando di te, quanto ti stai mettendo a nudo. Quasi non ne hai il controllo, e ciò ti rende vulnerabile. Anche quando leggo i libri degli altri penso di carpire informazioni di cui non è detto che loro siano pienamente a conoscenza". Come con una Sally Rooney con Intermezzo, di cui è esplosa la mania? "Sì, tra l’altro mi piace molto, ma non è detto che leggerò subito l’ultimo romanzo. Ci sono pochissimi autori o autrici di cui mi viene la smania di leggere tutto e subito appena pubblicano qualcosa, come con qualsiasi libro di Annie Ernaux".