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Martha Stewart non è contenta

L’imprenditrice attacca il documentario uscito su Netflix

Martha Stewart non è contenta L’imprenditrice attacca il documentario uscito su Netflix

A noi spettatori della parte opposta dell’oceano, potrebbe non suonare così tanto conosciuta e imprescindibile, almeno nell’immediato. Eppure, Martha Stewart è una figura onnipresente, ubiqua nel mercato americano. Presente sulle scene televisive statunitensi sin dal 1993, anno in cui iniziò la conduzione del suo omonimo show, e, ancor prima, tramite la sua estensione corporea in molteplici prodotti: i suoi libri di cucina, le sue riviste, le videocassette, linee di prodotti e anche cd di musica classica per accompagnare i suddetti pasti preparati con i suoi libri di ricette. Ovviamente, tutto a suo nome.

Il documentario Netflix su Martha Stewart

La cucina e il benessere sono stati i catalizzatori della sua ascesa come personaggio pubblico, come imprenditrice nonché influencer ante-litteram: la vera influencer prima delle influencer. Il documentario che la vede protagonista - Martha: Una Storia Americana - uscito su Netflix il 30 ottobre, non l’ha resa molto contenta. L’imprenditrice si è scagliata contro il progetto, definendolo "pigro" e non rappresentativo della sua vera storia, evidenziando l’eccessiva attenzione riservata al suo processo giudiziario, definendolo "stupido e ingiusto". Ha poi contestato la scelta di includere un’intervista con un ex procuratore, giudicandola inappropriata.

La polemica e il botta e risposta con il regista R.J. Cutler

Il regista, R.J. Cutler, famoso per la produzione di documentari come The September Issue e Billie Eilish: The World’s A Little Blurry, le ha risposto pubblicamente, affermando che si aspettava una tale reazione al prodotto: "Non è facile essere vulnerabili e al contempo guardarsi dentro in maniera oggettiva". 

Ma chi è veramente Martha Stewart?

Comprami, io sono in vendita

Martha Stewart, come dicevamo, è stata l’Influencer ante-litteram: la prima donna statunitense a diventare miliardaria vendendo ciò che le riusciva meglio: la propria immagine. Divenne famosa tra gli anni ’70 e gli anni ’80 per il suo talento nella cura della casa e per l’organizzazione di eventi, trasformando queste attività in una carriera a dir poco remunerativa, tra catering di lusso all’inizio, e con la creazione di un impero poi. Persino Joan Didion prese le sue difese, in un pezzo uscito sul New Yorker nel 2000, in cui scrisse: "Quello che offre, e che le riviste e i programmi più strettamente professionali su casa e cucina non fanno, è la promessa di [...] una fortuna condivisa". Ciò che Joan Didion affermava ripetutamente nel suo saggio è che l’intento di Martha Stewart è sempre stato quello di fare e condividere le sue competenze con le donne comuni. Ma dubito altamente che lei rientri in tale canone.

@marthastewartliving You know it’s true: Martha Stewart was born to be an icon. From her early days modeling and working on Wall Street to later becoming the first self-made female billionaire, our founder has a number of achievements to her name. See more of her legendary life in the new documentary Martha, now on @Netflix. #marthastewart original sound - Martha Stewart

Un po' trad wife, un po' falsa icona femminista

La sua carriera televisiva rappresenta il punto di arrivo: Stewart viene apprezzata e applaudita poiché incarna una donna coraggiosa, una figura che ha saputo rivalutare le attività domestiche, celebrando quei "valori femminili" che le donne contemporanee spesso si vergognano di riconoscere, trasformandoli in qualcosa di onorevole e costruendoci sopra un’industria multimilionaria. Una sorta di Carrie Bradshaw, ma al contrario: se Carrie usava il forno per impilare scatole di scarpe, Martha Stewart il forno lo usa, e anche con orgoglio. Questa celebrazione omette ciò che sappiamo: Stewart, proprio come le trad wives contemporanee come Nara Smith, sono delle imprenditrici, non delle normali casalinghe. Girano dei video – o conducono programmi – costruiti e artefatti, e l’idea della loro rivendicazione della "cura",  rimasticata e rigettata senza aderenza con la realtà, diventa una sorta di falso modello rivoluzionario, ma rimane in ultima analisi un modello vuoto.

@workingwomen_agency

You got this

heaven or las vegas - fin

Ogni eroina contemporanea ha bisogno della sua caduta

Come ogni eroina perfetta che si rispetti, Stewart ha avuto la sua caduta quando venne arrestata nel 2004 per insider trading, ostruzione alla giustizia e falsa testimonianza. Dopo un brevissimo periodo trascorso in carcere - cinque mesi scarsi - Stewart si è reinventata, ancora una volta, icona televisiva, sponsorizzando prodotti con Snoop Dog e diventando testimonial per luxury brand di skincare, come Clé de Peau. Tuttavia, non ha nascosto il suo disappunto per il documentario a lei dedicato: "Quelle scene finali in cui sembro una vecchia signora sola che cammina curva in giardino? Gli avevo chiesto di tagliarle, ma ha rifiutato" ha affermato Stewart. "E lui [R.J. Cutler] non ha spiegato nemmeno il perché. Io posso superare tutto questo e continuo comunque a lavorare sette giorni su sette". L’ennesimo segno di come Martha Stewart non rientri esattamente nel canone di donna comune, nel bene e nel male.