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Cosa sta succedendo a Matilda Djerf?

Facciamo chiarezza sullo scandalo del mese su Instagram

Cosa sta succedendo a Matilda Djerf? Facciamo chiarezza sullo scandalo del mese su Instagram

Se il suo nome non dovesse dirvi nulla, avrete sicuramente osservato la sua immagine sul web. Matilda Djerf, influencer svedese da 3 milioni di followers, è diventata famosa per i suoi capelli biondi voluminosi e il suo stile minimal, al limite del basic (sì, è colpa sua se i blazer che vediamo in giro sono tutti oversize). La scorsa settimana, Djerf, regina delle clean-girl, è stata accusata di bullismo, bodyshaming e favoritismo nei confronti dei suoi dipendenti. Da quanto emerge, una sua dipendente è stata costretta, come punizione, a pulire il bagno personale di Djerf, poiché l’aveva utilizzato senza permesso. E non è tutto.

@aftonbladet The Swedish influencer Matilda Djerf is accused for public scolding, bullying and favoritism of employees at her company Djerf Avenue. Aftonbladet has talked to eleven people who have worked or still work for Djerf Avenue. In an email to Aftonbladet, the company replies that they take the criticism seriously and are aware of problems with the work environment. Matilda Djerf writes in her own statement to Aftonbladet: If any employee has felt mistreated or unwell in their role because of my actions, I am truly sorry and offer my sincere apologies. #aftonbladet #matildadjerf #djerfavenue #djerfaveangels #news #sweden #influencer #nyheter originalljud - Aftonbladet

Cos’è successo a Matilda Djerf? La video inchiesta di Aftonbladet

Facciamo un piccolo passo indietro. Djerf ha creato nel 2019 il suo brand: Djerf Avenue, caratterizzato da stampe a fiori e toni chiari (pensate ad un equivalente di Brandy Melville per chi ha superato i 25 anni). Prodotto eticamente - così afferma - in Portogallo e in Italia, mantiene la sua sede centrale a Stoccolma. Il brand si era già trovato al centro delle polemiche lo scorso anno, quando la CEO Djerf aveva intentato delle cause contro vari creator su TikTok, accusandoli di copiare le stampe del suo brand.

@gossssip.giirl Omg just go watch the Djerfmas video on YouTube and all the tea is out there…

Nella giornata di giovedì 12 dicembre il quotidiano svedese Aftonbladet ha pubblicato una video-inchiesta in cui undici dipendenti, sia ex che attuali, hanno rivelato il clima tossico che pervade l’azienda. Una delle testimonianze riporta che Djerf avesse riservato un bagno nell’ufficio unicamente per sé e per i suoi dipendenti “preferiti”. Da quanto è emerso, la creator avrebbe posizionato un post-it sulla porta con la scritta “Please do not use!” (e, disegnato accanto, un cuoricino). Sfortunatamente, il foglietto è poi caduto, una delle dipendenti non autorizzate ha usato il bagno ed è stata costretta successivamente a pulirlo come punizione. Un’altra ex dipendente ha riferito che Djerf avrebbe fatto dei commenti denigratori dopo uno shooting con delle modelle, e che commenti di questo tipo erano molto frequenti (“Spesso commentava il corpo e l’aspetto delle persone”).

@username69692004 Do people forgive her? #matildadjerf #drejfavenue #foruyou #drama #cancel @Matilda Djerf original sound - username69692004

La risposta di Matilda Djerf alle accuse 

Tramite degli screenshot alle note del telefono - il corrispettivo su Instagram dei comunicati stampa - Djerf ha dichiarato di essere rimasta in silenzio sui social media negli ultimi giorni, poiché la sua priorità è stata quella di incontrare il team di Djerf Avenue e discutere con loro. Ha espresso il suo dispiacere nei confronti di chi avesse ferito o deluso, aggiungendo che, quando aveva iniziato Djerf Avenue, non si sarebbe mai aspettata che l’azienda diventasse così importante e di non essere riuscita ad essere la leader che avrebbe voluto essere durante il percorso. Nel frattempo, Djerf ha perso 130.000mila followers in una settimana. Curiosi di sapere come si evolverà la situazione, le testimonianze dei dipendenti di Djerf Avenue sollevano importanti interrogativi sulle dinamiche interne di un'azienda che si è affermata come simbolo di inclusività.