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It Ends with Us, il caso Blake Lively e il cinema che incontra la vita vera

Tra violenza domestica, molestie sessuali e inchieste giornalistiche, il titolo arriva nel catalogo di Prime Video

It Ends with Us, il caso Blake Lively e il cinema che incontra la vita vera Tra violenza domestica, molestie sessuali e inchieste giornalistiche, il titolo arriva nel catalogo di Prime Video

Ironico, tragicamente, come la storia di It Ends With Us - Siamo noi a dire basta si muova in (semi) parallelo dentro e fuori lo schermo. Libro dalle tinte rosa scritto da Colleen Hoover e pubblicato nel 2016, è diventato nel 2024 un film campione di incassi che dei 25 milioni di dollari spesi di budget ne ha guadagnati ben 351, merito anche della presenza di protagonisti come Blake Lively e Justin Baldoni. L’opera, fin dai suoi inizi, si è portata dietro una serie di polemiche riguardanti proprio i temi caldi e delicati che dal romanzo sono passati al cinema, mettendo in discussione una sorta di romanticizzazione delle relazioni tossiche, all’apparenza inizialmente promosse anche dall’attrice protagonista durante le interviste. Come se non bastasse, gli argomenti trattati dalla pellicola, adesso in streaming su Prime Video, si sono rivelati non così lontani da ciò che hanno passato gli interpreti stessi, facendo degli eventi di vita reale e degli eventi di vita fittizia lo specchio gli uni degli altri.

Blake Lively vs Justin Baldoni

Blake Lively, dopo un articolo uscito il 21 dicembre del 2024 scritto da Megan Twohey, Mike McIntire e Julie Tate per il The New York Times, ha rivelato dell’ostruzionismo e della campagna diffamatoria messa in atto da Baldoni insieme alla publicist Melissa Nathan, stessa rappresentante di Johnny Depp durante il divorzio dall’ex moglie Amber Heard, che avrebbero voluto infangare la reputazione della donna. Dietro le intenzioni, la mossa preventiva di fermare qualsiasi possibile diatriba sul nascere. I fuochi incrociati, infatti, sembrano risalire al novembre 2023 quando Blake Lively evidenziò i comportamenti inopportuni del collega nonché regista del film. La conseguenza sembra essere stata un tour promozionale dell’attrice concordato con la distribuzione fatto di interviste sulle bellezze dell’amore, in cui non si mancava di sponsorizzare alcuni dei prodotti di cui è investitrice. Dimenticando però, in tutto questo, il fulcro del discorso: la violenza sulle donne. A Baldoni, invece, era affidato il lato profondo e intimo dell’uomo che ha a cuore la salvaguardia del genere femminile, proprio mentre, come sembrerebbe dall’accusa di molestie sessuali, ha cercato di rovinare l’esistenza e la carriera di una di loro.

La violenza sulle donne e le sue sfumature (ignorate) in It Ends With Us

Dov’è, dunque, la correlazione tra It Ends With Us e ciò che sta accadendo ai suoi attori? Non nelle percosse fisiche, bensì nelle sfumature poco chiare di una vicenda i cui nodi dovranno venire prima o poi al pettine, mentre al film resterà sempre la poca incisività di un prodotto che non addolcisce, almeno non in toto, il rapporto abusante tra i personaggi, ma che, a ogni modo, non sa nemmeno metterlo bene a fuoco, mandando all’aria le buone intenzioni. Dolo del libro in primis o della trasposizione poi, poco importa. Un impedimento c’è nella chiarezza degli accadimenti del film ed è proprio Baldoni che, sia davanti che dietro la macchina da presa, non è in grado di fare la dovuta distinzione tra il limbo percettivo e distorto in cui si trova il personaggio di Lily (interpretato da Lively) e ciò che le accade davvero. Non mette mai nero su bianco cosa avviene nella mente della donna, per quale motivo ci mette tanto a capire le tecniche manipolatorie dell’uomo che ha accanto e quanto possa essere complesso riuscire ad uscire da dinamiche simili. Parlare di violenza domestica e del perché si resta spesso col proprio carnefice è un compito assai più introspettivo di quanto Baldoni e la sceneggiatura di Christy Hall siano riusciti a portare a termine, non lavorando sui meccanismi mentali che scattano nelle vittime, impoverendo la discussione direttamente sul nascere. 

  

Nel film Lily vive gli schiaffi e le spinte del partner come degli incidenti, crea delle proiezioni che rendono gli avvenimenti una serie di imprevisti quotidiani in cui chiunque potrebbe incappare. Ed è qui che la pellicola compie il suo più enorme sbaglio. Il disvelamento delle azioni del partner Ryle, il personaggio di Baldoni, arriva come una flebile presa di coscienza di cui la protagonista non rende mai partecipe gli spettatori. Ci sono solo flash brevi e confusi, come probabilmente sono i frammenti della memoria, ma per un film di valenza commerciale dilungarsi un po’ di più con una spiegazione anche didascalica ma utile e rispettosa per il tema avrebbe di certo giovato e contribuito al senso ultimo dell’opera

La violenza arriva da chi non te lo aspetti e i figli sani del patriarcato

Perché ciò che maggiormente cerca di dire It Ends With Us, e in cui riesce anche in parte se non fosse per un’irragionevole superficialità che depotenzia il tutto, è mostrare come chiunque potrebbe farti del male. Non è una regola certa, non dovrebbe nemmeno essere la prassi, ma il punto è che la violenza in una coppia arriva da chi non te lo aspetti, e proprio perché non te lo aspetti diventa ancora più difficile credere che quella persona ti abbia davvero ferita. Il film avrebbe dovuto marcare questo aspetto, fondamentale soprattutto vista una chiusura che fa comprendere che Ryle non è un’eccezione, ma è un figlio sano del patriarcato - usando un’espressione che di questi tempi ci è familiare. Un uomo che usa la violenza in quanto insita in un tessuto sociale che ha visto sempre il maschile prevalere anche fisicamente sul femminile, tanto che Lily stessa ha avuto dentro casa un padre abusante che picchiava la madre, e con Ryle che potrebbe imparare dai suoi errori soprattutto in vista del suo diventare genitore. 

Nella sincronia tra ciò che è accaduto fuori e dentro il set, con It Ends With Us - Siamo noi a dire basta viene sottolineata una carenza di limpidezza generale che grava sia su quanto avvenuto tra Lively e Baldoni sia sul rapporto fittizio tra Lily e Ryle. Per un’opera, inoltre, inutilmente lunga e ridotta ad un semplicismo eccessivo, persino per un prodotto che vuole raggiungere il maggior numero di spettatori possibile. Elemento che appesantisce il suo non essere abbastanza schierato dalla parte della protagonista, che non solo deve provare a difendersi dal fardello di un partner inadatto, ma lo fa con un racconto né degno né formativo. Che l’unica lezione la dia la vita vera? Staremo a vedere, sperando che a Blake Lively non tocchi la distruzione dell'immagine che è toccata ad Amber Heard.