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Le interviste random a ragazzi di bell’aspetto sono la nuova ossessione di TikTok

Contenuto leggero e divertente o semplice oggettivazione della bellezza maschile?

Le interviste random a ragazzi di bell’aspetto sono la nuova ossessione di TikTok Contenuto leggero e divertente o semplice oggettivazione della bellezza maschile?

Prendi un telefono, un microfono e ferma un ragazzo per strada. Chiedigli della sua vita sentimentale, fallo sorridere un po’ e, magari, rivela anche il suo profilo Instagram. Sembrerebbe questa la ricetta perfetta per dar vita ad un format virale sui social. A dirlo non siamo noi, ma i numeri su TikTok. I contenuti che spiccano di più, infatti, hanno un comune denominatore: la bellezza dell’intervistato. La scelta di chi intervistare, infatti, ricade sempre su uomini e ragazzi particolarmente attraenti

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Un esempio perfetto è il profilo di Sara Libetti, una content creator famosa per le sue interviste random fatte ai ragazzi che incontra nelle città che visita. Il video inizia sempre allo stesso modo, con lei che a volte insegue uno o più ipotetici intervistati urlando "Scusa, scusa, scusa". Una volta ottenuto riscontro, e quindi il consenso dell’intervista, inizia con delle domande personali.

Quello di Sara non è l’unico profilo ad utilizzare questo schema. Anche la tiktoker Ginginginer punta ad intervistare modelli e ragazzi di bell’aspetto. "Possiamo fare un video? Perché sei troppo bello": inizia così una delle sue ultime interview ad un ragazzo che studia medicina a Milano. Passiamo a chi ha guadagnato più di mezzo milione di follower con un format basato sul fare la stessa domanda a persone affascinanti, stavolta non solo uomini. Stiamo parlando di David Carmi, conosciuto anche come confidenceheist. Il creator vuole sapere dagli intervistati qualcosa in particolare "what makes you confident?" e ci fa quasi intendere che se sei bello o visivamente piacevole, sicuramente sarai anche sicuro di te. Dalle risposte però, capiamo che non sempre è così. 

Il caso Leila Layezell ci fa riflettere

"Hi, mom, this is my husband!": l’intro dei video dell’influencer Britannica Leila Layezell l’ha resa famosa in tutto il mondo. Il suo è forse uno dei format più originali di random interview, che consiste nell’inscenare un video messaggio per la madre, nel quale Leila le presenta suo marito. I ragazzi, spesso di nazionalità e culture diverse, stanno al gioco, e raccontano alla finta suocera dettagli sul loro matrimonio, come ad esempio dove si sono conosciuti, da quanti anni sono sposati o che regalo costoso le hanno fatto. La creator vanta ad oggi più di 600mila follower su TikTok e le critiche non hanno tardato ad arrivare. Non tutti gli handsome boys che incontra si rivelano sciolti o degli attori nati di fronte alla telecamera. "He’s so uncomfortable" ha commentato qualcuno sotto ad uno dei suoi ultimi video, riferendosi all’espressione del marito di turno, visibilmente a disagio. "E se avesse una ragazza? Non è molto rispettoso": ha scritto invece qualcun altro. L’opinione pubblica sembra dunque essersi divisa in due. C’è chi trova questo tipo di interviste molto divertenti, dei video leggeri che ti fanno fare quattro risate e magari conoscere il tag di un tipo attraente da seguire sui social. Dall’altro lato c’è chi non la pensa affatto così.

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Uomini tra stereotipi e oggettivazione

Molto spesso, a causa degli stereotipi imposti dalla società, ricadiamo in errori ai quali si presta troppa poca attenzione oggi. Ci aspettiamo che un ragazzo, soprattutto se attraente, risponda volentieri alle domande di una ragazza, o che frasi come "sei bellissimo" o "io sono il tuo tipo?", pronunciate da una sconosciuta, possano fargli piacere o addirittura compiacerlo. Se vogliamo che i contenuti sui social riflettano una visione più equilibrata e sana della mascolinità, però, dobbiamo sforzarci di andare oltre il corpo e di riconoscere l’intera persona, con le sue complessità, le sue fragilità e i suoi desideri. In questo modo, gli uomini – come le donne – potranno essere trattati con la stessa considerazione e umanità, senza essere ridotti a un’immagine da consumare velocemente. Questo non solo arricchisce il panorama dei contenuti digitali, ma contribuisce anche a creare una società più inclusiva e rispettosa, dove le differenze non sono fonte di giudizio, ma di apprezzamento autentico. La femminista Simone de Beauvoir, d’altronde, diceva: "La disputa continuerà finché uomini e donne non si riconosceranno come simili."