Tutte le persone famose dovrebbero avere un Social Media Manager
Selena Gomez, ti prego, paga qualcuno per gestire il tuo profilo Instagram
28 Gennaio 2025
Quanto ci piace seguire le persone famose sui social network? E meno sono filtrate e controllate, più condividono contenuti spontaneamente, più lo facciamo con piacere. Per odio, amore o per pura e semplice curiosità, amiamo sentirci in contatto con attori, cantanti, modelli e tutto quello che c'è nel mezzo, illuderci di poter conoscere la loro vita e la loro quotidianità, illuderci di essere loro amici. Dopotutto, che differenza c'è tra Selena Gomez e la nostra amica del cuore, se entrambe postano a raffica e poi eliminano? Ecco, forse stiamo esagerando. Forse, e dico forse, le super star globali internazionali il cui film è candidato agli Oscar dovrebbero, ad esempio, discutere la loro strategia social con dei professionisti, addirittura non avere un accesso diretto ai loro profili, ma appaltarlo a qualcun altro, anche per una questione di efficacia. Lasciatemi spiegare.
Selena Gomez contro il candidato al senato Sam Parker
Qualche ora fa, Selena Gomez ha pubblicato un video in cui piangeva disperata pensando alle nuove politiche di Donald Trump, che prevedono la deportazione in massa degli immigrati messicani, dei loro bambini e delle loro famiglie, augurandosi di poter fare qualcosa per loro. È un tema che la tocca abbastanza da vicino, visto che è nata in Texas e suo padre ha origini messicane. Il video, come è facile immaginare, ha provocato una serie di reazioni, tra chi l'ammira per aver mostrato la sua empatica e chi la considera una privilegiata che, invece di star a piangere su Instagram, dovrebbe effettivamente fare qualcosa con i suoi soldi e la sua influenza. La più notabile (e non in positivo) tra queste reazioni è quella del candidato al senato Sam Parker, che ha scritto su Twitter: "Deportate Selena Gomez". A questo punto, la cantante ha scritto prima "Evidentemente non è ok mostrare empatia per le persone" e poi "Grazie mr. Parker per la risata e per la minaccia". E tutto viene, come sempre, buttato in caciara.
Deport Selena Gomez. https://t.co/QkkDIBWBKD
— Sam Parker (@SamParkerSenate) January 27, 2025
Instagram e la masticazione dei messaggi
Deport Selena Gomez. https://t.co/QkkDIBWBKD
— Sam Parker (@SamParkerSenate) January 27, 2025
Non sto dicendo che la sua dimostrazione di empatia sia da punire, anzi. Quello che è da punire, o perlomeno da regolare e da riaggiustare, e l'aver eliminato il video, l'aver postato subito dopo una storia passivo-aggressiva, l'impulsività con cui questi contenuti vengono gettati online e poi - proprio perché sono stati pubblicati da una figura famosa, in questo momento particolarmente di spicco perché nel pieno della promozione di Emilia Pérez - macinati e masticati dal discorso pubblico, trasformati in una questione personale da discutere su PopCrave. E tanti saluti allo spunto di riflessione, che era sacrosanto.
Selena Gomez has deleted her emotional video crying due to Mexicans getting deported:
— Pop Base (@PopBase) January 27, 2025
“Apparently it’s not ok to show empathy for people” pic.twitter.com/ayTCwlxZFz
Perché sarebbe meglio affidare la propria comunicazione a dei professionisti della, appunto, comunicazione
In un mondo in cui le relazioni parasociali sono fuori controllo, in cui la vita privata di tutti è di tutti, e anche chi cerca di proteggerla è soggetto a critiche. In un mondo in cui viene chiesto a ogni tipo di figura pubblica - content creator compresi, non si sa perché - di esprimersi con serietà e competenza su qualsiasi cosa, dal genocidio del popolo palestinese al cambiamento climatico passando per la politica interna statunitense, forse sarebbe meglio regolare i messaggi impulsivi, offrire empatia con un senso e con una direzione, lanciare spunti di riflessione e opinioni in maniera corretta, quindi anche più efficace, e magari anche di fare una bella donazione. E se vale per Selena Gomez vale anche per tutti gli altri.